Telenovela Lega Pro, ennesima puntata. La riforma tra due anni?

Retrocessioni e ripescaggi, come andrà a finire?

20 Luglio 2012   10:40  

Due, tre, quattro, cinque volte. Contatele voi le volte in cui la Lega Pro ed i suoi alti papaveri hanno cambiato idea e rotta su riforma, composizione dei gironi, esclusioni, ripescaggi, retrocessioni. Uno zig zag continuo, una sorta di esercitazione nei dribbling per nascondere gli obiettivi a società, stampa e addetti ai lavori. Alzi la mano chi ci ha capito qualcosa fin dall’ inizio.

Si è partiti da “riforma unica strada”, si è passati a “riforma solo se ci saranno i numeri”. Una volta che i numeri sembravano potessero materializzarsi, da “linea dura sulle esclusioni e sui criteri economici ed infrastrutturali”, si è arrivati all’ accoglimento di tutti i ricorsi presentati, nonostante lo stesso Macalli solo ieri mattina dalle colonne del Corriere dello Sport si fosse detto molto scettico sulla posizione almeno del Sudtirol. Infine, per farla breve, si è finiti per arrivare a “niente riforma”. Ma la lunga serie di dichiarazioni a sorpresa non è finita qui. Perché Macalli a margine del consiglio direttivo di ieri si è affrettato a dire che ci saranno quattro ripescaggi in Prima Divisione e che nulla cambia circa le retrocessioni. Cioè non ci sarà nessun blocco delle retrocessioni dalla Prima Divisione. Come? Ancora non è chiaro, soprattutto se l’ anno prossimo si varerà questa benedetta riforma. Che ora rischia di diventare una telenovela.

Già, perché il Macalli show era iniziato ieri mattina con le sue testuali dichiarazioni rilasciate al Corriere dello Sport. “Per adesso non cambia nulla, poi l’ anno prossimo potrebbe essere una sorta di anno sabatico per prepararci alla riforma, che potrebbe partire tra due anni.” Anno sabatico? Tra due anni? Ma come? Ma di cosa stiamo parlando? Forse è per questo che per ora non cambierà il sistema delle retrocessioni? Strano, perché ieri sera anche il presidente della FIGC, Giancarlo Abete, ha dichiarato che “in questa stagione non ci sarà nessun blocco delle retrocessioni e delle promozioni. L’obiettivo è arrivare a 60 società divise in tre gironi da 20. In tre stagioni siamo arrivati da 90 squadre a 69, quindi siamo a buon punto. Nella migliore delle ipotesi, la riforma entrerà in vigore a partire dalla stagione 2013/2014.” Che vuol dire nella migliore delle ipotesi? Che se l’ estate prossima saltano solo 5 club e che da 69 si scende a 65, la riforma non si fa più?

Ci scuseranno i signori lettori, ma sinceramente non ci stiamo capendo più niente, fatichiamo a star dietro alle fughe in avanti di certi personaggi e non comprendiamo se sono solo dichiarazioni di facciata per rendere minimamente interessanti i campionati che ci si accinge a disputare.    

Oppure se questa sorta di arte mistificatoria serva ad illudere le papabili ai ripescaggi che, effettivamente, il ripescaggio di quest’anno serva a qualcosa. Ci poniamo infatti un interrogativo: chi è il pazzo (sentire Bellia per credere) che di questi tempi scuce 200mila euro a fondo perduto per accedere ad un campionato nel quale, sempre che si vari la riforma, si ritroverebbe l’ anno prossimo semplicemente salvandosi?

To be continued…… sperando che qualcuno capisca che il calcio di serie C andrebbe risanato, non confuso.

 


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