Transcom, era pronto l'ampliamento. Ora si vuole chiudere

Terremoto e alibi

15 Aprile 2009   11:30  

Un piano di rilancio aziendale che nel giro di un paio d’anni avrebbe fatto persino incrementare di circa duecento unità l’organico. Si era pronti a rispondere, con progetti innovativi, ai bandi per l’assegnazione dei fondi di provenienza comunitaria.
Chi l’avrebbe mai detto che poi, con le conseguenze del sisma, quelle ambizioni, presentate in una affollata conferenza stampa tenuta dal manager di Transcom Roberto Boggio assieme al vice presidente del Consiglio regionale De Matteis appena qualche settimana fa sarebbero scemate all’improvviso.
La proposta è ora quella di trasferirsi in un'altra città spostando tutti e 400 i dipendenti che, però, credono che quella del terremoto sia una scusa bella e buona, la verità è che l’azienda vuole proprio chiudere i battenti in città.
Il trasferimento in una città meridionale viene proposta come l’unica alternativa ai dipendenti, convocati in fretta e furia via sms, dopo che la struttura che ospita il call center è stata danneggiata. Secco il no dei dipendenti, molti dei quali rimasti senza casa e in alcuni anche senza i propri cari.

Una legittima preoccupazione quella dei dipendenti Transcom, che in questi giorni aleggia in città e che è il timore un po’ di tutti. Il rischio degenerazione economica è a un passo, rimettere su gli uffici non sarà facile e graverà non poco su una città fondata sul terziario. L’università coi suoi 26mila studenti dei quali circa la metà fuori sede, è verosimile pensare che si ridurrà del 50 per cento.

(MS)

Incontro Regione-Transcom in attesa dei bandi per i fondi comunitari


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore