Traffico illecito rifiuti. Otto arresti fra Abruzzo e Puglia

09 Febbraio 2010   09:34  

Otto persone sono state arrestate all'alba dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Pescara a conclusione di un'indagine per traffico illecito di rifiuti. Gli arresti sono stati eseguiti in Abruzzo e in altre regioni. Delle otto misure cautelari personali sei sono agli arresti domiciliari, altre due in carcere.
A disporre gli arresti e' stato il gip del Tribunale di Lanciano (Chieti), Francesca Del Villano Aceto, su richiesta del pm Maria Rosaria Vecchi. All'operazione hanno partecipato i militari dell'Arma territoriale e del quinto Elinucleo di Falconara (Ancona).

Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Noe di Pescara, coordinati da Fiorindo Basilico, in Abruzzo e Puglia mentre nel Lazio e' stata eseguita una perquisizione domiciliare. Tra gli abruzzesi raggiunti dalla misura cautelare un imprenditore di Lanciano (Chieti), il vice comandante della polizia provinciale di Chieti (in congedo) e un chimico di Spoltore (Pescara).

Tra gli arrestati figurano Nicola Di Florio e Annalinda Di Paolo, imprenditori del settore smaltimento rifiuti e titolari della Di Florio di Cerratina e della Sistema 2000 di Santa Maria Imbaro (Chieti).

Avrebbero allestito un vasto traffico illecito di rifiuti tra Taranto e Lanciano (Chieti), che dalla Puglia arrivavano in Abruzzo per essere smaltiti illegalmente in alcuni impianti della zona. Con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico e gestione illecita di rifiuti, i carabinieri del Noe dei carabinieri hanno eseguito questa mattina alle 5, 8 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip del tribunale di Lanciano Francesca Del Villano Aceto su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Rosaria Vecchi. In manette sono finiti Giorgio Nicola Di Florio di Lanciano, Andrea Fassone di Chieti, Anna Linda Di Paolo di Ortona (Chieti), Vincenzo Cocca di Spoltore (Pescara), Andrea Francesco Di Liberato di Chieti, Riccardo Di Mascio di Francavilla al Mare (Chieti), Fiorentino Giangiordano di Roccascalegna (Chieti), Antonio Anglano di San Giorgio Jonico (Taranto).
Dalle prime informazioni sembra che i rifiuti pugliesi arrivassero in Abruzzo per essere trattati in impianti specializzati che facevano capo all'organizzazione degli arrestati. I procedimenti, pero', in realta' avvenivano solo in parte o non avvenivano per niente. Venivano comunque emessi documenti che ne attestavano l'idoneita' allo smaltimento.

Tonnellate di rifiuti speciali provenienti dalle varie aziende della Val di Sangro fittiziamente selezionati e trattati finivano in due discariche: quella lancianese di Cerratina e la discarica Vergine di Taranto in Puglia. ovviamente accompagnati da documentazione analitica e di trasporto falsificata. Lo scopo era quello di sostenere costi contenuti e ottenere un forte sconto sull'applicazione dell'ecotassa regionale (500mila euro circa). Tra le otto persone arrestate dai carabinieri del Noe di Pescara nell'ambito dell'operazione Spiderman coordinata dalla procura di Lanciano, un ex vice comandante della Polizia provinciale di Chieti, Riccardo Di Mascio, 61 anni, posto agli arresti domiciliari: avrebbe falsamente attestato in atti pubblici che l'esistenza di attrezzature per il trattamento automatico di rifiuti presso l'impianto Di Florio di Lanciano che in realta' non esistevano . Un altro ex vice comandante e' stato invece denunciato a piede libero. Sono entrambi indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali che avveniva con la sistematica complcita' di impianti di gestione rifiuti, trasportatori, intermediari, imprenditori, laboratori analisi e compiacenti discariche. I particolari dell'operazione sono stati resi noti questa mattina nel corso di una conferenza stampa dal comandante del gruppo Noe di Roma, colonnello Antonio Menga, e dal comandante del Noe di Pescara, capitano Florindo Basilico. L'unico aspetto positivo, ha sottolineato il colonnello Menga, e' che in questo caso i rifiuti andavano in discariche e non ad inquinare siti e falde acquifere. I rifiuti venivano conferiti da ignare aziende all'impianto della ditta Di Florio srl di Lanciano, il cui legale rappresentante Giorgio Nicola Di Florio e' in carcere. E' qui che venivano simulate operazioni di selezione, trattamento e recupero dei rifiuti che poi finivano nella vicina discarica di Cerratina. Secondo quanto accertato, il volume d'affari si aggira sui tre milioni di euro mentre la quantita' dei rifiuti gestiti e' di circa 80mila tonnellate. I carabinieri hanno preso in esame l'attivita' relativa agli anni 2007, 2008 e 2009. Nell'impianto di Di Florio non erano inoltre presenti le attrezzature per il trattamento automatico dei rifiuti. In carcere e' finito anche Andrea Fassone, 39 anni, procacciatore d'affari di fatto dipendente della ditta Sistema 2000 srl, societa' di intermediazione di Santa Maria Imbaro (Chieti) la cui legale rappresentante, Annalinda Di Paolo, 54 anni, moglie di Di Florio, e' agli arresti domiciliari. Ai domiciliari anche Vincenzo Cocca, 60 anni, titolare dell'omonimo studio chimico di Spoltore (Pescara), che si prestava per redigere certificati di analisi falsificati. Ai domiciliari anche Andrea Francesco Di Liberato, 42 anni, dipendente della Di Florio, Fiorentino Giangiordano, 58 anni, dipendente della Ecologica Sangro di Lanciano, societa' che gestisce la discarica consortile di Lanciano, e Antonio Anglano, 49 anni, responsabile di impianto della discarica Vergine di Taranto. Questi ultimi tre sono indagati per concorso in traffico illecito di rifiuti ma non per il reato associativo. Nell'inchiesta sono indagate complessivamente 22 persone mentre sono 5 le aziende coinvolte.


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