Un cervello ridotto in macerie

Ci abitueremo anche a questo

13 Febbraio 2010   12:11  

No comment poteva essere il solo scritto di questo pezzo, "no comment" perchè descrivere l'immane vuoto che lasciano nel cuore e nella testa sarebbe inutile.

Però vogliamo darvi alcuni spunti di riflessione, sotto quelle macerie sono morte delle persone, prima in quella casa ci vivevano delle persone.

Passati più di 10 mesi e le macerie sono ancora lì, ci si posteggia di fronte per andare a comprare le sigarette, ci si passa senza riflettere davanti sia a piedi e sia con la macchina.

Ci si indigna su frasi di imbecilli imprenditori che nulla sanno dell'Aquila, ma si continua a danzare di fronte a quello che è il mausoleo di quel 6 aprile.

Per carità ci sono Onna, la casa dello studente, il convitto, ma quelli sono ormai tristi set mediatici, tirati a lucido o interdetti ai più.

Queste macerie sono il cuore spezzato di vite perdute quella notte, piene di effetti personali che da 10 mesi sono sotto il sole, la pioggia, la neve e il gelo dei cuori di chi può e deve farle rimuovere, donare un minimo di pace a chi la sotto ci è morto!

Ecco perchè gii aquilani dovrebbero indignarsi, è facile parlare di ricostruzione, ma quale ricostruzione con le macerie che ancora ci straziano il cuore?

Signor Sindaco, la preghiamo, provveda a ridare rispetto alla storia di quelle vite spezzate tra le macerie ancora sparse di quella casa in via Colombo Andreassi, è un fatto di civiltà!

 


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