Riceviamo da Donatella Flati Candidata Consigliere Comunale per la Lista L’Aquila Città Unita, e pubblichiamo.
''Se non ora quando? mi sono chiesta prima di accettare questa per Me Nuova Esperienza Politica, alla quale credo fermamente e alla quale mi sto dedicando con lo stesso impegno con cui, chi mi conosce sa, sono solita affrontare la Vita in generale.
La Vita di una Ragazza di ventisei anni, nata e cresciuta a L’Aquila, studentessa universitaria laureanda in Ingegneria Gestionale nell’Ateneo della Città. Mi rivolgo dunque a tutti coloro che si soffermeranno anche solo un istante sulle riflessioni che seguiranno per sottolineare che a parlare è dapprima la Cittadina Aquilana Donatella Flati, poi la Studentessa ed in ordine, non certo d’importanza, la Candidata Consigliere Comunale per le prossime Elezioni Amministrative del 6-7 Maggio della lista “L’Aquila Città Unita”.
Quest’ultima, trova la propria sintesi nel progetto che ha come Candidato Sindaco il Dottor Giorgio De Matteis al quale personalmente scelgo di offrire il mio appoggio, individuando in Lui l’Unica Concreta Possibilità di uscire da quella che è stata a più Voci considerata una Situazione Sospesa, che ci ha tolto anche la Speranza di Credere che
Qualcosa di Migliore per la Nostra Città sia Possibile. Alla lista dunque io ho portato e porterò in particolare la mia esperienza di studentessa universitaria che vive tutti i giorni, da mille giorni, le problematicità della propria Facoltà, Ingegneria appunto, e le sensazioni, le esperienze dei propri Colleghi. Il post-terremoto è stato indubbiamente un momento drammatico per il Nostro Ateneo che ha subìto spinte centrifughe, correndo il rischio di vedersi smembrato tra Avezzano, Celano, Carsoli, Pescara, Lanciano; è stato preda di Affaristi “Avvoltoi” che hanno speculato sia sull' Istituzione che sugli studenti in cerca di casa.
Ed è proprio a questi Ultimi, agli Studenti fuori sede in particolare, che occorre GARANTIRE risposte concrete non già e non solo su ciò che si intenderà fare nel lungo periodo, ma soprattutto su ciò che si farà nel breve, brevissimo periodo; è il Futuro “Semplice” , per usare una metafora grammaticale, che interesserà ai miei Colleghi quando a Settembre dovranno Scegliere se confermare la propria iscrizione nell’ Ateneo o avviare un percorso di immatricolazione altrove. Mi piacerebbe pensare a L’Aquila Ex-Novo in senso letterale, cioè “dal nuovo”: un progetto che immagini il Futuro incorporando il Passato.
E allora SE NON ORA, QUANDO denunciare la totale mancanza di Sinergia tra il Comune dell’Aquila e l’Ateneo Aquilano già prima del terremoto del 2009? Ricordo a questo proposito quanto accaduto nell’ottobre del 2008, quando il Comune dell’Aquila decise di stipulare una convenzione con l’Università Luiss di Roma per lo svolgimento di un corso di formazione rivolto a dipendenti comunali. La domanda sorge spontanea; il Comune, il Sindaco ed il Direttore Generale si confrontarono con l’Ateneo aquilano e la sua Facoltà di Economia prima di chiedere ad una Università, privata per giunta, la possibilità di costruire un percorso formativo studiato “ad hoc” per i dipendenti ed i dirigenti comunali?
E poi, l’Amministrazione Comunale verificò se la Fondazione dell’Università dell’Aquila, che vede tra i suoi Soci il Comune stesso, e che tra le sue attività principali ha anche la formazione per le pubbliche amministrazioni, non potesse rispondere alla formazione richiesta? Evidentemente no, se, come ricorda il Preside della Facoltà di Economia dell’Università dell’Aquila Fabrizio Politi, fin da Aprile 2008 l’Università dell’Aquila approvò un Protocollo d’intesa con il Comune per lo sviluppo di iniziative congiunte (fra cui l’istituzione di un Osservatorio sul turismo) fra la Facoltà di Economia ed il Comune dell’Aquila.
