Tiro a segno, appello per ricostruire il poligono dell'Aquila

11 Febbraio 2010   13:44  

L’idea è di Marzio Maccacaro, sales & marketing manager della Fiocchi. Aveva ricevuto un’accorata richiesta di aiuto dal presidente della sezione del Tsn di L’Aquila in macerie dopo il terremoto del 6 aprile e ha subito pensato di poter aiutare fattivamente, con una campagna di raccolta di fondi. Mi ha chiamato ed eccoci qui. A chiedere il contributo di tutti per aiutare gli aquilani a tornare alla vita normale, a riprendere l’attività sportiva e ricreativa del tiro.

«Il sisma ha praticamente distrutto l’intero edificio sociale del nostro poligono A. Bafile sito in via Sila Persichelli, dove erano situati gli uffici e il locale armeria», spiega il presidente Livio Aniceti. «La nostra attività era già stata compromessa negli ultimi anni, dopo lo sfratto del 2003 dalla sede in viale della Croce rossa, per i mancati lavori di completamento degli stand di tiro ora indispensabili per il prosieguo delle attività istituzionale e sportiva. Adesso lo stabile pericolante e sotto sequestro dovrebbe almeno essere messo in sicurezza…».

Abbiamo imparato a conoscere la forza d’animo degli aquilani in questi mesi. E anche i nostri “colleghi” tiratori aquilani non fanno eccezione: «Ci siamo adoperati insieme al Centro universitario sportivo e all’Unione italiana Tiro a segno per ridare il via alla nostra attività», conferma Andrea Scordella, consigliere regionale Uits e responsabile regionale per la promozione sportiva. «L’uno ci ha donato spazi presso il complesso sportivo di Centi Coltella, in buona vista sulla statale 17 e sull’ingresso della superstrada per la Mausonia, e l’altra ci ha messo a disposizione mezzi e attrezzature per l’attività ad aria compressa. Ci sarebbe molto da fare, ma adesso vogliamo almeno realizzare una struttura scatolare 10x15 e alta 3 metri in legno, a pannelli in lamierato o altro materiale edile compatibile con l’uso. I nostri giovani atleti devono riprendere l’attività sportiva al più presto e così per gli obbligati».

Insomma, bando alle cautele. Si tratta di mettere mano al portafoglio per raccogliere un po’ di fondi e poi vedere come verranno spesi, osservare i progressi che il Tsn di L’Aquila potrà e saprà fare nel tempo: «Potrebbe apparire fuori luogo, in questo momento, pensare a un’attività che si potrebbe giudicare non indispensabile», considera Maccacaro. «Invece proprio lo sport aiuta nei momenti difficili, soprattutto i giovani che hanno perso la possibilità di fare altre attività e ogni riferimento ricreativo. Ma adesso è passato un po’ di tempo e il governo ha dimostrato di fare la sua parte. È il nostro momento e sono certo che altre aziende del settore e tanti privati vorranno contribuire a questa operazione di solidarietà».

Massimo Vallini


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