Tagli ai fondi per gli italiani all’estero, il dibattito

Meno 50 milioni di euro

13 Ottobre 2008   13:53  

Venerdì scorso su "La repubblica", quotidiano diretto da Ezio Mauro, è stato pubblicato un articolo di Alessandra Longo intitolato "Taglio drastico ai fondi: italiani all’estero in rivolta", in cui la giornalista scrive di connazionali "scaricati senza tanti complimenti" e "divenuti un peso morto per questo governo di centrodestra, a caccia di tagli di bilancio".
"Così – si legge nell’articolo – senza tanti riguardi e nel silenzio assoluto, la Finanziaria 2009 fa strage di fondi nei capitoli destinati ai nostri connazionali nel mondo. 50 milioni di euro in meno. Il che equivale, più o meno, ad una sentenza di asfissia (se non di morte) per l'attività degli istituti italiani di cultura e dei Comites, ma anche per gli interventi a favore dei compatrioti ridotti in miseria, attualmente assistiti, soprattutto in Sudamerica, con polizze sanitarie non più rinnovabili".
La Longo, nel suo articolo, riporta quindi stralci della lettera inviata dal segretario del Cgie Elio Carozza a Frattini, Mantica ed eletti all’estero - "se gli stanziamenti in favore delle comunità italiane all'estero dovessero rimanere immutati, ciò equivarrebbe a mettere fine al rapporto del Paese, dell'Italia, con i propri connazionali che vivono nel mondo" - parole "durissime, drammatiche", scrive la giornalista di Repubblica che poi aggiunge: "ironia della sorte, una botta del genere arriva proprio da quella destra che ha fatto dell'italianità la sua bandiera, sfruttando la retorica dell'emigrazione nostrana lacrime e sangue, dai minatori di Marcinelle ai viaggi della speranza nelle Americhe. Quella destra che, con Mirko Tremaglia, fece la battaglia per far votare tutti gli italiani fuori dai confini per poi, forse, pentirsi, nel 2006, quando la circoscrizione estero determinò di stretta misura la vittoria del governo Prodi. Non batte più il cuore tricolore" chiosa la giornalista che chiude l’articolo con un altro stralcio: quello della "Lettera agli italiani all'estero" che il 28 febbraio scorso Silvio Berlusconi inviò ai connazionali. Lettera in cui si leggeva "vi sosterremo con sempre maggior impegno e cercheremo di intensificare il vostro legame con la madrepatria affinché siate fieri della vostra italianità".
Letto l’articolo, Dino Nari, consigliere del Cgie e Coordinatore Europeo della UIM, ha inviato una lettera al direttore del quotidiano, Ezio Mauro.
"Vorrei innanzitutto complimentarmi sia con la giornalista che con La Repubblica per l’attenzione che viene dedicata alle comunità italiane nel mondo, un fatto – scrive Nardi – certamente raro per i media nazionali nonostante abbiano un’importante diffusione anche all’estero. Ciò premesso, al di là del taglio di questi 50 milioni di euro che comunque creerà danni inimmaginabili mettendo a rischio di fallimento gli stessi enti di gestione dei corsi di italiano, vorrei ricordare altre due decisioni di questo governo che hanno discriminato gli italiani all’estero nei confronti di chi vive, invece, in Italia. La prima è quella che ha escluso gli emigrati, iscritti all’AIRE, dal beneficio dell’esenzione dell’ICI sulla prima casa che molti (sicuramente tra coloro che lavorano in Europa) possiedono in Italia e tengono a loro disposizione per quando rientrano periodicamente e nell’eventualità di un rimpatrio. La seconda discriminazione subita è quella che impedirà agli emigrati italiani anziani, che rimpatriano e si trovano in stato di indigenza (in particolare gli emigrati che rientrano dall’America Latina), di aver diritto all’assegno sociale a causa dell’ulteriore requisito di dieci anni di residenza in Italia che è stato introdotto nella relativa normativa dal governo Berlusconi e che evidentemente gli emigrati non potranno far valere".
"Con il paradosso – prosegue Nardi – che la Destra, che in passato aveva fatto dell’estensione del diritto all’assegno sociale anche agli indigenti italiani residenti all’estero un suo cavallo di battaglia elettorale, una volta al governo, non solo non lo realizzato ma addirittura ha deciso di impedirne il diritto anche agli emigrati indigenti che rimpatriano! Che dire, poi, della rete diplomatico-consolare italiana che è già da tempo in condizioni pietose e impossibilitata a poter garantire un minimo di servizi decorosi agli utenti (emigrati e non) e che ora dovrà fare i conti con ulteriori tagli apportati al bilancio del Ministero degli Affari Esteri".
"Di fronte a questa situazione di profondo disagio e rabbia degli emigrati – argomenta Nardi – fa bene il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero a protestare con il Ministro degli Esteri Frattini. Tuttavia, in difesa degli italiani all’estero, necessiterebbe un impegno forte anche e soprattutto di quei parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero che sostengono la maggioranza di governo che, invece, brillano per il loro assordante silenzio, tanto che – conclude – forse si stava meglio quando si stava peggio e verrebbe da gridare "Aridatece Tremaglia!

fonte aise


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