USURA: ALLEVATORE ARRESTATO DALLA POLIZIA NEL CHETINO
Un allevatore di cavalli di Guardiagrele, Rocco Ferrari, di 34 anni, è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Chieti per usura aggravata e tentativo di estorsione, su ordine di custodia cautelare richiesto dal pm Marika Ponziani ed emesso dal gip Marco Flamini.
Altre quattro persone sono indagate a piede libero per usura. Secondo quanto accertato dalla polizia, dopo due mesi di indagini scaturite dalla denuncia di una delle vittime, l'uomo era solito prestare somme fra 5.000 e 10.000 euro, pretendendo in cambio interessi del 18-20 per cento al mese. Due per il momento le vittime accertate entrambe della zona di Villamagna: si tratta di un piccolo imprenditore e di un commerciante.
Uno dei canali di finanziamento per poter effettuare i prestiti è stato probabilmente costituto truffando società finanziarie. Ovvero, attraverso "teste di legno" reclutate da Ferrari e buste paga false, le finanziarie erogavano i prestiti che finivano nella disponibilità di Ferrari, il quale prometteva ai prestanome di pagare i bollettini del prestito e di dar loro anche una somma a titolo di compenso.
Su questo aspetto della vicenda sono in corso accertamenti, come ha detto nel corso di una conferenza stampa il capo della Squadra Mobile, Paolo Monnanni. Ferrari si sarebbe anche finanziato chiedendo a sua volta denaro ad altri usurai.
Nel corso delle perquisizioni la Polizia ha trovato numerosi titoli di credito fra assegni e cambiali che venivano richiesti a titolo di garanzia alle vittime. Una di queste - quella che poi ha presentato denuncia - aveva già restituito il 50 per cento in più di quanto avuto e nonostante ciò era stata minacciata.
(ANSA)
Altre quattro persone sono indagate a piede libero per usura. Secondo quanto accertato dalla polizia, dopo due mesi di indagini scaturite dalla denuncia di una delle vittime, l'uomo era solito prestare somme fra 5.000 e 10.000 euro, pretendendo in cambio interessi del 18-20 per cento al mese. Due per il momento le vittime accertate entrambe della zona di Villamagna: si tratta di un piccolo imprenditore e di un commerciante.
Uno dei canali di finanziamento per poter effettuare i prestiti è stato probabilmente costituto truffando società finanziarie. Ovvero, attraverso "teste di legno" reclutate da Ferrari e buste paga false, le finanziarie erogavano i prestiti che finivano nella disponibilità di Ferrari, il quale prometteva ai prestanome di pagare i bollettini del prestito e di dar loro anche una somma a titolo di compenso.
Su questo aspetto della vicenda sono in corso accertamenti, come ha detto nel corso di una conferenza stampa il capo della Squadra Mobile, Paolo Monnanni. Ferrari si sarebbe anche finanziato chiedendo a sua volta denaro ad altri usurai.
Nel corso delle perquisizioni la Polizia ha trovato numerosi titoli di credito fra assegni e cambiali che venivano richiesti a titolo di garanzia alle vittime. Una di queste - quella che poi ha presentato denuncia - aveva già restituito il 50 per cento in più di quanto avuto e nonostante ciò era stata minacciata.
(ANSA)
