Venezuela: Il Presidente Nicolas Maduro radicalizza lo scontro invalidando l’Assemblea Nacional

L'opposizione chiama i cittadini ad una marcia di protesta

18 Maggio 2016   01:00  

Le conseguenze della dichiarazione dello “estado de excepcion” dichiarato da pochi giorni che da ampi poteri al Presidente Nicolas Maduro e che riduce i diritti costituzionali dei cittadini, non si sono fatte attendere, sono di qualche minuto fa le dichiarazioni circa l’illegittimità dell’Assemblea Nacional eletta nelle elezioni parlamentari di dicembre scorso a larghissima maggioranza ed ora accusata di essere a soldo di potenze straniere che cospirano contro il paese attuando politiche di guerra economica per ribaltare l’attuale governo.

“ L’Assemblea Nacional ha perso la validità politica, è solo questione di tempo” ha dichiarato il Presidente Maduro, trasmettendo a reti unificate in tutto il paese “e poi sparirà”.

E mentre il confronto, sempre più duro, tra le più alte cariche istituzionali del paese rischia di trascinare in una guerra civile la fragile “democrazia” venezuelana, continuano i saccheggi nei supermercati all’arrivo dei camion che riforniscono gli stessi con prodotti a prezzi controllati, tutto ciò nonostante la presenza dell’esercito chiamato controllare ed ordinare le lunghissime file che si formano già dalle prime luci dell’alba di fronte a farmacie e centri commerciali.

La corruzione nella catena di distribuzione del governo a prezzi controllati degli alimenti e la speculazione in quella privata, lascia un ampio spazio alla borsa nera che offre tutto ciò che non si trova a prezzi maggiorati di 20/30 volte il costo normale d’acquisto, l’inflazione a tre ed a breve a quattro cifre, infine si occupa di taglieggiare anche le speranze di una soluzione a corto termine del problema.

Le famiglie in condizioni di estrema difficoltà aumentano paurosamente e la fame, fenomeno sparito già da tempo nel paese torna prepotentemente sulle tavole venezuelane.

Ad acuire la già difficile situazione in atto, curioso a dirsi nel paese considerato al quarto posto come produttore di petrolio al mondo, è esplosa anche una grave crisi energetica che ha obbligato il governo a distacchi giornalieri di 4 ore o più ore dell’energia elettrica, ed alla riduzione della settimana lavorativa a solo due giorni.

Le previsioni, con un quadro di questo tipo, non sono sicuramente rivolte all’ottimismo e la criminalità dilagante, spesso al soldo della politica, ha posto il paese tra i primi nella graduatoria di quelli più pericolosi al mondo con un numero di omicidi che ha raggiunto la cifra record di 28.000 morti nel 2015, numeri che lasciano poche speranze per una soluzione  pacifica e democratica dei problemi.

Resta da vedere quale e come sarà la risposta dell’opposizione impegnata anche nella richiesta del referendum revocatorio previsto dalla Costituzione e osteggiato fortemente dal governo e che da domani avrà ancora meno spazi di azione prima della sua completa ed annunciata “sparizione”.


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