Università "D'Annunzio", il Tar stanga il Cus ed annulla il contratto d'oro

Sodalizio condannato a risarcire 4 milioni all'ateneo

06 Novembre 2014   11:45  

Grande ed assai palpabile era l'attesa circa la sentenza dell'ormai annosa disputa tra l'Università "D'Annunzio" di Chieti-Pescara ed il Centro universitario sportivo (Cus) in merito al contratto d'oro tra le due parti.

Il Tar di Pescara ha infatti disposto l'annullamento del contratto, che garantiva al Cus 1,3 milioni di euro per 25 anni, e condannato il sodalizio sportivo a risarcire circa 4 milioni all'ateneo, oltre al pagamento dei circa 8.000 euro di spese legali. In attesa del quasi certo ricorso al Consiglio di Stato, gli atti della sentenza sono oltretutto stati inviati anche alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti.

I giudici hanno dunque accolto la tesi secondo la quale il contratto sarebbe da considerarsi illegittimo in quanto non avrebbe seguito le regole della gara d'appalto. Inoltre, sempre secondo i giudici, non potendo il Cus essere considerato come ente pubblico, non sarebbero stati quindi permessi l'affidamento diretto della realizzazione dei palasport universitari, della loro gestione ed il funzionamento della facoltà di Scienze motorie.

Secondo il verdetto della giuria, nello specifico, "il Cus è un ente a carattere privatistico del tutto distinto dall'Università. Sicché l'affidamento diretto di una concessione non può derogare alle procedure di evidenza pubblica",

E' stata accolta anche la tesi sostenuta dai legali della "D'Annunzio", secondo cui l'accordo stipulato sarebbe stato privo della documentazione relativa alle spese sostenute dal 2004 al 2011. Sono invece stati esclusi a priori effetti sulla vicenda parallela relativa al decreto ingiuntivo ottenuto dalla Bper per farsi restituire 11 milioni di euro di fidejussione dall'ateneo o dal Cus, o tantomeno a quando, precedentemente, il Cus asseriva di vantare un credito di circa 43 milioni nei confronti della "D'Annunzio".

I vertici dell'ateneo avevano deciso di sospendere in autotutela il contratto con il sodalizio sportivo nell'ottobre 2013, che consisteva in una sorta di transazione con cui il Cus rinunciava a un credito di 43 milioni, ripartendo con un nuovo contratto della durata di 25 anni ma di importo dimezzato e con l'intervento della Bper che concedeva un mutuo di 11 milioni grazie alla garanzia fornita dalla "D'Annunzio".


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