"Un missionario abruzzese a Macau": iniziata la produzione del film

25 Gennaio 2012   11:17  

La produzione del film “ Dal Mediterraneo a Oriente. Sulle orme di Alessandro Valignano. Un missionario abruzzese a Macau" è iniziata venerdì 20 gennaio, con le riprese del teologo Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti, uno dei testimonial eccellenti presenti nella sceneggiatura.

Le riprese degli esterni, girate in angoli e in ambienti del vecchio centro storico che sono stati scelti per dare l’idea della cittadina ai tempi del domino degli Aragonesi, dovrebbero concludersi entro la fine del mese. A marzo sarà prodotta la parte del film che parla di città e paesi, gli ambienti che sono stati i contenitori urbani del percorso esistenziale di Alessandro Valignano – Teramo, Ascoli, Loreto e Macerata, Padova e Roma.

Altre location – Lecce e Spinazzola in Puglia, Milano e Genova – saranno utilizzate per confezionare il racconto dei suoi primi trentaquattro anni di vita in Italia. Le riprese per gli anni in cui Valignano è stato il potente Visitatore delle Missioni in Oriente ( più di trenta anni – vissuti tra Goa, il Giappone e la città cinese di Macau, dove nel 1606 muore e viene sepolto nella cripta della Chiesa di San Paolo di cui è rimasta solo la facciata ma è diventata il simbolo storico e la maggiore attrazione turistica di Macau) saranno realizzate nel mese di giugno, con il contributo tecnico professionale del partner cinese coproduttore, d’intesa e con la collaborazione dell’Istituto Ricci di Macau e il sostegno del Governo della Città.

Le riprese esterne con immagini che propongono l’atmosfera della Città di Macau del Cinquecento, saranno invece girate nella Provincia dello Shanxi, nella antica Città Murata di Pingyao, location unica per la sua specificità urbana, una delle poche testimonianze ancora presenti in Cina che testimoniano come erano organizzate le città dell’ antico Impero di Mezzo.

Le ambientazioni e gli interni utilizzati per la ricostruzione di come hanno vissuto Valignano e i suoi allievi, verranno invece girate nella Casa della Famiglia Wang e in quella della Famiglia Qiao, storiche dimore della Provincia dello Shanxi diventate note e famose in Italia, anche al grande pubblico, dopo la proiezione del film Lanterne Rosse, girato negli anni Novanta.

