Vasto, sequestro Molino Village. PRC: "L'indagine dimostra che non eravamo ideologici"

09 Gennaio 2013   11:42  

"In riferimento al sequestro del Molino Village, teniamo a precisare alcune considerazioni di natura politica."

Inizia così la lettera aperta ricevuta dalla nostra redazione da parte del Circolo PRC “Sante Petrocelli”.

Il Molino Village è una struttura costruita lungo la Statale 16 che nei giorni scorsi la Procura di Vasto ha posto sotto sequestro, dando esecuzione ad un provvedimento emesso lo scorso 19 dicembre dal gip del Tribunale, Anna Rosa Capuozzo, su richiesta del procuratore Francesco Prete.

Per il Molino Village gli investigatori ipotizzano l'abuso edilizio, sarebbero infatti sorti appartamenti invece del villaggio turistico che era stato autorizzato dal Comune.

Qui di seguito il resto della lettera Circolo PRC “Sante Petrocelli”:

"Il lavoro che sta svolgendo la magistratura, almeno sino a definitivi accertamenti, ci ripaga di due aspetti che sollevammo in consiglio comunale in due periodi ben distinti.

Nel 2007, insieme a tutte le forze di maggioranza, nell’approvare il Piano particolareggiato Molino Village, ci tenemmo a precisare in delibera la destinazione ad uso esclusivamente turistico del progetto, prendendo in considerazione anche le prescrizioni espresse dalla Provincia, per evitare gli ennesimi appartamenti che nulla portano all’economia turistica della costa. Ci dissero che con quelle precisazioni non avevamo ottenuto nulla e dai banchi del centro destra ci accusarono di ideologismo.

Nel 2011, in vista della stagione estiva appena iniziata, notando la rifinitura di una recinzione che inglobava ad uso privato il parcheggio che per convenzione, doveva essere esclusivamente pubblico, la consigliera di Rifondazione Comunista Paola Cianci presentò un OdG, votato da tutta l’attuale maggioranza, volto a ristabilire le regole per permetterne ai cittadini e turisti di usufruirne. Successivamente a quell'intervento in consiglio comunale, l'imprenditore proprietario dell'immobile mise il cartello Parcheggio Pubblico per ovviare alla palese violazione, facendo presente che non essendo scaduta la convenzione, aveva ancora diritto a non creare un ingresso indipendente. Anche in questo caso, il consigliere Massimo Desiati ci accusò di ideologismo.

La magistratura farà il suo corso e, nel rispetto del garantismo, accetteremo le sue conclusioni ma non possiamo che plaudire all’indagine che di certo non è di natura ideologica."


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