Università, prosegue la mobilitazione. Ieri in 5mila in piazza

L'Aquila, Rettore e docenti con gli studenti

24 Ottobre 2008   14:20  

Gli studenti proprio non vogliono saperne di arretrare minimamente dalle loro posizioni.
Oggi a Roma il ministro Gelmini ha iniziato a ricevere le associazioni studentesche, apertura che arriva troppo tardi - attaccano gli studenti - la concertazione sarebbe dovuta esserci prima dell’emanazione del decreto e soprattutto prima della sua conversione in legge, il 6 agosto scorso.
“E non ci vengano a dire, i rappresentanti del centrodestra, che la legge non riguarda le Università”, precisano ancora gli studenti:
Un vero successo la manifestazione di ieri pomeriggio a L’Aquila, dove sono scesi in piazza in seimila per esprimere la loro contrarietà ai contenuti della legge 133:
Come un po’ in tutta Italia, poi, anche a L’Aquila docenti e personale amministrativo si stanno schierando con gli studenti, dopo il rettore Ferdinando Di Orio, che aveva espresso la propria meraviglia alle dichiarazioni del presidente Berlusconi sull’intervento delle forze dell’ordine, a prendere posizione al fianco degli studenti è la preside della Facoltà di Scienze della Formazione.

Interviste a Roberto Ettorre, rappresentante degli studenti di Lettere, Tino Colacillo dell'Udu e Annamaria Gasbarri, preside di Scienze della Formazione.

(MS)

 

LA FGCI DELL'AQUILA AL FIANCO DEGLI STUDENTI

La Federazione Giovanile Comunisti Italiani di L' Aquila esprime sostegno e partecipazione alla mobilitazione nazionale e locale promossa dall' Unione degli universitari e intrapresa da tutti quegli studenti che in questi giorni stanno manifestando contro quella che è la più disastrosa e controproducente riforma del sistema universitario degli ultimi tempi.
La legge 133, che prevede un taglio di circa 1,5 miliardi di euro per i prossimi 5 anni, costringerà le Università ad aumentare costantemente le tasse di iscrizione e a trasformarsi in fondazioni di diritto privato. Particolarmente discriminate saranno le Facoltà ad indirizzo umanistico, che meno coinvolgono gli interessi di soggetti privati.
La F.G.C.I. condanna questo preciso disegno governativo volto a calpestare i valori della nostra Costituzione ed invita la cittadinanza tutta ad intraprendere azioni di protesta.

 

IL CONSIGLIERE MELILLA CONTRO LA GELMINI

Gianni Melilla, Capogruppo di Sinistra Democratica per il socialismo europeo in Consiglio regionale, sottolinea, in una nota , "le catastrofiche conseguenze - dice - che i decreti Gelmini e Brunetta stanno provocando nel mondo della Scuola e, piu' in generale, nel Pubblico impiego della nostra Regione. Secondo Melilla "in Abruzzo, in base alle cosiddette "riforme" dovrebbero essere licenziati circa 1.508 lavoratori di cui 405 docenti nelle scuole elementari, 425 nelle scuole medie, 292 nelle scuole superiori, 386 ausilari e tecnici ATA ed avremo l'8,71% di classi in meno a tempo pieno nella scuola primaria. I tagli riguarderanno anche le scuole d'infanzia, gli Enti Locali e le Regioni che a livello nazionale investono circa 10 miliardi nell'istruzione, mentre lo Stato ne spende 42. Tutti soldi dei cittadini contribuenti ovviamente! che anziche' essere utilizzati per creare occupazione e per migliorare la qualita' di vita della societa', portano - secondo Melilla - ad un insopportabile peggioramento complessivo. Tutto questo l'Abruzzo non puo' tollerarlo e per queste ragioni, Sinistra Democratica e' scesa in piazza a sostegno delle persone che intendono democraticamente contrastare con la non violenza gli interventi del Governo di centro-destra sulla Scuola Pubblica"

 

IL PUNTO DI VISTA DI COSSIGA 

Dall’intervista rilasciata dal senatore Francesco Cossiga al quotidiano La Nazione.

Domanda - Presidente Cossiga, pensa che minacciando l’uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

Risposta - Dipende, se ritiene d’essere il Presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l’Italia è uno Stato debole, e all’opposizione non c’è il granitico PCI ma l’evanescente PD, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia.

D - Quali fatti dovrebbero seguire?

R - Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero Ministro dell’interno.

D – Ossia?

R - In primo luogo, lasciar perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…

D - Gli universitari, invece?

R - Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.

D - Nel senso che…

R - Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.

D - Anche i docenti?

R - Soprattutto i docenti.

D - Presidente, il suo è un paradosso, no?

R - Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!

D - E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? In Italia torna il fascismo, direbbero.

R - Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio.

D - Quale incendio?

R - Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese.

 

GLI STUDENTI CONTRO LA GELMINI, MANIFESTAZIONI A L'AQUILA


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