Unicom e Cciaa Pescara presentano l´indagine sulla

03 Ottobre 2006   18:10  
Unicom, Unione nazionale delle aziende di comunicazione, ha presentato oggi pomeriggio, alla Camera di commercio di Pescara, la pubblicazione sull´indagine conoscitiva "La comunicazione dei prodotti tipici in Italia”, curata da Donatella Consolandi responsabile del Centro studi Unicom. L’indagine analizza le politiche di comunicazione che si fanno in Italia a sostegno dei prodotti tipici e le possibili mosse da compiere per dare un’adeguata valorizzazione della nostra produzione agroalimentare sui mercati nazionali e internazionali. Pescara è stata scelta da Unicom per la “sensibilità” che la locale Cciaa “mostra verso la valorizzazione dei tesori dell’agroalimentare – ha spiegato Ezio Ardizzi, presidente dell´ente camerale pescarese – Da ben sette anni, infatti, curiamo la certificazione delle produzioni agroalimentari e della ristorazione tipica abruzzese”. Ardizzi, nell´aprire i lavori, ha detto che "esiste un ´made in Italy´ nascosto, quello agro-alimentare” per il quale il nostro Paese e altrettanto conosciuto nel mondo come “per la Ferrari e la moda. Basta, però, viaggiare per accorgersi che dietro le insegne dei ristoranti italiani (che ´tirano´, perchè la nostra cucina piace) si nascondo gestioni e cuochi indiani e persino thailandesi. Bisogna tutale questo nostro marchio con il progetto ´Ristorante italiano certificato´, dove almeno il 60% dei prodotti devono essere di provenienza tricolore. Certo, oggi è ancora difficile esportare la mozzarella di bufala a Shangai – ha proseguito Ardizzi – ed è per questo che bisogna certificare anche i fornitori e pensare a catene di distribuzione in mini-container ad hoc”. Il presidente dell’Unicom, Lorenzo Strona, ha rivelato che il nostro Paese, nell´esportazione di prodotti agro-alimentari “è all´ottavo posto nel mondo, dietro Usa, Francia, Germania, Olanda, Spagna Belgio e, incredibilmente, anche Inghilterra. Fra sei mesi - ha annunciato - ci supererà anche la Cina. Quando si dice ´espresso´ o ´cappuccino´ si pensa all´Italia e, invece, sono marchi registrati in Canada. Qualcuno dice che è colpa di un settore dove sono attive perlopiù piccole imprese che competono fra loro, invece che collaborare. La strada giusta non è l´industralizzazione bensì la valorizzazione. E´ l´ente preposto a questo sostegno - ha aggiunto - è la Cciaa. Ci vuole la mano pubblica ma anche il sostegno della banche che devono aiutare un settore ancora inespresso”. Per Strona la soluzione è la buona comunicazione: “Ma non quella delle campagne pubblicitarie affidate a multinazionali straniere: la miglior comunicazione è l´assaggio”.

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