Tangenti per ricostruzione, Melchiorre non risponde al Gip

19 Ottobre 2016   12:47  

 Si e' avvalso della facolta' di non rispondere Angelo Melchiorre, 61 anni, di Bussi sul Tirino (Pescara), uno dei 12 indagati nell'ambito dell'operazione, denominata "Earthquake" , che ha portato alla luce presunte tangenti per gli appalti legati alla ricostruzione post-sisma a Bussi (Pescara) e Bugnara (L'Aquila).

Il suo difensore, l'avvocato Lino Sciambra, ha detto ai cronisti che Melchiorre si e' dimesso dai suoi incarichi di responsabile tecnico del Comune di Bussi e di responsabile coordinatore dell'ufficio territoriale per la ricostruzione dell'area omogenea numero 5.

"Il mio assistito - ha detto Sciambra - non ha risposto solo perche' non abbiamo ancora ricevuto le copie degli atti. Subito dopo saremo noi a chiedere alla procura di essere interrogati".

L'avvocato ha sostenuto che Melchiorre si e' dimesso "perche' la sua attuale posizione impedirebbe agli uffici di proseguire il proprio lavoro".

"Abbiamo chiesto - ha aggiunto l'avvocato- la revoca degli arresti domiciliari poiche' i fatti contestati si riferiscono agli anni 2010, 2012 e 2013 e anche alla luce delle dimissioni di oggi decade il rischio di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato".

Melchiorre e' apparso provato e in lacrime. "Le sue condizioni di salute- ha detto Sciambra- non sono ottimali e un attimo di cedimento appare conprensibile".

Oltre a Melchiorre, compariranno davanti al gip, Gianluca Sarandrea, e alle pm Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio: l'imprenditore Stefano Roscini, 49 anni, nato a Foligno e residente ad Assisi (Perugia); Giampiero Piccotti, 80 anni, nato a Gubbio (Perugia) e residente a Perugia; Angelo Riccardini, 55 anni, di Gubbio; Emilio Di Carlo, 54 anni, di Bussi sul Tirino; Marino Scancella, 65 anni, di Bussi sul Tirino.

I sei da giovedi' scorso sono agli arresti domiciliari con il divieto di incontri e comunicazione con persone diverse da quelle che coabitano con loro per ragioni familiari.

L'inchiesta coordinata dal procuratore capo facente funzioni della Procura della Repubblica di Pescara, Cristina Tedeschini, e dalle due pm, conta complessivamente 12 indagati (sei arrestati e sei a piede libero).

Le accuse, a vario titolo, sono associazione per delinquere, corruzione, concussione, turbativa d'asta e falso in atto pubblico.

Le indagini del Corpo Forestale di Pescara hanno svelato quello che per gli inquirenti e' un piano - cosi' definito dagli stessi indagati nelle loro conversazioni - per gestire in modo unitario e sistematizzato l'attivita' edilizia sugli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009.

Il metodo era l'aggiotaggio e la preventiva assunzione dei numerosissimi incarichi di progettazione per assumere una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche corrompendo pubblici ufficiali, e per imporre "condizioni contrattuali capestro" tali da costringere le ditte edili a versare grosse somme di denaro per accedere al mercato degli appalti della ricostruzione.


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