Teramo - Il futuro naif di Azzinano

15 Dicembre 2006   14:26  
Volevano fare qualcosa per il paese, renderlo più bello ed ospitale, contrastare lo spopolamento. Era questa la volontà della Pro Loco di Azzinano, frazione di Tossicia e paesino nel cuore di quella parte della Valle Siciliana che sale verso il Corno Grande, dal versante teramano. Volontà giocoforza comune a tanti paesi dell’interno montano, tanto belli quanto isolati e tagliati fuori dall’impetuoso progresso che pulsa frenetico nelle metropoli lontane e nelle pianure che sempre più sono distese di ferro, neon e cemento. La scelta fatta sei anni fa da Azzinano è stata senz’altro sorprendente perché il suo futuro se lo è immaginato nei giochi di una volta e nell’arte naif. Il naif, corrente d’arte selvaggia ed ingenua che ebbe in Antonio Ligabue il suo massimo esponente italiano, era una scelta obbligata, perché ad Azzinano vive l’anziana Annunziata Scipione, ora apprezzata artista ma ancor prima pastorella con la terza elementare e che col carbone tracciava paesaggi sulla porta della stalla, con la creta plasmava figurine seguendo il suo gregge. Meno scontata la scelta del gioco. I soci della Proloco si interrogarono a lungo su un possibile tema da dipanare come filo conduttore. All’inizio la scelta, quasi per inerzia, cadde sui mestieri tradizionali. Poi per fortuna il colpo d’ala: “Ma perché del passato – si domandò qualcuno - dobbiamo ricordare solo la fatica e il sacrificio?”. Felice intuizione: nel passato, di comunità ed individui, c’è anche l’ozio e il trastullo, lo scorrere degli eventi sono regolati, ammonisce un filosofo greco, da un dio che gioca a dadi. E così oggi Azzinano è uno dei più interessanti dei duecento paesi dipinti italiani, uniti in un’associazione, ed accoglie i visitatori, sempre più numerosi, con le sue decine di coloratissimi murales che moltiplicano le prospettive e i volumi dei vicoli e delle piazze. Ad agosto si danno appuntamento artisti provenienti da tutta Italia, quest´ anno è stata la volta, tra gli altri, di Salvo Caramagno, Franco Mora e Carmen Grisafulli. Le pareti delle casupole di Azzinano si sono popolate da bambini che giocano ed aprono squarci temporali in epoche in cui non esistevano le playstation, la Barby e i Pokemon, tempi in cui la più stupefacente delle tecnologie era la fantasia, merce gratuita e pare abbondante tra le giovani canagliette di paese. Tra i giochi ritroviamo il nascondino e la mosca cieca, la ruba-bandiera e lo schiaffo del soldato. Meno noto, perché tipico dei luoghi, è invece lo schiùppete che evoca nell’onomatopea il rumore delle monete rosse scagliate contro il muro. C’è poi lo schiazze, che ha mattoni e pietre al posto di bocce e birilli. Con il carretto si era soliti sbucciarsi le ginocchia lanciandosi ad incosciente velocità giù per le discese di terra o sampietrini. C’è poi la fucilatte, canna di bambù che con un ingegnoso e rudimentale macchingegno sparava pietruzze contro mosche e barattoli. Un bastoncino, un po’ di sapone ed un rocchetto per i fili diventava invece un poco temibile carroarmato semovente. All’inizio i proprietari delle case erano diffidenti, ora chiedono con insistenza agli organizzatori quando sarà dipinta la parete della loro casa. L’arte muraria dai tempi del messicano Diego Rivera mette in discussione il ripiegamento nella proprietà privata, allarga gli orizzonti chiusi dalle pareti bianche. Ora Azzinano è più comunità. E’ un paese, non una somma algebrica di edifici perché ognuno con il suo muro dà un contributo di bellezza allo spazio comune, ogni dipinto è come una porta aperta ed un invito rivolto ad un viandante ad entrare in casa per prendere un caffè. Il tema del gioco ha trovato nel tempo altri rivoli di sviluppo. In agosto ad esempio i bambini del paese raccolgono i fiori di lavanda e compongono dei sacchetti colorati e profumati. Con il ricavato della vendita si organizza una festa con la presenza di clown e giocolieri e, attraverso un ulteriore contributo della Pro Loco, si acquista un gioco da impiantare nel parco. Chiediamo: “Cosa farete quando tutti i giochi di una volta di Azzinano saranno stati dipinti?” La risposta degli organizzatori porta lontano: “ I giochi di Azzinano prima o poi finiranno - conclude Alfredo Bifari della Proloco di Azzinano e una delle anime del progetto - e allora il soggetto dei murales si espanderà ad abbracciare i giochi di tutti il mondo. Abbiamo un sacco di idee da sviluppare in questa direzione”. Filippo Tronca

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