TROPPI ASSENTI ALLA ASL DI CHIETI

26 Giugno 2008   11:00  

1.219 su 2.569 sarebbero i dipendenti dell’Asl di Chieti che tra gennaio 2006 e giugno 2008, hanno usufruito di assenze aggiuntive, congedo di maternità o parentale, permessi retribuiti o per infortunio sul lavoro e quant’altro. È questo lo scenario emerso da uno studio del dipartimento affari generali e del personale dipendente, proposto del direttore generale dell’azienda, Mario Maresca. Dati che aggravano la situazione già molto precaria di una pianta organica ridotta “all’osso”, che non è in grado di affrontare la mole di lavoro da sostenere.
“Abbiamo voluto scattare questa fotografia” ha spiegato Maresca, “per chiarire il quadro nel quale ci stiamo muovendo per organizzare la risposta sanitaria ai cittadini. Abbiamo assoluto rispetto delle tutele che le norme garantiscono ai dipendenti, ma intendiamo avviare una riflessione insieme a personale, sindacati, medici prescrittori e medici ispettivi, soprattutto per quanto riguarda infortuni per lavoro e malattie. Un’assenza non indispensabile grava sugli altri dipendenti, costretti a un impegno aggiuntivo che riduce la qualità del lavoro e del servizio agli utenti. E’ interesse di tutti, in una situazione critica, mantenere comportamenti responsabili". Questi i numeri nello specifico. 129 i dipendenti che hanno usufruito dell’interdizione anticipata dal lavoro per gravidanza ed effettuato assenze aggiuntive pari a 150 giorni in più rispetto a quelli previsti per la maternità (due mesi prima del parto e tre mesi dopo) dal momento che il 98 per cento delle gravidanze sono state giudicate "a rischio” dall’ispettorato del lavoro.
98 i dipendenti cui è stato assegnato il congedo parentale retribuito al cento per cento con una media individuale di 27 giorni di assenza. 80 sono quelli che, invece, hanno sfruttato il congedo parentale retribuito al trenta per cento e che hanno effettuato circa 52 giorni di assenza. Questo testimonia non solo l’aumento del numero dei dipendenti che usufruiscono del periodo massimo previsto dal congedo parentale retribuito al 100 per cento (30 giorni), ma anche la diminuzione del numero dei dipendenti che ottengono tale congedo retribuito al 30 per cento e parallelamente del numero dei giorni mediamente utilizzati (52 su 150 previsti).
Per quanto riguarda il congedo retribuito al cento per cento per malattia del figlio (spettante nei primi tre anni di vita del bambino), hanno goduto di questa agevolazione 194 dipendenti, con una media di assenze individuale di 30 giorni. A tutto ciò vanno aggiunti i 290 lavoratori dell’azienda ospedaliera teatina che hanno usufruito di permessi retribuiti previsti dalla legge 104 del ’92, i 94 con contratto di lavoro part-time e i 404 che, nel periodo preso in considerazione, hanno subito un infortunio sul lavoro assentandosi con una di 33 giorni. E per concludere, sono 24, i dipendenti che hanno superato i nove mesi di malattia retribuiti per intero, come previsto dai contratti nazionali di lavoro di categoria.

(IP)


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