Terremoto, Cgil: "La priorità nel rilancio economico regionale deve essere L'Aquila"

09 Agosto 2011   11:20  

"In questi giorni, a livello nazionale e in Abruzzo, è in corso un confronto che coinvolge tutte le forze sociali sui problemi nazionali e regionali. Non può sfuggire a nessuno l'analogia della discussione sui temi che riguardano il Paese e la provincia dell'Aquila, se è vero che le scelte sbagliate del governo e della Regione ci consegnano un paese e un cratere sismico a sovranità limitata ed esposti alla crisi e alla speculazione finanziaria, con gravissime conseguenze che rischiano di essere pagate dai soliti noti: lavoratori dipendenti e pensionati." A parlare, in una nota, è il segretario generale Cgil L'Aquila, Umberto Trasatti.

"Per quanto riguarda la nostra regione, le associazioni industriali, del commercio e dei servizi, insieme ai sindacati, hanno evidenziato i rischi per l'economia abruzzese in assenza di scelte coraggiose e coerenti che coinvolgano la giunta regionale e il governo nazionale. Circa la provincia dell'Aquila, dev'essere chiaro che questo territorio rischia di pagare un prezzo ancora più alto che il resto dell'Abruzzo. Non si possono dimenticare, infatti, gli eventi drammatici del 6 aprile 2009 e le loro conseguenze. Subito dopo il terremoto -continua Trasatti- al governatore Chiodi chiedemmo alcune misure per rilanciare l'economia delle zone colpite, tra le altre la deroga al patto di stabilità per gli enti locali, il finanziamento dei contratti di programma, le modifiche alla zona franca urbana per aiutare le imprese locali e l'equo trattamento sul tema delle tasse. Dopo due anni e mezzo queste risposte non sono arrivate. Si sta discutendo invece del cosiddetto Patto per l'Abruzzo e della necessità di un urgente incontro con il governo e i ministeri competenti per i necessari finanziamenti a sostegno dell'economia."

"La prima domanda che la Cgil dell'Aquila pone-commenta Trasatti- è dunque la seguente: dentro questo Patto è previsto un capitolo specifico riferito al rilancio dell'economia (con relativi finanziamenti) delle zone terremotate? Ha la Regione Abruzzo la forza e la volontà di porre al governo una questione specifica riferita al rilancio delle zone colpite dal sisma?

Per quanto ci riguarda, non siamo più disponibili ad accettare che le risorse destinate alle aree terremotate vengano utilizzate in tutto l'Abruzzo per iniziative che nulla hanno a che fare con gli effetti del sisma, come è accaduto sui fondi Anas per le infrastrutture, su quelli per le scuole, con il maldestro tentativo sui fondi per l'università, per la bonifica di siti inquinati, per le consulenze d'oro, ecc.

Ricordato che è stata la Cgil dell'Aquila a sostenere la necessità di destinare una parte delle risorse del terremoto al rilancio dell'economia del cratere sismico, e pur apprezzando ciò che il senatore Legnini ha sottolineato (ovvero che gli interventi indicati nel masterplan vanno sorretti cambiando la legge sul terremoto ed inserendo azioni di rilancio economico), vogliamo ricordare che quella legge è rivolta specificamente alle zone colpite dal sisma e non alla totalità della regione Abruzzo."

"Bene dunque -continua Trasatti- la proposta di finanziare con parte di questi fondi la ripresa economica, ma tutto ciò va fatto all'interno del cratere ed in particolare nella provincia dell'Aquila, quella che paga più delle altre il prezzo del terremoto e che da oltre due anni aspetta i fondi per il rilancio economico e la fine di una gestione commissariale che ha determinato nei fatti il blocco della ricostruzione."

"Per quanto ci riguarda -conclude Trasatti- se i tavoli di discussione non porteranno a risultati tangibili e concreti per questo territorio, tutte le forze sociali non potranno che prenderne atto e promuovere le iniziative di mobilitazione e di lotta necessarie a determinare un cambio di rotta a favore di un'area duramente colpita dal terremoto."


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