Da una idea di Ludovica Borio, Giusi Di Crescenzo e Veniero Luigi de Giorgi il film promosso dall’ ISECICO e dal Centro Studi Alessandro Valignano è una coproduzione italo cinese, con la Televisione del Fiume Giallo partner e il DAIWEI Group Adventure e la Kappamedia produttori esecutivi. Il film sarà presentato per la ricorrenza del Ventennale del Progetto Marco Polo e del gemellaggio tra la Regione Abruzzo e la Provincia dello Shanxi al Forum Internazionale di Taiyuan e alla manifestazione per l’ assegnazione del Premio Internazionale Valignano che ha il Patrocinio della Regione Abruzzo e della Provincia di Chieti. “ … il contributo narrativo del professor Bruno Forte è stata una raffinata testimonianza, andata oltre ogni possibile aspettativa. L’Arcivescovo ha presentato con significativa e sorprendente semplicità la complessa personalità del gesuita teatino che nel Cinquecento ha riavviato i rapporti tra Oriente e Occidente, imponendo una strategia rivoluzionaria, non solo culturale prodotta e alimentata dal suo “principio di adattamento “ di “acculturazione “, che così si contrapponeva alla arroganza eurocentrica dei potenti colonizzatori laici e di alcuni uomini di “Fede” che determinò la storica svolta della evangelizzazione della Chiesa nel mondo. “ Il film, scritto e diretto da Veniero Luigi de Giorgi, è costruito intorno alla figura di Alessandro Valignano ma è anche la storia di quel manipolo di missionari eredi di Francesco Saverio i quali, attuando gli insegnamenti e le direttive del giovane potente Visitatore, Valignano aveva solo 34 anni, da Goa e da Macau riuscirono a farsi attivi interlocutori di popoli diversi e di differenti culture e tradizioni, in India, Giappone e Cina. E’ stato un successo il dialogo tra Occidente e Oriente realizzato dal Valignano con la sua rivoluzionaria strategia di evangelizzazione, mal digerita e osteggiata dai missionari Domenicani e Francescani che ha causato anche tensioni e complicazioni relazionali più che con gli Spagnoli con i colonizzatori Portoghesi che detenevano il governatorato di Macau e delle altre Colonie europee in Asia. Una azione condivisa e partecipata dai missionari suoi seguaci, tra questi il gesuita pugliese Michele Ruggeri di Spinazzolo e il leccese Sebastiano de Ursis, il maceratese Matteo Ricci, Francesco de Petris, Lazzaro Cattaneo e Nicolò Longobardo. Quello di Alessandro Valignano è stato un successo diplomatico ma è stato soprattutto uno stravolgente cambiamento etico nei rapporti tra le diverse religioni e le differenti culture. L’ abruzzese Valignano, un vero genio del Rinascimento, è stato autore di validi testi ancora oggi attuali e di grande modernità, il cui contenuto sarebbe utile che venisse riflettuto anche dai tanti imprenditori e opinion leader del Paese Italia. I suoi successi e le sue strategie gestionali sono state ignorate, infatti in pochi in Italia conoscevano la sua esistenza e la sua attenzione per le altre religioni, le sue intuizioni nelle relazioni che sono state necessarie per facilitare la convivenza fra le differenti culture e i diversi popoli. Anche la Chiesa cattolica, forse strategicamente, lo ha oscurato e ignorato per più di tre secoli poi, nel recente Novecento ci si è accorti che le conclusioni del Concilio Vaticano II erano state anticipate, qualche secolo prima, dal missionario teatino Alessandro Valignano e dai suoi confratelli gesuiti con lui missionari a Goa, in Giappone e a Macao. Una intrigante storia di un genio italiano nato in Abruzzo, di un protagonista del lontano Rinascimento raccontata, dopo quattrocento anni, in un film indipendente da importanti protagonisti del nuovo millennio. nota aggiuntiva sulla vita di Alessandro Valignano Alessandro era nato a Chieti il 15 febbraio 1539, da Gian Battista Valignano e da Isabella Sagri, dove ha vissuto fino a quando per motivi di studio va vivere per la prima volta a Padova dove, nel 1557 a diciannove anni, si laurea in Diritto. Nel 1559, forse non a caso, si trasferisce a Roma. Infatti sembra che volesse scegliere la carriera ecclesiastica e la famiglia aveva una buona amicizia con il Papa Paolo IV, il quale però morì a settembre dello stesso anno. Nel 1562 tornato a Padova per altri studi, si ritrova coinvolto in una vicenda per nulla chiara: una strana storia con una donna di “facili costumi “, un probabile tentativo di adescamento e una estorsione di denaro. Incarcerato rimase in attesa di giudizio per più di un anno, dopo un lungo processo venne poi condannato ad una ammenda di 200 ducati e interdetto a entrare nella Repubblica di Venezia per quattro anni. E’ a Chieti nel 1564 e poco dopo si ristabilisce a Roma, dove ha nuove frequentazioni con gli ambienti vicini al Papa, entra nel 1556 nel noviziato dei Gesuiti, l’ anno seguente studia filosofia, fisica, matematica e metafisica nel Collegio Romano. Dopo una lunga serie di esperienze formative, nel 1570 pronuncia i tre voti religiosi e viene ordinato prete in Laterano. In estate dello stesso anno si reca a Chieti per la prima messa solenne, visita Teramo, Ascoli Piceno e Loreto. Nel 1572, dopo ulteriori esperienze professionali, viene nominato rettore del Collegio di Macerata, viene poi richiamato a Roma dove è nominato Visitatore delle Indie, con una responsabilità che lo posiziona al secondo posto nella importante gerarchia dei Gesuiti.


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