Tempo di tagli: ridotti i prezzi alla buvette del Senato...

Guai a chiamarla Casta

03 Marzo 2009   15:35  

Quando si dice il tempismo. Su tutti i giornali campeggiano titoli sul crollo delle Borse e del Pil al -1%. Ieri il presidente del Consiglio ha liquidato con un laconico e infastidito "Non ci sono soldi" la proposta ragionevole di estendere anche ai lavoratori precari ammortizzatori sociali in caso di perdita di lavoro, come del resto avviene negli altri paesi europei da anni. Il ministro Tremonti nelle stesse ore annuncia che non si potrà procedere alla stabilizzazione dei precari degli enti pubblici: "Non possiamo salvare tutti dalla crisi" ha spiegato con algido realismo. Ebbene, nel mezzo di questo cupio dissolvi di ogni ottimismo residuo, in questo clima da ultima spiaggia, e da chiamata alle armi per salvare il salvabile, Carmelo Lopapa su Repubblica riferisce che i prezzi già scandalosamente bassi della buvette del Senato, in controtendenza rispetto all'intero andazzo del pianeta, sono stati ulteriormente ridotti di un buon 20%.  "Un'operazione a costo zero" fanno sapere dalle alte sfere. Ma il costo vero, salatissimo, rischia di essere la perdita di credibilità, già invero ridotta al lumicino, di una classe politica che sembra vivere in un'Italia tutta loro. 

Basta leggere il nuovo listino scontato di un altro 20%, per farsene un'idea:  caffe' 42 centesimi, spremuta 92 centesimi, panino con prosciutto 1 euro e 17 centesimi, tramezzino 96 centesimi, cappuccino 58 centesimi, the' 84 centesimi,  pasticcino 46 centesimi. Prezzi più vicini ad un paese in via di sviluppo anche per le bibite: l'aperitivo costa 0,93, la birra 1,60. Si può anche abusare senza svenarsi, tanto non si corre il rischio di vedersi ritirare la patente in seguito all'alcool test,  poiché al volante dell'auto blu di solito c'è un autista.

Il ribasso ha interessato anche i prezzi del ristorante, cosi' un primo piatto e' passato da 1,80 euro a 1,50 euro. Un  arrosto di carne di primissima scelta costerà due soli euro, invece dei proibitivi 2,50. 

Secondo quanto hanno chiarito i Questori del Senato, il ribasso dei prezzi non incide sulle casse pubbliche ed e' dovuto all'unificazione dell'appalto per bar e ristorante. "Abbiamo affidato per cinque mesi la gestione a una società' che garantiva il medesimo servizio con costi ridotti"

La voce di spesa del bilancio di Palazzo Madama,  "ristorazione dei senatori" continuerà a costare insomma 1 milione 427 mila euro, come nel 2008.

Il che significa però che raddoppiando i prezzi della buvette dei senatori, che comunque guadagnano ogni mese almeno 14mila euro, si potrebbe incassare una cifra identica da devolvere ad esempio ad una delle tante mense sociali prese d'assalto da migliaia di nuovi poveri e disoccupati.  Ma questa proposta potrebbe suonare qualunquista.

Intanto nello spazio , il paese reale si scatena. Ecco qualche commento scelto a caso tra i migliaia postati in poche ore sui quotidiani online:

"Sarei molto curioso di sapere cosa ne pensa i possessori della social-card, se loro riescono ad avere un primo ad 1,50 €"

"Ricordiamo pure la "necessità" di spendere oltre 400 milioni di Euro per dotare i parlamenti del voto accessibile solo con le impronte digitali, perchè inarrestabili i famosi "pianisti" , i quali, contro le loro stesse regole, esprimono più voti e più presenze pagate (anche se assenti)."

"Oggi, come tutti i giorni, ho pranzato al bar vicino al mio ufficio (mi conoscono e quindi mi applicano prezzi di favore....); vediamo quanto ho speso: - tagliatelle al ragù - 5,50 euro - bottiglietta 1/2 litro acqua - 1,00 euro - caffè 0,90 euro. Totale 7,40 euro. Mio stipendio netto: 1.500,00 euro. Stipendio di un senatore: 15.000,00 euro (senza bemefit.....) Ora, per giustizia, se io pago 7,40 euro loro dovrebbero pagare 74 euro.... invece pagano circa 2,50 euro. Spero che il resto lo spendano in medicine!"

 "Con 1,50 euro a Venezia compri appena le caramelle e loro pranzano! Un primo a Venezia centro storico lo paghi 7 euro..."

"Tutti sappiamo che il prezzo pagato era simbolico, non serviva certo a coprire le spese. I nostri "rappresentanti" amano le simbologie, infatti ora il listino prezzi è ancora più simbolico, si può dire che raccolga un insieme di simboli, non di prezzi".

"E' chiaro! Ai poveri cristi che nono riescono ad arrivano alla terza settimana del mese, non pensa nessuno e non ci sono servizi di sussidio. Ai parlamentari (plurimilionari), invece diamo immediatamente il prazo a 1,5 Euro... "

"Beh ! A noi , finito il pane, restano pur sempre le brioche. "

FT

 

 


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