1.219 su 2.569 sarebbero i dipendenti dell’Asl
di Chieti che tra gennaio 2006 e giugno
2008, hanno usufruito di assenze aggiuntive, congedo di maternità o parentale,
permessi retribuiti o per infortunio sul lavoro e quant’altro. È questo lo
scenario emerso da uno studio del dipartimento affari generali e del personale
dipendente, proposto del direttore generale dell’azienda, Mario Maresca. Dati che
aggravano la situazione già molto precaria di una pianta organica ridotta “all’osso”,
che non è in grado di affrontare la mole di lavoro da sostenere.
“Abbiamo voluto scattare questa fotografia” ha spiegato Maresca, “per
chiarire il quadro nel quale ci stiamo muovendo per organizzare la risposta
sanitaria ai cittadini. Abbiamo assoluto rispetto delle tutele che le norme
garantiscono ai dipendenti, ma intendiamo avviare una riflessione insieme a
personale, sindacati, medici prescrittori e medici ispettivi, soprattutto per
quanto riguarda infortuni per lavoro e malattie. Un’assenza non indispensabile
grava sugli altri dipendenti, costretti a un impegno aggiuntivo che riduce la
qualità del lavoro e del servizio agli utenti. E’ interesse di tutti, in una
situazione critica, mantenere comportamenti responsabili". Questi i numeri
nello specifico. 129 i dipendenti
che hanno usufruito dell’interdizione anticipata dal lavoro per gravidanza ed effettuato
assenze aggiuntive pari a 150 giorni in
più rispetto a quelli previsti per la maternità (due mesi prima del parto e tre
mesi dopo) dal momento che il 98 per cento delle gravidanze sono state
giudicate "a rischio” dall’ispettorato del lavoro.
98 i dipendenti cui è stato
assegnato il congedo parentale retribuito al cento per cento con una media
individuale di 27 giorni di assenza. 80 sono
quelli che, invece, hanno sfruttato il congedo parentale retribuito al trenta per
cento e che hanno effettuato circa 52 giorni di assenza. Questo testimonia non
solo l’aumento del numero dei dipendenti
che usufruiscono del periodo massimo previsto dal congedo parentale retribuito
al 100 per cento (30 giorni), ma anche la diminuzione del numero dei dipendenti
che ottengono tale congedo retribuito al 30 per cento e parallelamente del
numero dei giorni mediamente utilizzati (52 su 150 previsti).
Per quanto riguarda il congedo retribuito al cento per cento per malattia
del figlio (spettante nei primi tre anni di vita del bambino), hanno goduto di questa agevolazione 194 dipendenti, con una
media di assenze individuale di 30 giorni. A tutto ciò vanno aggiunti i 290 lavoratori dell’azienda
ospedaliera teatina che hanno usufruito di permessi retribuiti previsti dalla
legge 104 del ’92, i 94 con contratto di lavoro part-time e i 404 che, nel periodo preso in
considerazione, hanno subito un infortunio sul lavoro assentandosi con una di 33 giorni. E per concludere, sono
24, i dipendenti che hanno superato i nove mesi di malattia retribuiti per
intero, come previsto dai contratti nazionali di lavoro di categoria.
(IP)