Il Protocollo non ebbe attuazione solo per “l’inerzia”, diciamo così, del Comune dell’Aquila. Occorre prendere atto che il Comune privilegiò rapporti con un’ istituzione universitaria estranea al contesto territoriale cittadino che rispondono ad interessi precisi e settoriali. E’ evidente che L’Amministrazione Comunale non abbia mai compreso sino in fondo che L’Università è una delle poche Risorse Strategiche del territorio.
SE NON ORA, QUANDO fornire risposte certe e concrete ai 24.810 studenti Universitari (questa la cifra ufficiale, ma a mio avviso da considerarsi ufficiosa perché non rispondente alla realtà), iscritti nell’ a.a. 2011-2012, definiti qualche giorno fa “Eroici” dall’attuale Rettore Ferdinando di Orio e alle loro “Eroiche” Famiglie che hanno nuovamente creduto in un Futuro Possibile dell’Università in particolare e della Città più in generale?
E’ come se ci fossimo fatti una promessa e abbiamo preso un impegno, quello di rimanere all'Aquila, Università e Studenti , per riprendere la missione dell'Ateneo di didattica e ricerca qui all'Aquila, e, nel fare questo, contestualmente far rivivere, rinascere e ricostruire la città. Gli studenti fuori sede in migliaia e migliaia hanno ripreso a vivere qui, altrettanti continuano a viaggiare quotidianamente.
SE NON ORA, QUANDO ascoltare gli Studenti che chiedono cosa accadrà non certo o comunque non soltanto tra 10 anni quando tutti auspichiamo che la Città e L’ateneo avranno riacquisito una loro fisionomia? E mi riferisco ai servizi primari quali i trasporti e la ristorazione, agli affitti che dovrebbero essere calmierati in base ai patti territoriali e che così non è, agli alloggi. Considerata infatti la difficile realtà abitativa aquilana, perché non pensare alla trasformazione progressiva della Caserma Campomizzi in Campus Universitario anziché ventilarne la possibilità di una chiusura come accaduto nelle scorse settimane?
Le palazzine in disuso della ex Pasquali-Campomizzi sono ancora moltissime, possono e devono progressivamente essere trasformate in residenze universitarie al fine di creare uno dei campus universitari più grandi d'Italia. Ci sono inoltre, a seguito della ristrutturazione, altre centinaia di posti letto disponibili nel Campus Reiss Romoli, e, a mano a mano che i cittadini potranno finalmente tornare nelle proprie case ricostruite, ci saranno altre centinaia, forse migliaia di appartamenti teoricamente destinati agli studenti universitari, così come ci sono i 16 Milioni di euro destinati alla costruzione di una nuova Residenza Universitaria. Insomma, da un lato c'è un potenziale per avere un'importante offerta pubblica di posti letto, così indispensabili per abbassare il fenomeno del pendolarismo, per ripopolare la città calmierando allo stesso tempo il mercato degli affitti; dall'altro però si è di fatto fermi ancora a soli 240 posti letto e addirittura si mette in discussione anche la gestione di questi pochi.
Chissà che non possa risolvere tutti i problemi il Progetto “Agenzia Casa” attivato con un “colpo di bacchetta” nei giorni scorsi dall’Assessore al Diritto allo studio Stefania Pezzopane; una piattaforma informatica per favorire l’incontro tra domanda ed offerta di residenzialità per gli Studenti.
Mi chiedo soltanto dove fossero l’Assessore Pezzopane e la Giunta del Suo Sindaco quando all’indomani del terremoto Centinaia di Ragazzi, accompagnati dalle Loro Famiglie, citofonarono al mio campanello, così come a quello dei miei Compaesani, alla ricerca di un alloggio; furono lasciati Soli a loro stessi e così per ben tre lunghi anni. Per quanto attiene ai trasporti, la Regione è stata fondamentale per garantire il trasporto extraurbano dedicato, ma rimane comunque un preciso dovere quello di programmare, progettare e attivare i servizi per una buona residenzialità degli studenti, oltre a garantire il trasporto extra-urbano.
