"Venuto al mondo": un film denso e intenso

Recensione film

11 Novembre 2012   15:36  

Regia: Sergio Castellitto

Cast: Penelope Cruz, Emile Hirsch, Adnan Haskovic, Saadet Aksoy, Pietro Castellitto, Sergio Castellitto

Genere: Drammatico

Durata: 130 minuti

Voto: 0000

Gemma (Penelope Cruz) torna a Sarajevo dopo molti anni, in compagnia di suo figlio Pietro (Pietro Castellitto). Ad invitarla Gojco (Adnan Haskovic), poeta farneticante e amico di gioventù. Un viaggio fisico e nella memoria che porterà la protagonista a ripercorrere il suo passato: dall'incontro con Diego (Emile Hirsch), l'amore della sua vita, alle difficoltà incontrate nel concepire un loro figlio, fino alla decisione, sofferta, di utilizzare il grembo di un'altra donna per coronare il loro sogno di coppia. Sullo sfondo la guerra del Kosovo, una guerra terribile che mentre distrugge crea nuove vite.

           

A otto anni dall'uscita di “Non ti muovere”, Sergio Castellitto torna dietro la macchina da presa per dirigere “Venuto al mondo”: di nuovo un film tratto da un romanzo di Margaret Mazzantini (sua consorte), di nuovo Penelope Cruz come protagonista. Il risultato dell'equazione risulta anche questa volta ottimo: Penelope convince e commuove con una naturalezza sconcertante.

  

Ad affiancarla un Emile Hirsch debordante, la cui interpretazione, spesso sopra le righe, non risulta però fuori luogo per un personaggio così carico di vita come Diego, a cui “fa schifo la tristezza”. Oltre all'ottima interpretazione dei protagonisti, la riuscita di questo film si deve certamente al plot: una storia emozionante, quella scritta dalla Mazzantini, in continuo divenire, che non lascia minimamente presagire un ipotetico finale. Un amore, quello di Diego e Gemma incontrollato e incontrollabile, che scorre come un fiume in piena; una guerra, quella che portò all'assedio di Sarajevo, che non può non sconvolgere gli equilibri e rubare le carte al destino per mischiarle a suo piacimento.

 

 

La trasposizione su pellicola certamente avrà fatto storcere il naso ai tanti lettori che immaginavano i loro beniamini e le vicende descritte nel romanzo della Mazzantini in maniera differente. Di nuovo ci troviamo di fronte al confronto romanzo/ trasposizione filmica, un dilemma come quello dell'uovo e la gallina, da cui non esiste via d'uscita. Ciò che è certo è che il film non toglie nulla all'intensità della storia, anzi. Se qualcosa si vuole rimproverare alla“premiata ditta” Castellitto- Mazzantini” è l'avere trasformato un ottimo romanzo in “un affare di famiglia”. La decisione di fare interpretare il ruolo di Pietro a loro figlio, tutt'altro che un promettente attore, risulta una scelta forzata e stridente, specie in un film come questo in cui la paternità ha un aspetto di notevole importanza. Il fatto che poi il padre putativo di Pietro venga interpretato da Castellitto Senior, segna ancor più un conflitto d'interesse e costituisce un grosso limite per il film stesso.

  

“Venuto al mondo” resta comunque un'ottima prova artistica in grado di coinvolgere e emozionare lo spettatore. Un film denso, suggestivo e intenso.

di Maria Rita Graziani


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