Verini: mi candido per rinnovare. Ecco le mie priorità per L'Aquila

10 Aprile 2012   07:23  

Sono 30 anni che la nostra città è governata nei settori che contano, dalle stesse persone. La contrapposizione ideologica, in cui onestamente tanti hanno creduto e purtroppo ancora credono, è stata utilizzata da questo sistema che, nella falsa alternanza, ha avuto lo strumento per restare sempre lo stesso.

E infatti mai nulla è cambiato in città. Non mi candido perché il terremoto ha sconvolto la nostra vita, mi sarei candidato lo stesso. Mi candido perché anche prima del terremoto vivevo in una città vecchia, spenta, in declino, in cui era difficile sognare un futuro per coloro che avevano capacità per inventarlo e, soprattutto, entusiasmo per realizzarlo.

Abbiamo subito un terremoto devastante; sono morte persone, amici, crollate case, si è polverizzata la nostra vita sociale, spesso anche il nostro lavoro, ma non è crollato il sistema che da 30 anni ci ha condotto al declino pre-sisma.

Stessi rappresentanti delle categorie, stesse famiglie, stessi direttori di istituzioni culturali, stessi presidenti di corporazioni economiche, stessi direttori di banca, presidenti di fondazioni, stesse massonerie, stesse combriccole, stessi candidati a sindaco.

E, in questa città, da decenni, se non hai fatto il liceo con la Pezzopane, l'università con Cialente, le passeggiate in montagna con Lolli, se non sei dell'Opus Dei, non conti, anche se vali, a destra e a sinistra.

La colpa non è la loro; se cerchiamo un colpevole, dobbiamo guardarci allo specchio; la colpa è solo la nostra!

MANDIAMOLI A CASA!

Noi crediamo, semplicemente, che i vari esponenti a sinistra, al centro e a destra che da 30 anni governano male la nostra città, debbano andare a casa. Ci candidiamo per questo e siamo certi che questo obiettivo, nell'economia cittadina, conti come un quartiere ricostruito, come una nuova fabbrica.
Il loro operato ci ha impoverito, cacciarli ci arricchirà, in termini di opportunità e arricchirà il nostro futuro. Trenta anni sono un tempo sufficiente; in 30 anni hanno avuto la loro opportunità di fare qualcosa per la nostra città; che ci siano riusciti o meno, è ora che lascino il campo a nuovi attori. E invece si ricandidano!
A noi, a voi, farglielo capire, serenamente, ma seriamente.

1. Lavoro

Per noi, il lavoro, è al primo posto, persino davanti la ricostruzione, perché sappiamo che la gente emigra dai posti dove ha casa ma non lavoro, verso i posti dove può avere lavoro, anche senza avere una casa…
Produrremo lavoro, in questa maniera, lineare e attuabile ristabilendo finalmente il concetto del merito:
entro 3 mesi dall'elezione, pubblicheremo i bandi relativamente ai 90 milioni di euro del "de minimis" bloccati prima dalle bugie di De Matteis e di Chiodi sulla zona franca, ora da un lassismo amministrativo e di idee inaccettabile; moduleremo questo denaro in quote di 40.000 euro all'anno per 3 anni (totale 120.000 a fondo perduto) al 50% tra aziende aquilane già esistenti e al 50 % per aziende da creare.

A tutte, le esistenti e le nuove che lo vorranno, affitteremo alla cifra di un euro all'anno, per 5 anni, lo stabilimento ex Italtel, di proprietà del comune, che frazioneremo e che doteremo di ogni infrastruttura materiale e immateriale necessaria ad ospitare luoghi di produzione moderni: connessione a banda larga, centro di consulenza fornito dal comune e dotato di professionisti del settore da reperire attraverso bando pubblico, che sappia guidare tutti gli operatori che lo vorranno, nello sviluppo di una loro impresa, sia nella fase di start up, sia nella fase di piena attività.
Quello stabilimento, che un tempo ospitava 5000 lavoratori aquilani in una sola azienda, ne tornerà ad ospitare migliaia, nel progetto : 1000 imprese aquilane!
Insomma su questo tema, faremo qualcosa per TUTTI, affinché OGNUNO possa tornare ad essere orgoglioso di se stesso.
SI PUO' FARE! SI DEVE FARE!

