"Toro Scatenato" compie 30 anni

Nel 1980 usciva il capolavoro di Scorsese

04 Gennaio 2011   15:01  

La storia di "Toro Scatenato", il capolavoro di Martin Scorsese, non è una storia come tante. Già, perchè il film in questione, pochi lo sanno, ha salvato la vita del regista, come da lui stesso ammesso. L'epica vicenda del pugile Jack La Motta, campione dalla carriera altalenante a causa di un carattere difficile, ha cambiato l'esistenza del cineasta italo-americano per sempre.

A suggerirgli l'idea del film fu Robert De Niro, all'epoca impegnato sul set di "Alice non abita più qui", che portò all'amico il libro "Toro scatenato", scritto dallo stesso La Motta insieme a Peter Savage e Joseph Carter. Sebbene il maestro non apprezzasse molto la vena assolutoria nei confronti dell'atleta che permeava questa biografia, accettò ben volentieri di realizzarne il film.

Nel frattempo, Scorsese, dopo l' insuccesso ottenuto con "New York, New York", era finito in una crisi profonda che lo portò nel tunnel della droga: "Vivevo al limite e mi distrussi quasi completamente. Arrivai al punto che quattro giorni su sette restavo a letto, malato, a causa della mia asma, della coca, delle pillole". Sull'orlo del baratro chiese all'amico sceneggiatore Paul Schrader, col quale aveva già collaborato in "Taxi Driver", di scrivere una nuova versione della storia di La Motta.Una volta uscito dall'ospedale, Robert De Niro gli consigliò di andare a trovare la sua nuova fiamma, Isabella Rossellini, per poi dedicarsi insieme anima e corpo allo script del nuovo film.

La pellicola venne girata in due momenti distanti quattro mesi l'uno dall'altro, per far si che De Niro potesse ingrassare 30kg ed assomigliare in tutto e per tutto al personaggio interpretato. L'attore andò, allora, in Italia ad ingurgitare quantità mostruose di torte e spaghetti, fino ad ottenere il peso desiderato. Intanto, Martin Scorsese e Thelma Schoonmaker erano dediti al montaggio delle parti già girate. Nacque così "Toro Scatenato", la storia di qualcuno che aveva superato prove terribili, che aveva sofferto e aveva fatto soffrire quelli che gli erano vicini, e che... era arrivato a una sorta di pace con se stesso e con il mondo, quel film parlava di me. Era stato fatto alla maniera di un kamikaze: ce l'avevo messa tutta e pensavo che sarebbe stato il mio ultimo film", ha scritto il regista.

Per fortuna, il destino ha voluto che ci regalasse molti altri capolavori. E la storia continua...

Francesco Balzano


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