Tentata truffa alla Regione Abruzzo:il caso dell'editore Caso

Il quotidiano sportivo ''Dieci''

20 Aprile 2010   12:12  

Abusivismo bancario per oltre 200 milioni di euro, 9 milioni di euro di fatture false, 80 milioni di euro di fittizi aumenti di capitale sociale, bancarotta fraudolenta per Hopit Spa, Net.Tel. Spa, Editoriale Dieci Srl e Segem Spa, tentata truffa aggravata nei confronti della Regione Abruzzo per l'ottenimento illecito di fondi pubblici, falsità, calunnia aggravata e resistenza a pubblico ufficiale.

Con queste accuse il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ha arrestato oggi l'ex editore del giornale sportivo 'Dieci', aperto nel 2007 e chiuso pochi mesi dopo, Gian Gaetano Caso, suo figlio Fabio ed altre cinque persone coinvolte. Quattordici le persone denunciate. Le indagini sono state coordinate dai pubblici ministeri Giuseppe Cascini e Andrea Mosca della procura di Roma. L'operazione, chiamata 'Capital Watering', ha permesso di smantellare il castello societario del gruppo Hopit.

Finisce così l'avventura, nefasta, del quotidiano sportivo "Dieci"  nato a marzo nel 2007 ed uscito in edicola fino al 26 giugno 2007 per un totale di 96 volte, fino al "suicidio" professionale. Diretto all'inizio dallo sportivo Ivan Zazzeroni, 48 pagine full color formato compact, era venduto a 50 centesimi. Testimonial della campagnia di lancio fu Roberto Baggio.

Il quotidiano sin dagli esordi ha incontrato gravissime difficoltà finanziarie che hanno portato prima allo sciopero redazionale contro la direzione "per protestare contro la totale assenza da parte dell'editore di un credibile piano editoriale e industriale" e poi al repentino tracollo del quotidiano.

Zazzoroni si dimette dopo 3 mesi e da giugno 2007 le uscite sono a singhiozzo fino allo sciopero ad oltranza della redazione. Dopo poco, la decisione dell'allora editore, Fabio Caso (oggi arrestato dalla Guardia di Finanza inisieme al padre Gian Gaetano Caso) di licenziare tutti i redattori, circa una ventina, compreso il direttore.

 

 

Sul caso 'Dieci' il 2 marzo 2007 scriveva così  il blogger  Danielo Spezialetti

 

La tragicomica vicenda di “DIECI”

 

E’ proprio vero che gli ultimi saranno i primi… anche se all’ex Direttore Ivan Zazzaroni, dimissionario dall’11 giugno, credo che questa dicitura non vada proprio a genio.

 

La storiaccia del quotidiano sportivo “Dieci” finirà ufficialmente il 3 settembre  nello studio napoletano del commercialista presidente del collegio sindacale di “Editoriale Dieci”: "Daremo indicazione all'assemblea che la soluzione migliore è mettere in liquidazione la società", anticipa l'amministratore delegato Fabio Caso.

E pensare che il quotidiano “Dieci” avrebbe dovuto sbaragliare la concorrenza con la sua innovativa visone dello sport, su modello lo spagnolo “Marca”: meno cronaca delle partite e più approfondimenti, un direttore volto noto della tv e una redazione giovane e aggressiva. Invece l'avventura giornalistica del quotidiano è terminata in beffa, tra soldi che non c'erano, guerra tra i due azionisti al primo conticino da saldare, ribaltoni proprietari, presidenti di garanzia che non garantivano alcunché, telefoni staccati per morosità e sciopero dei giornalisti per il mancato pagamento degli stipendi. Il tutto condito con l’insediamento di un nuovo direttore (per le dimissioni di Zazzaroni), Enrico Guadalupi -che non firmerà mai un numero- il giorno stesso in cui tutta la redazione veniva licenziata, e una seconda sede a Roma approntata per un giornale che ormai non c'è più.

 

Nella tragicomica vicenda è incappato anche Sua Maestà Roberto Baggio, che per la promozione di “Dieci” ci ha messo, e rimesso, la faccia. Una scelta che si è rivelata a dir poco disastrosa, denaro a parte, per l’ex numero dieci azzurro che in merito a questa vicenda non si è ancora pronunciato, e probabilmente non lo farà. E’ risaputo che nel Bel Paese il tempo cancella tutto, principalmente le cose negative.

 

A conclusione riporto le dure parole dell’ormai ex direttore Ivan Zazzaroni, ora editorialista di Libero, che ha così commentato la triste vicenda: "Non riuscirò mai a capire quale logica, calcolo, vizio o inettitudine spinga a inventare un giornale per farlo colare a picco".

 


 

 


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