Venerdì scorso su "La repubblica", quotidiano diretto da Ezio Mauro, è
stato pubblicato un articolo di Alessandra Longo intitolato "Taglio
drastico ai fondi: italiani all’estero in rivolta", in cui la
giornalista scrive di connazionali "scaricati senza tanti complimenti"
e "divenuti un peso morto per questo governo di centrodestra, a caccia
di tagli di bilancio".
"Così – si legge nell’articolo – senza tanti riguardi e nel silenzio
assoluto, la Finanziaria 2009 fa strage di fondi nei capitoli destinati
ai nostri connazionali nel mondo. 50 milioni di euro in meno. Il che
equivale, più o meno, ad una sentenza di asfissia (se non di morte) per
l'attività degli istituti italiani di cultura e dei Comites, ma anche
per gli interventi a favore dei compatrioti ridotti in miseria,
attualmente assistiti, soprattutto in Sudamerica, con polizze sanitarie
non più rinnovabili".
La Longo, nel suo articolo, riporta quindi stralci della lettera
inviata dal segretario del Cgie Elio Carozza a Frattini, Mantica ed
eletti all’estero - "se gli stanziamenti in favore delle comunità
italiane all'estero dovessero rimanere immutati, ciò equivarrebbe a
mettere fine al rapporto del Paese, dell'Italia, con i propri
connazionali che vivono nel mondo" - parole "durissime, drammatiche",
scrive la giornalista di Repubblica che poi aggiunge: "ironia della
sorte, una botta del genere arriva proprio da quella destra che ha
fatto dell'italianità la sua bandiera, sfruttando la retorica
dell'emigrazione nostrana lacrime e sangue, dai minatori di Marcinelle
ai viaggi della speranza nelle Americhe. Quella destra che, con Mirko
Tremaglia, fece la battaglia per far votare tutti gli italiani fuori
dai confini per poi, forse, pentirsi, nel 2006, quando la
circoscrizione estero determinò di stretta misura la vittoria del
governo Prodi. Non batte più il cuore tricolore" chiosa la giornalista
che chiude l’articolo con un altro stralcio: quello della "Lettera agli
italiani all'estero" che il 28 febbraio scorso Silvio Berlusconi inviò
ai connazionali. Lettera in cui si leggeva "vi sosterremo con sempre
maggior impegno e cercheremo di intensificare il vostro legame con la
madrepatria affinché siate fieri della vostra italianità".
Letto l’articolo, Dino Nari, consigliere del Cgie e Coordinatore
Europeo della UIM, ha inviato una lettera al direttore del quotidiano,
Ezio Mauro.
"Vorrei innanzitutto complimentarmi sia con la giornalista che con La
Repubblica per l’attenzione che viene dedicata alle comunità italiane
nel mondo, un fatto – scrive Nardi – certamente raro per i media
nazionali nonostante abbiano un’importante diffusione anche all’estero.
Ciò premesso, al di là del taglio di questi 50 milioni di euro che
comunque creerà danni inimmaginabili mettendo a rischio di fallimento
gli stessi enti di gestione dei corsi di italiano, vorrei ricordare
altre due decisioni di questo governo che hanno discriminato gli
italiani all’estero nei confronti di chi vive, invece, in Italia. La
prima è quella che ha escluso gli emigrati, iscritti all’AIRE, dal
beneficio dell’esenzione dell’ICI sulla prima casa che molti
(sicuramente tra coloro che lavorano in Europa) possiedono in Italia e
tengono a loro disposizione per quando rientrano periodicamente e
nell’eventualità di un rimpatrio. La seconda discriminazione subita è
quella che impedirà agli emigrati italiani anziani, che rimpatriano e
si trovano in stato di indigenza (in particolare gli emigrati che
rientrano dall’America Latina), di aver diritto all’assegno sociale a
causa dell’ulteriore requisito di dieci anni di residenza in Italia che
è stato introdotto nella relativa normativa dal governo Berlusconi e
che evidentemente gli emigrati non potranno far valere".
"Con il paradosso – prosegue Nardi – che la Destra, che in passato
aveva fatto dell’estensione del diritto all’assegno sociale anche agli
indigenti italiani residenti all’estero un suo cavallo di battaglia
elettorale, una volta al governo, non solo non lo realizzato ma
addirittura ha deciso di impedirne il diritto anche agli emigrati
indigenti che rimpatriano! Che dire, poi, della rete
diplomatico-consolare italiana che è già da tempo in condizioni pietose
e impossibilitata a poter garantire un minimo di servizi decorosi agli
utenti (emigrati e non) e che ora dovrà fare i conti con ulteriori
tagli apportati al bilancio del Ministero degli Affari Esteri".
"Di fronte a questa situazione di profondo disagio e rabbia degli
emigrati – argomenta Nardi – fa bene il Consiglio Generale degli
Italiani all’Estero a protestare con il Ministro degli Esteri Frattini.
Tuttavia, in difesa degli italiani all’estero, necessiterebbe un
impegno forte anche e soprattutto di quei parlamentari eletti nella
Circoscrizione Estero che sostengono la maggioranza di governo che,
invece, brillano per il loro assordante silenzio, tanto che – conclude
– forse si stava meglio quando si stava peggio e verrebbe da gridare
"Aridatece Tremaglia!
fonte aise