Terremoti italiani. Sfollati molisani ancora nelle baracche

L'inchiesta sulla gestione dei fondi in Molise

21 Aprile 2009   14:36  
Mentre si discute di norme sismiche, tecniche di costruzione, materiali flessibili e verifiche di staticità, molte sono le testate che scavano negli archivi della rete in cerca di notizie e inchieste attinenti al delicato scenario abruzzese delle ultime due settimane. Consapevoli degli enormi sprechi, e degli scandali avvenuti in passato in relazione alla gestione dei fondi per i terremotati, i media ripropongono vecchi e quanto mai attuali dossier, con lo scopo di illuminare la coscienza collettiva sui pericoli, i tranelli e le incongruenze che le amministrazioni italiane subiscono o tendono a mettere in atto quando si tratta di gestire i soldi dei contribuenti.
L'articolo che abbiamo scelto è stato tratto dall'archivo della Stampa.it e illumina egregiamente quanto accaduto in Molise in seguito all'eccezionale evento sismico del 31 ottobre 2002. Fior di milioni sono stati investiti per finanziare progetti completamente avulsi dal sostegno ai terremotati. Una vergogna che molti temono possa ripetersi anche in Abruzzo.   


ARRICCHIRSI COL TERREMOTO

Di Marco Castelnuovo


Che cosa c’entrano i 27 scolari di San Giuliano di Puglia morti il giorno del terremoto, con le api di Trivento? E che relazione c'è fra gli edifici rasi al suolo dalla scossa sismica di cinque anni fa, e la patata turchesca di Pesche? Che cosa unisce il pianto di chi il 31 ottobre 2002 ha perso un figlio o una casa, con lo svago che gli impianti di risalita di Capracotta offrono agli sciatori?» Queste domande si trovano sul sito Primonumero.it. Le risposte anche e sono molto inquietanti.

Ma partiamo dall’inizio, cioè da una triste mattina di cinque anni fa. Terremoto a San Giuliano di Puglia, 31 ottobre 2002: trenta morti di cui ventisette bambini sotto le macerie, circa 100 feriti e2.925 sfollati nella sola provincia di Campobasso. L’Italia sconvolta si mise in moto. Fiumi di denaro vennero raccolti per aiutare «le popolazioni colpite». Nel giro di una settimana la Soprintendenza dei beni culturali stilò una lista dei Comuni che avevano riportato danni a abitazioni ed edifici storici: 32 nella sola provincia di Campobasso, 9 in quella di Foggia e uno in quella di Isernia. A febbraio un’alluvione colpì, di nuovo, i territori già devastati. A marzo 2003 l’allora
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con l’ordinanza n. 3268 conferì al Governatore molisano Michele Iorio (Forza Italia) pieni poteri per gestire la ricostruzione. È passato un lustro e cosa si scopre? Che alcuni dei fondi (per un totale di 123 milioni di euro) che servivano per ricostruire i centri colpiti sono andati a tutt’altro. O meglio: negli oltre 500 decreti di finanziamento firmati dal
Commissario-Governatore ci sono denari per 136 Comuni del Molise. E quanti sono i Comuni della regione? 136, ovviamente.

Una serie di contributi a pioggia, anche ai Comuni che non hanno subito un solo graffio o una sola crepa dal terremoto. Un esempio? Il Comune di Campochiaro, 80 chilometri da San Giuliano, che i periti avevano dichiarato indenne subito dopo il sisma. Tanto che anche Iorio, quando nella primavera del 2003 stilò l’elenco delle zone terremotate non lo inserì. Ma visto che numerosi centri anche più lontani dall’epicentro avevano fatto richiesta di finanziamenti, ecco il dietrofront. Da alcune perizie successive risultò che il campanile era leggermente lesionato per cui venne aggiunto alla lista per una richiesta di 11.115.030,03 euro. in lettere, undici milioni di euro per un campanile leggermente lesionato.

