Università "D'Annunzio", i ricordi di Napoleone: "Lasciai con un bilancio di 93 mln"

"Ateneo corre il rischio di essere federato"

10 Marzo 2014   11:52  

Non sta attraversando certo uno dei suoi periodi più felici l'università "Gabriele D'Annunzio" di Chieti-Pescara, tra la vicenda giudiziaria dei presunti "contratti alla scolorina", le tensioni con il Cus ed il rettore Carmine Di Ilo che ha parlato della necessità di operare tagli per ragioni di spending review.

Sulla sponda di questi vari aspetti, tirando fuori anche un po' di amarcord, ha fatto alcune riflessioni l'ex direttore generale dell'ateneo, Marco Napoleone, licenziato nel settembre del 2011: "Odio il termine 'spendig review', non significa nulla. Quel che è certo è che in questo momento manca progettualità, come dimostra il taglio di 400.000 euro alle attività di orientamento, una voce d'investimento ed un sistema di attrarre iscrizioni. Io, poi, lasciai l'Università con 93.200.000 milioni di avanzo, sono dati di bilancio inconfutabili. Per qualunque spesa bisogna passare dal direttore generale: più che spending review, mi sembra vi sia una volontà di controllare tutto".

"Una volta" - ha proseguito Napolenone - "erano membri del cda dell'ateneo il rettore e tre docenti, con nove persone con funzioni di garanti o finanziatori, mentre ora nel cda tutti prendono, e c'è un solo finanziatore. Anche gli iscritti sono in sensibile calo, in particolare perché manca il coinvolgimento diretto degli studenti nel corso della formazione, nonché la loro considerazione, che li portava ad affezionarsi a ciò che ruotava attorno all'ateneo".

Tra le maggiori attrattive per gli studenti, in termini di strutture, vi era prorpio il Cus, oggi ai ferri corti con l'Università: "Un insieme di trutture essenziali in un ateneo che, in nell'ottica di un ateneo che andasse oltre i confini italiani, fosse dotato di un campus universitario, come era nei nostri progetti iniziali".

In conclusione, Napolenone si è sbilanciato sui rischi che l'Università potrebbe correre più in concreto: "Il maggior pericolo è che possa essere federata: per riprendere lo sviluppo è essenziale riaprire le sedi staccate di Lanciano e Vasto, al fine di favorire una maggiore presenza nel territorio".


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