Venezuela: Un paese al bivio

Scontro o dialogo?

15 Marzo 2014   12:06  

Si allunga l’elenco delle vittime degli scontri tra studenti e polizia in Venezuela.

Luisa Ortega, Presidente del Tribunal Supremo de Justicia, corrispondente alla nostra corte costituzionale, ha dichiarato oggi a Ginevra,nel corso del  XXV consiglio dell’ONU sui diritti umani, che le manifestazioni di protesta hanno causato 28 morti e 365 feriti.

Se queste sono le cifre ufficiali, ben diversa è la realtà dei fatti, sono molti i feriti che non si rivolgono alle strutture ospedaliere, private o pubbliche, per non essere identificati.

Ma dove trova origine questa violenza che sembra ormai essersi impadronita sia delle forze dell’ordine che dei manifestanti? C’è da dire che purtroppo frange di estremismo violento si infiltrano sistematicamente durante le manifestazioni per creare disordini che poi generano violenze a ripetizione.

 Poi ci sono le varie milizie armate, colectivos, tupamaros,  create per collaborare con le forze di polizia ma che sfuggono frequentemente ad ogni controllo e che spesso vengono utilizzate dai vari governi locali come “arma finale” per reprimere i manifestanti con metodi non certo rispettosi della legalità.

In questa situazione generale il governo ha convocato una conferenza per la pace, al cui tavolo  ha chiamato le associazioni studentesche non compromesse con gli atti di violenza, per tentare una trattativa che gli consenta di uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciato.

Anche la chiesa diventa un luogo per promuovere il dialogo come unica forma per risolvere i numerosi problemi  denunciati  dagli studenti e da vasti strati della società civile.

Il presidente Nicolas Maduro dal suo canto, non soddisfatto della già massiva presenza del suo governo su tutti i media,  ha inaugurato un nuovo programma radiofonico “ En contacto con Maduro”, una sorta di linea rossa dove gli ascoltatori possono interagire e fare domande in diretta, riproponendo in versione radio il seguitissimo programma televisivo domenicale “Alò Presidente” del Comandante Chavez.

Segue così l’idea di continuare a vivere della spinta propulsiva che l’immagine dell’inventore del “socialismo del XXI” riesce ad avere sulla gente, per  sopperire ad una politica governativa priva di quell’originale inventiva tipica della gestione politica del defunto Presidente.

Intanto ieri l’ Università Centrale di Caracas ha subito l’ennesimo attacco delle forze di  polizia e della guardia nazionale, intervento che si è lasciato dietro decine di feriti e tanti studenti arrestati.     

Dal lato dell’opposizione nulla di nuovo, frazionata in almeno tre anime, che vanno da un centro destra moderato  all’ala più estrema e radicale, vive una carenza di leadership che non gli consente di fare proposte che possano indicare ai suoi seguitori una strada chiara e democratica che porti ad un cambiamento reale ed alla soluzione delle emergenze sociali e democratiche che sta vivendo il paese.

Gianfranco Di Giacomantonio  Caracas-Venezuela


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