2. Ricostruzione

La ricostruzione deve avere un capitolo, un canale di finanziamento, un bilancio, degli assessori e degli uffici, dedicati solamente a questo scopo. Deve finire la commistione di competenze, di finanziamento, di personale che oggi genera confusione e inefficienza.
Tutte le pratiche, non possono subire 3 distinte approvazioni, e poi l'erogazione del finanziamento. Ci vuole un centro unico dove, garantita anche da un meccanismo di silenzio assenso di 60 giorni, la pratica venga simultaneamente esaminata e approvata.
Quindi basta con l'attuale filiera e costituzione di un centro unico di approvazione pratiche ricostruzione, utilizzando la metà dei 20 milioni annui, che finiscono nelle tasche dell'attuale e inefficiente struttura commissariale.
Sicurezza: la ricostruzione che stiamo vivendo, tra le tante incertezze, ha la certezza di non essere una ricostruzione pienamente antisismica.
Questo perché non si è decretato l'unico meccanismo atto ad garantire lo scopo di cui sopra: la facoltà libera per i proprietari di case E di optare tra riparazione o demolizione-ricostruzione.

Quando infatti la riparazione non convinca sul tema della sicurezza assoluta, ogni proprietario dovrebbe esser libero di avvalersi del meccanismo della demolizione-ricostruzione o, nel caso di multi proprietari che ne impediscano l'attuazione, possa avvalersi liberamente della facoltà della sostituzione edilizia.
Le tecniche moderne, permettono, persino negli edifici vincolati o di pregio, lo smontaggio e il rimontaggio delle facciate e degli altri motivi artistici, su neo–strutture costruite nei materiali più moderni e antisismici a disposizione.
L'aspetto esteriore sarebbe salvaguardato, ma sarebbe abbinato alla sicurezza. A chi ci accusa di voler favorire una sorta di falso storico, rispondiamo che questo è un prezzo di molto inferiore al valore di una sola vita umana!
I terremoti nel nostro territorio avvengono, e non durano necessariamente 40 secondi; possono durare minuti, essere di intensità superiori a quella del 6 aprile 2009… è bene che nessuno di noi lo dimentichi più!

3. Sicurezza, tolleranza zero

L'Aquila non è più la città sicura che abbiamo conosciuto.
C'è stato, secondo dati del Viminale, un pauroso aumento del 130% del livello di criminalità nel nostro territorio e il dato può solo crescere;
con il terremoto è crollato anche lo schema sociale che faceva della nostra, una città priva sostanzialmente di significativi rischi per la sua popolazione, legati a episodi criminali che, se c'erano, erano sempre circoscritti e isolati.
Invece ora le cose sono cambiate, come ci dicono le statistiche e come percepiamo nella quotidianità, col semplice confronto tra concittadini tra i quali è frequente incontrarne chi ha subito furti in casa, purtroppo spesso anche effettuati in abitazioni abitate e con gente dentro.

Non vogliamo suscitare paure tra la gente, ma semplicemente prendere atto che la gente ora ha paura e ha ragione di averne; ignorare la situazione, non è una soluzione! siamo certi che sia necessario e anzi auspichiamo, anche una forte azione per diffondere valori antichi, oggi accantonati e sostituiti da altri non-valori: educazione, rispetto, il valore della sofferenza e del sacrificio come unica strada per raggiungere i propri scopi, e non le scorciatoie.
Accanto a ogni iniziativa culturale pensiamo che occorra anche una seria, decisa e capillare azione di controllo del nostro territorio; a tal fine noi mettiamo in campo un nostro "pacchetto sicurezza", che può essere realizzato e che sarà a tutela della gente onesta e per bene, oggi un po' abbandonata a se stessa.

Il nostro piano sicurezza:
1) Sistema di videocamere che controlli capillarmente il nostro territorio; su questo tema abbiamo proposto e fatto votare all'unanimità in consiglio ben 2 mozioni, ignorate da questa amministrazione; se vinceremo noi, noi le applicheremo.

2) Richiesta perentoria al governo di rendere stabile e definitiva la presenza dei 70 poliziotti aggregati all'Aquila in seguito al sisma, ad oggi ancora in città con rinnovi di tre mesi in tre mesi. Se dovessero lasciarci, senza 70 agenti, avremmo molte meno pattuglie in giro (e già son poche!).

3) Istituzione nelle 19 new town, di un sistema di controllo con personale specializzato privato, che dissuada con la sola presenza fissa ogni crimine, pagato attraverso il canone condominiale già previsto per gli occupanti di tali case. E' infatti impensabile, data l'estensione territoriale degli insediamenti, che riesca a provvedere la sola forza pubblica e allora, traendo le risorse dai canoni condominiali oramai istituiti per le case provvisorie, si può e si deve istituire un controllo attraverso agenzie private di metronotte.

