Vaticano pubblica documenti dell'archivio su Papa Pio XII.Il nodo dell'aiu

03 Marzo 2020   09:40  

Le prime carte degli archivi sul pontificato di Pio XII, aperti oggi, confermano i suoi aiuti agli ebrei. Lo anticipa sui media vaticani Johan Ickx, direttore dell'archivio della Sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, secondo cui tra i documenti già fruibili in formato elettronico spiccano i fascicoli sugli "Ebrei" con 4.000 nomi e le loro richieste di aiuto.

Tra i fascicoli, quello su "Accuse contro Monsignor Ottaviani di aver concesso documenti falsi ad ebrei e di averli ricoverati in edifici extraterritoriali". Eccole, le prime carte rivelatrici che emergono dopo l'apertura degli archivi vaticani sul papato di Pio XII. E le pubblica il Vaticano. Per l'esattezza si tratta dei documenti provenienti dall'Archivio Storico della Sezione per i Rapporti con gli Stati: una branca della Segreteria di Stato.

"La Santa Sede si e' interessata che simili accaduti non si ripetano e in favore di casi particolari". Il messaggio è del Presseservice di Washington, la data quella del 20 ottobre. Quattro giorni dopo la razzia degli ebrei del ghetto di Roma: mille deportati, dieci sopravvissuti.

Pio XII accanto al resoconto scrive di suo pugno: "E' prudente che Presseservice mandi queste notizie?". Come dire: non si dica che interveniamo, perche' si renderebbe peggiore la situazione. Ecco, in sintesi, le prime rivelazioni che si possono leggere, in un lungo articolo, sul sito Vatican News. Ebrei salvati Nella serie archivistica "Ebrei" sono conservati 170 fascicoli contenenti la storia di circa 4000 nomi. Tra questi c'e' una maggioranza di "richieste per aiuto da parte di cattolici di ascendenza ebraica, ma non mancano nemmeno i nomi di ebrei.

La deportazione degli Ebrei di Roma Qualche nuovo documento illumina singoli eventi storici, come quello del 16 ottobre 1943 e la deportazione degli Ebrei di Roma: "La commovente lettera indirizzata a Papa Pio XII da alcuni ebrei mentre erano detenuti dalle SS e Gestapo nel Collegio Militare di Palazzo Salviati in Via della Lungara è già stata pubblicata da diversi autori (Kuehlwein, Riccardi).

L'interessamento della Santa Sede Potrebbe attirare l'attenzione dello studioso attento il foglio con il Presseservice di Washington del 20 ottobre che informa che 'nella notte del 15-16 ottobre un numero considerevole di Ebrei sono stati arrestati in varie parti di Roma (stop) dopo essere stati tenuti 24 ore nel collegio militare sono stati trasportati ad una destinazione sconosciuta (stop) è detto qui che la Santa Sede si è interessata che simili accaduti non si ripetono e in favore di casi particolari'".

"È prudente mandare queste notizie?" In questo caso è la nota in margine di un giorno dopo con la tipica grafia pacelliana che apre una nuova finestra interpretativa: "è prudente che Presseservice mandi queste notizie?", scrisse Papa Pio XII, ben consapevole che non giovava di svegliare i cani che dormono, soprattutto non i nazisti, per azioni umanitarie che partivano dal Palazzo Apostolico. Con un "No davvero" secco e deciso scritto da mons. Tardini, segretario della Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, viene evocata la linea dell'assoluta discrezione da parte della Santa Sede sul suo operato. Molto peculiari sono i volumi del Sare, Servizio Ascolto Radio Estere: dal 1943 fino al 1954 un gruppo di religiose ascoltavano e trascrivevano i programmi delle principali radio, fornendo ai superiori della Segreteria di Stato notizie fresche su scala mondiale. E poi, fra tante carte, spuntano delle piccole sorprese.

Chi avrebbe pensato che il capitano inglese Evelyn Waugh, celebre autore del romanzo 'Brideshead revisited', sarebbe stato non solo un portalettere ma una fonte di raccomandazioni per la Santa Sede circa la situazione della Chiesa cattolica in Jugoslavia nel dopoguerra?  Ci si trovano personaggi talvolta inaspettati": si e' rivolto alla Santa Sede il giovane ricercatore di studi umanistici Paul Oskar Kristeller, uomo di fama mondiale per gli studi umanistici, anche se poi nella sua cartella rimane oscurato/sconosciuto l'impegno dato per la sua fuga dall'Europa verso gli Usa. Ma anche Tullio Liebman, considerato il fondatore della "Scuola processualistica di Sao Paulo" e nel dopoguerra professore di fama mondiale alle Universita' degli studi di Pavia, Torino e Milano, "fu aiutato e trovo', grazie all'impegno dei collaboratori stretti di Pio XII, la via di fuga verso Sudamerica".

Rabbino di Roma: "Sensazionalismo sospetto, si rivelerà un boomerang" "È molto sospetto questo sensazionalismo, con i fascicoli già pronti e le conclusioni facili proposte sul vassoio. Ma basta poco per rendersi conto che già le scarse rivelazioni si riveleranno un boomerang per gli apologeti a ogni costo. Si vede chiaramente che non ci fu volontà di fermare il treno del 16 ottobre e che gli aiuti furono ben mirati a tutela dei battezzati". 


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