Tourism tax Abruzzo boom: incassi record aumentano, ma montagna resta indietro

04 Agosto 2025   14:59  

Gli enti abruzzesi registrano un +33 % nei ricavi dell’imposta di soggiorno, trainati dalla costa, mentre le località montane evidenziano cali preoccupanti.

I get­titi dell’imposta di soggiorno nei comuni abruzzesi hanno totalizzato nel 2024 4,6 milioni di euro, segnando un aumento del 33% rispetto al 2023, quando erano ferma a 3,5 milioni € (+1,1 milioni €). Il trend a cinque anni evidenzia una crescita complessiva del 108%: si passa dai 2,2 milioni del 2020 ai 4,6 milioni nel 2024, con un incremento assoluto di circa 2,4 milioni di euro.

Il comune più prospero è Tortoreto, con introiti pari a 539 mila €, pari a un aumento dell’84%, e guida la classifica regionale. Seguono le località costiere maggiormente dinamiche:

  • Martinsicuro ha registrato un +117% passando da 218 mila a 473 mila €;

  • San Vito Chietino è salita da 26 mila a 55 mila € (+113%);

  • Francavilla al Mare mostra +72% (103 → 176 mila €);

  • Pineto +57% (207 → 325 mila €);

  • Alba Adriatica +22%, Silvi +20%, Roseto +6%, Pescara +2%.

In coda, alcune realtà interne e di mare mostrano performance peggiori:

  • Chieti ha incassato 108 mila € (+24%);

  • Sulmona 50 mila € (+12%);

  • Castel di Sangro, introdotta l’imposta nell’aprile 2024, totalizza 49 mila €;

  • Santo Stefano di Sessanio e Castel del Monte restano sotto i 15 mila €.

Le località montane subiscono una fase di contrazione:

  • Ovindoli incassa solo 10 mila € (-28%);

  • Roccaraso scende da 142 a 129 mila € (-9%);

  • Pescasseroli perde il 2% chiudendo con 98 mila €. Analoghi cali si registrano anche in alcune mete di mare, come Torino di Sangro (-27%) e Vasto (-3%, 334 mila €).

Secondo Giammarco Giovannelli, presidente regionale di Federalberghi, l’imposta è un indicatore diretto delle presenze turistiche: laddove aumentano gli incassi, vi è stata una strategia mirata con eventi, programmi stagionali o persino annuali basati su attrattori culturali, naturali o paesaggistici. Viceversa, nei territori con dati negativi, probabilmente mancano azioni progettuali strutturate.

Questi dati si inseriscono in un contesto più ampio: il turismo rappresenta circa il 13% del PIL regionale e il 7,1% dell’occupazione in Abruzzo, con un’offerta variegata tra turismo costiero, montano ed escursionistico. Nonostante ciò, la regione resta tra le meno visitate d’Italia, con presenze provinciali che nel 2022 hanno raggiunto circa 6,4 milioni.


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