Utopia viva: in scena le poesie di Isabella Tomassi e le melodie di Andrej Hanzelewicz

31 Gennaio 2014   15:43  

La bellezza protagonista oggi a L'Aquila a Via Vittorio Veneto I per l'evento Utopia viva, spazio sonoro in due tempi.

La poetessa aquilana Isabella Tomassi leggerà una selezione di suoi testi da “Atlante di atti minimi”, che grande successo stanno riscuotendo in varie città italiane.

Andrej Hanzelewicz eseguirà per violino e pianoforte la fantasia in DO minore KV475 di W.A.Mozart,  la III sonata (Ballata) per violino solo di E.Ysaye, Les collines d'Anacapri (preludio V, vol.I) di C. Debussy, e infine Gavotta en Rondeau - III partita di MI maggiore di J.S. Bach

L'artista di origni polacche Piotr Hanzelewicz curerà installazioni site specific.

La replica dell'evento ci sarà il 4 Febbraio 2014 alle ore 20.00

Il numero dei posti è limitato, si prega di confermare la partecipazione specificando il giorno e il numero partecipanti al 3491336657 o al 3471968983

o via mail a viavittorioveneto11@gmail.com

''Nonostante la creazione artistica sia un atto libero - spiega l'organizzazione -  in sé la sua produzione ha dei costi, riteniamo che questi vadano redistribuiti tra coloro che ne beneficiano, è per questa ragione che chiediamo un contributo in forma di sottoscrizione per le spese di produzione.''

A proposito di poesia...

''Ecco, il poeta è quella creatura che non può stare in questo mondo ed è la persona che più ha bisogno delle cose del mondo.

La sua è una bulimia spirituale e proprio perché è spirituale non conosce limiti e confini.

È molto grave che il mondo abbia dichiarato un vero e proprio embargo verso i poeti.

Il mondo degli uomini adulti, il mondo dei disperati che vogliono distrarsi odia i disperati che invece cantano la loro disperazione.

Tra le tante guerre in corso, strisciante e non dichiarata, c’è quella che vede i poeti come vittime. È una storia antica.

Cristo fu crocifisso perché era un poeta. Pare che il fatto che si ritenesse figlio di Dio sia solo l’aspetto delirante che sempre prolifera ai margini di una personalità eccezionale.

Ai tempi di Cristo il mondo non era affollato di segni come adesso e quando qualche segno era potente non era difficile accorgersene e magari provare a circoscriverlo, o a cancellarlo o a esaltarlo.

Oggi i segni dei poeti sono oscurati per prima cosa da una pletora di falsi poeti.

Ogni giorno una cenere sottile cade, attimo dopo attimo, sulle spalle degli spiriti più luccicanti.

Lo scopo è opacizzare tutto, rendere tutto intercambiabile, omologabile, smerciabile.

Questa è una società totalitaria e come tale non può che essere ferocemente ostile al grido solitario del poeta, alla sua natura irrevocabilmente intangibile. Il poeta è fuori dall’umano e come tale è un pericolo.

Gli uomini possono tollerare che ci siano i cani, le nuvole, i marciapiedi, non possono tollerare che esistano creature che hanno gli occhi, il cuore e le parole, ma che nulla hanno da spartire con loro.''

Franco Arminio

 


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