Terrore in carcere: detenuto armato aggredisce cinque agenti inneggiando ad Allah

12 Ottobre 2024   16:11  

Momenti di panico nel carcere di Chieti: un detenuto marocchino armato semina il terrore ferendo gravemente un agente.

Una situazione di puro terrore si è verificata all'interno della casa circondariale di Chieti lo scorso 29 luglio, quando un detenuto di origine marocchina, al grido di "Allah Akbar", ha aggredito cinque agenti di polizia penitenziaria. L’uomo, un 26enne già noto per precedenti penali, ha scatenato il caos, minacciando di uccidere chiunque si avvicinasse, mentre brandiva una lametta. L’episodio, avvenuto intorno alle 18:30, ha lasciato uno degli agenti gravemente ferito.

Hamza Boudali, il detenuto coinvolto, è attualmente sotto inchiesta per lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. La vicenda è stata particolarmente drammatica a causa delle minacce pronunciate durante l’aggressione, evocando un linguaggio associato a terroristi islamici. L'aggressore ha gridato frasi come "questa sera uccido uno di voi", facendo piombare il carcere in uno stato di forte allerta.

Boudali, residente ad Avezzano, è noto per una serie di crimini precedenti, tra cui scippi ai danni di anziani e spaccio di droga. Questi episodi gli hanno già procurato numerosi problemi con la giustizia. Attualmente, il sostituto procuratore Lucia Anna Campo ha concluso le indagini preliminari, avviando le procedure per un possibile rinvio a giudizio.

Il caos all'interno del carcere è scoppiato durante una lite tra detenuti di origine magrebina e italiana, nella sezione dedicata ai reclusi comuni. Le tensioni, però, sono rapidamente sfuggite di mano quando Boudali ha rifiutato di tornare in cella, armato di una lametta. Nonostante i tentativi degli agenti di riportare la calma, l’uomo ha cominciato a minacciare seriamente il personale penitenziario.

Durante l’aggressione, Boudali ha colpito con un violentissimo pugno al volto uno degli ispettori, facendolo crollare a terra. L'ispettore, soccorso immediatamente in infermeria, è stato poi trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Chieti, dove ha ricevuto cure per ferite guaribili in dieci giorni.

Le indagini stanno ora cercando di stabilire con precisione le dinamiche dell'accaduto e le eventuali responsabilità del detenuto. L’episodio ha sollevato preoccupazioni sulla gestione della sicurezza all’interno delle carceri, con particolare attenzione alla prevenzione di episodi di violenza tra detenuti e contro il personale penitenziario.

Il nome di Boudali rimane legato a un passato di criminalità, ma questo nuovo episodio rappresenta un grave salto di qualità nella sua condotta violenta. Le autorità competenti stanno valutando le misure necessarie per evitare che simili episodi possano ripetersi in futuro.


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