Sulmona, l'ex bidello che vive con il cuore portatile

16 Febbraio 2011   10:35  

E' ormai quasi un anno che Pietro Sbraccia, 59 anni di Introdacqua, vive grazie ad un cuore elettrico. Prodigio della tecnologia unico in tutta la provincia, il cuore bionico gli fu installato il 18 marzo al nosocomio di Chieti dall'equipe del professor Raffaele Di Giammarco.
Si chiama Jarvik 2000, un piccolo cilindro di 4 centimetri posizionato direttamente all’interno del ventricolo sinistro e collegato all’aorta tramite un condotto in Dacron.

Pietro però, ora, lancia un appello alle istituzioni che sembrano proprio averlo dimenticato.
Ex bidello di scuola elementare, vive con 270 euro mensili in attesa della pensione di vecchiaia, in un’abitazione disposta su due piani dove gli spostamenti sono difficili.

"Quando guardo i film di fantascienza mi sembra di essere uno dei protagonisti se penso che anche il mio cuore funziona grazie a una batteria".

Sposato con due figli, racconta la sua storia di miracolato a Claudio Lattanzio sulle colonne de Il Centro. "Tutto è iniziato tre anni fa quando ebbi una piccola ischemia che fu risolta a Villa Pini con l’istallazione di un pace-maker". Dopo un anno e mezzo l’improvviso peggioramento. "Il mio ventricolo sinistro si dilatò e il professor Di Giammarco mi disse che l’unica via di salvezza era l’intervento chirurgico con l’istallazione del cuore elettrico. Avrei preferito un cuore vero ma, consapevole che c’erano tanti giovani prima di me in lista di attesa, accettai la novità".
Una soluzione provvisoria in attesa del trapianto, ma che nel caso di Sbraccia è diventata definitiva.

"Ho chiesto al sindaco di Introdacqua un piccolo appezzamento di terreno per costruire una casetta di legno di un piano solo" dice Sbraccia che rinnova il suo appello: "Mi consentirebbe spostamenti meno faticosi. Ma per ora ho ricevuto solo promesse".


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