SE NON ORA, QUANDO convincere tutti Noi Aquilani che L’Università è la Nostra più Grande e Redditizia Industria e che quindi non è da considerarsi come “un peso” perché notoriamente lo Studente fa’ casino la notte e non lascia dormire quello al piano di sopra?
SE NON ORA, QUANDO pensare a come rendere nuovamente appetibile non soltanto l’offerta formativa dell’Ateneo (che già risulta essere piuttosto variegata e cospicua), ma l’offerta di Vita a L’Aquila per gli Studenti, non già perché sono esonerati dal pagamento delle tasse universitarie? Questo è soltanto un palliativo. E quando tra due anni non sarà più così?
Quando nel 2014 non sarà più così, è assai probabile che i numeri forniti nei giorni scorsi dal Rettore Ferdinando Di Orio, 24.810 studenti nell’Ateneo e circa 7.000 nella Facoltà di Ingegneria, si riveleranno non veritieri circa lo stato attuale delle immatricolazioni.
E perché non dire che attualmente la mensa dell’Università di Ingegneria consiste in una struttura provvisoria che riesce ad ospitare 50 posti a sedere, a fronte di 5000 iscritti (7000 secondo gli ultimi dati) e che a poche centinaia di metri dalla Facoltà è stato realizzato, ma non ancora reso fruibile agli Studenti, il Centro Universitario Polifunzionale di Campo di Pile che almeno in parte risolverebbe i problemi a cui accennavo sopra con i 220 posti a sedere della mensa?
Il Complesso è stato realizzato alla memoria del giovane studente di Ingegneria Hussein Hamade che ha perso la vita all’interno della Casa dello Studente la notte del 6 Aprile 2009, è stato inaugurato lo scorso 23 settembre, ma non ancora aperto ufficialmente. Realizzata dal dipartimento della Protezione Civile grazie alle donazioni di Israele, di numerosi sponsor e dalla stessa Adsu dell’Aquila che ha contribuito con 500.000 euro e che si farà carico anche della gestione, la struttura è dotata, tra le altre cose, di una moderna cucina, un’aula multimediale con 28 postazioni informatiche, ampio parcheggio e aree verdi.
La struttura sarebbe inoltre facilmente raggiungibile grazie all’attivazione del servizio navetta dell’Azienda per la mobilità aquilana voluto dal Preside della Facoltà di Ingegneria, Pier Ugo Foscolo, da e verso i poli universitari di Reiss Romoli (Facoltà di economia) ed Ex-Optimes.
E’ tuttavia notizia di questi giorni che il personale mensa dell’Università dell’Aquila sia stato invitato a preparare i locali per un’ imminente Apertura; ciò che mi stupisce non è certo la Sostanza, ma la tempistica!!!
E perché non esigere spiegazioni sul perché la cosiddetta “Palestra Canada” in località Lenze di Coppito, vicino la Facoltà di Medicina e Chirurgia, dopo l’apertura del Centro Polifunzionale in cui la palestra è collocata ancora non sia a disposizione degli Studenti che potrebbero usufruire di una palestra con attrezzature nuove, di un campo in parquet da calcetto e basket?
La proprietà della Struttura Polifunzionale, realizzata dal dipartimento della Protezione Civile con un finanziamento di circa 3 milioni di euro a totale carico del Governo Canadese, è stata trasferita al Comune dell’Aquila e l’amministrazione deve ancora definirne con l’Adsu l’uso.
L’Azienda si occuperà della gestione. E perché non denunciare che la Società San Vincenzo de Paoli nel marzo 2010 si era messa a disposizione per offrire il proprio contributo alla ricostruzione della Città dell’Aquila proponendo un progetto da quasi 2 milioni di euro per la realizzazione di un Centro Studi di circa 800 metri quadri da mettere a disposizione degli Studenti Universitari e che ancora non si è riusciti a far partire i lavori?