Il commissario ha potuto concedere questi finanziamenti in base all’articolo 15 dell’ordinanza del 2003: «La regione (...) predispone un programma pluriennale di interventi diretti a favorire la ripresa produttiva nel territorio della regione Molise colpito dagli eccezionali eventi sismici del 31 ottobre 2002 (...) anche con il concorso delle risorse nazionali e comunitarie destinate allo sviluppo delle aree sottoutilizzate». Ecco qua. Un fondo unico per ricostruzione post-terremoto e programma pluriennale per la ripresa produttiva che riguarda l’intera regione e non solo le zone terremotate, nella quale confluiscono anche i fondi stanziati dal Governo e dall'Europa per le cosiddette aree sottoutilizzate, e soprattutto gestito da un unica persona. Iorio, in qualità di «Commissario Delegato emergenza sisma e alluvione» è l’intestatario del conto numero 3098 della contabilità speciale presso la Tesoreria provinciale di Campobasso della Banca d'Italia a cui solo lui ha accesso.

Dall'inizio del 2006 al settembre del 2007 per più di 200 volte ha attinto a quel fondo prima di firmare altrettanti decreti a favore dei Comuni molisani distribuendo oltre 123 milioni e 200 mila euro. Per finanziare cosa? Basta spulciare i decreti che si trovano sul sito della Regione. Per esempio il museo del profumo di Sant'Elena Sannita (200 mila euro, decreto n. 203 del 16 ottobre 2006), o per valorizzare la rete sentieristica del bosco Cerreto di Monacilioni (250 mila euro, decreto n. 52 del 23 febbraio 2007), o per ripristinare il sito archeologico «de jumento albo» di Civitanova del Sannio (275 mila euro, decreto n. 60 del 2 marzo 2007), o per sperimentare il
ripopolamento della seppia nelle acque del mare molisano (250 mila euro, decreto n. 169 del 24 agosto 2006), o per incentivare la «vocazione produttiva della patata turchesca di Pesche» (100 mila euro, decreto n. 171 del 24 agosto 2006), o il «piano di monitoraggio dell'apis mellifera ligustica», cioè lo spostamento delle api della zona di Trivento (90 mila euro, decreto del 27 aprile 2007), o per
finanziare uno studio (765 mila euro, decreto n. 55 del 31 marzo 2006) per la progettazione della metropolitana leggera che dovrebbe unire Matrice, Campobasso e Bojano.

San Giuliano è ben lungi dall’essere completamente ricostruita, eppure il Commissario ha stanziato fondi per il museo della Zampogna di Scapoli (300 mila euro), o per la riqualificazione del canneto di Roccavivara (300 mila euro), o per l'officina del gusto di Pizzone (330 mila euro), o per «l'itinerario sentimentale Morunni» di Ururi (750 mila euro). Rispondendo ad una interrogazione regionale dello scorso aprile, Il presidente Iorio disse che i soldi per la ricostruzione ammontavano a 551 milioni e 72 mila euro, compresi gli 86 milioni di euro stanziati dal governo per il 2007. Di questi 551 milioni ne sono stati spesi 380 milioni 531 mila, mentre gli altri 170 milioni e 547 mila restano in attesa di essere investiti.

Se si sommano tutti i finanziamenti reperiti nei 508 decreti a firma del Commissario, destinati esclusivamente alla ricostruzione dei Comuni terremotati, la cifra ammonta a 176 milioni 143 mila 677 euro, compresi i due milioni per i tecnici che hanno eseguito le perizie, i 320 mila euro andati a una ditta di Campobasso per la cartografia dell'area sismica, e i 14 milioni e 579 mila euro devoluti a chiese e istituti di culto o religiosi. Una cinquantina di milioni in più quindi rispetto a quanti il Commissario ne ha spesi per il «programma di ripresa produttiva» destinata a tutti i Comuni molisani. Soprattutto quelli della provincia di Isernia. Nonostante per la Soprintendenza solo un Comune della provincia di Isernia fosse da considerare «colpito» infatti,i residenti della stessa hanno ricevuto, pro capite, 445 euro, più dei residenti della provincia di Campobasso - San Giuliano compresa - considerata, in toto, «territorio danneggiato» (330 euro). Sarà un caso, ma va ricordato che Iorio è stato Assessore ai lavori pubblici della provincia, nonché sindaco del capoluogo. (Fonte La stampa.it ; nella foto la tendopoli di Casacalenda, Campobasso)


 

 


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