Riporto e sottoscrivo le recenti dichiarazioni della stessa Società San Vincenzo De Paoli: « Siamo a conoscenza del fatto che anche altre Associazioni hanno incontrato le nostre stesse difficoltà e si trovano con progetti da milioni di euro pronti a partire, ma inconcepibilmente bloccati. In tutto ciò ravvediamo una mancanza di rispetto nei confronti di chi si è impegnato con tutte le sue forze per restituire dignità alle popolazioni colpite da questa tragedia, senza chiedere Niente in cambio » (03 Aprile 2012).
SE NON ORA, QUANDO ricordare a Tutti Voi che a L’Aquila non si è costruito il Centro Ricerche Eni, “Ponte per l’Innovazione”, da 20 milioni di euro? E non lo si è costruito perché a questo grande investimento venne assegnato un terreno su cui sorge una struttura alberghiera. E così il progetto venne abbandonato. Tre anni fa, quando il rilancio dell’ Aquila era una partita politica di peso nazionale, l’attuale Rettore dell’ Università dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, firmò un’intesa con Eni in base alla quale la Compagnia di San Donato Milanese si impegnava a realizzare a Casale Calore di Preturo un impegnativo Centro Universitario di Ricerca. Firmato l’accordo, toccava al Comune; quest’ultimo impiegò sei mesi di silenzio per arrivare ad una decisione del Consiglio Comunale.
Va rimarcato dunque come questa Amministrazione abbia fatto di tutto per far vivere le conseguenze del terremoto unicamente come Sciagura, senza avere la minima capacità di riscattare il dramma che nessuno potrà mai dimenticare e sempre nel rispetto del dolore di chi è stato colpito in prima persona, trasformandolo anche in un’opportunità per Cambiare in Meglio il Nostro territorio.
Concetti questi che non albergano in questa classe dirigente, tanto di sinistra quanto di desta, che da più di 30 anni occupa tutte le responsabilità pubbliche e che ormai ha fallito l’opportunità, che pur ha avuto, di fare qualcosa di buono per la Nostra L’Aquila. Tutto ciò mentre noi Studenti Universitari continuiamo a voler essere di nuovo al "centro" dell'Aquila, a ripopolarla, di giovedì, ma non solo il giovedì, di notte, ma non solo di notte.
E perché non pensare allora ad un bus notturno, già attivo il giovedì notte, su più aree della città. E’ necessario un progetto a 360° che includa e potenzi trasporti notturni e diurni, che renda sicura e percorribile la viabilità pedonale di una città che ha esteso la sua “periferia”, una città che ha sviluppato luoghi di aggregazione in centro, tra palazzi puntellati e lungo le arterie principali e trafficate della città. Una città che deve necessariamente provvedere alla sicurezza e all'incolumità dei cittadini e dei suoi studenti. Basterebbe chiedere alle Autorità locali di fare una visita di giorno, negli orari di ingresso e di uscita dalle Facoltà, alle fermate dell'autobus al Polo di Coppito e del Nucleo industriale di Pile e concluderne che le condizioni di sicurezza stradale e dei pendolari sono minimali.
Basterebbe chiedere alle autorità locali di fare una visita di notte, in Centro, lungo Via della Croce Rossa, lungo via Corrado IV e lungo le statali disseminate di locali. E’ necessario trovare modalità che garantiscano l'esistenza di luoghi e momenti di aggregazione, senza ricorrere alle periodiche, burocratiche e inutili ordinanze restrittive sugli orari di apertura, ma attivando pratiche e servizi in grado di far convivere divertimento e sicurezza. E allora mi rivolgo a Voi lettrici e lettori e Vi chiedo in ultimo:
SE NON ORA, QUANDO il CAMBIAMENTO? SE NON ORA, QUANDO abbandoneremo la diffidenza verso il Nuovo, la logica dell‘ “Esso Quissu mo’ ” ?