4) Pattugliamento della polizia municipale, che va dirottata sempre di più verso questo scopo e sempre di meno deve esser lasciata a svolgere lavori amministrativi negli uffici.

5) Obbligo per i gestori di locali serali aperti al pubblico, di istallazione di un sistema di video sorveglianza e di Stewart, che presidino le zone adiacenti tali locali.

Siamo convinti che integrando tutte queste misure, la situazione possa migliorare e soprattutto possa prevenire ulteriori degenerazioni che la presenza massiccia di maestranze legate alla ricostruzione pesante, può portare in città.

4. Periferie

(non vogliamo essere condannati ad una vita fangosa)

Sappiamo, e non vogliamo prendere in giro nessuno, che ci vorranno almeno 2 decenni per ricostruire il nostro centro, anzi i nostri centri.
Questo periodo lo vivremo, tutti insieme e purtroppo separatamente (mancando oggi spazi aggregativi), in periferie già esistenti, o create dopo l'emergenza (Map e C.A.S.E.).
La nostra idea è di esercitare in questi luoghi un organico, pianificato, qualificante, piano di interventi per rendere questi spazi, e di conseguenza la nostra vita, migliori rispetto ad oggi.

Quindi sistemazione di strade, marciapiedi, creazione di parchi-gioco, di luoghi di socializzazione, piccole attività commerciali, che permettano a tutti noi di sentirci meno soli e di non essere condannati ad una vita fangosa, che non meritiamo.
Il tutto utilizzando fondi ordinari del comune, e NON della ricostruzione.

5. Piano Regolatore

E' necessario un nuovo piano regolatore, e non solo perché quello vigente ha oramai esaurito la sua spinta, ma soprattutto perché la nuova situazione post-sima, compresi gli interventi emergenziali che ne sono conseguiti, merita un atto programmatorio che provi a riallacciare le tante estemporaneità aquilane, l'una completamente slegata dall'altra, attraverso un disegno unico di città che non c'è.
Il tutto, seguendo il principio del volume zero.

Volume zero, in parole povere vuol dire che non sono necessari nuovi insediamenti abitativi, considerando che a ricostruzione ultimata avremo più abitazioni che abitanti.
Vuol dire permettere nuovo volume e nuove costruzioni, solo in sostituzione di volumi e costruzioni esistenti. Uno demolisci, uno realizzi, seguendo però le linee guida di un piano regolatore, di concezione moderna, che tracci dove e come fare.

6. L'Aquila Smart City

(..e per fare una smart city ci vuole un Sindaco Smart)

Sono stato il primo a parlarne, ed oggi ne parlano tutti. Già questo è un obiettivo raggiunto!
L'aver introdotto un argomento che prima sembrava lontanissimo dai ragionamenti aquilani, è motivo di vanto e qualifica la nostra azione di arricchimento del dibattito cittadino.
Tanti interventi finalizzati a creare città capaci di coniugare sostenibilità e competitività.
L'obiettivo è di creare comunità intelligenti, incidendo positivamente sulla qualità urbana secondo una valutazione basata sui parametri economico, sociale, culturale, ambientale, abitativo e gestionale.
Il tutto è finalizzato a garantire uno sviluppo urbano equilibrato e al passo con la domanda di benessere a cui, un amministratore al passo con i tempi, deve saper rispondere.
A fare una smart city, non bastano tutte le migliori tecnologie esistenti; una città nuova e smart ha bisogno di una popolazione che la veda in maniera diversa, che pensi giovane e che agisca giovane.
Accanto l'innovazione, noi vogliamo salvaguardare la tradizione.
Noi immaginiamo la ricostruzione del nostro centro, dotandolo si di ogni innovazione tecnologica, ma ricostruendolo secondo un modello tradizionale:
ogni cittadino non deve esser a più di 500 metri da quelli che noi pensiamo 5 presidi della nostra tradizione di vita e del nostro benessere:
1) una piazza con parco giochi per i più piccoli
2) un negozio di alimentari
3) un asilo
4) un presidio di forza pubblica
5) un accesso internet gratuito.

7. Politiche Abitative

(progetto anti bamboccioni)

Noi vogliamo che essere giovani, in questa città, non sia solo uno svantaggio, ma che diventi un'opportunità.
A tal fine abbiamo proposto già nel consiglio del 30 dicembre 2011 una delibera, bocciata indistintamente da tutti, in cui prevedevamo che le abitazioni del progetto C.A.S.E. e dei Map libere ( e ve ne sono tante), potessero essere date in affitto, a 140 euro a posto letto, a tutti quei giovani, di ogni età, che ne facessero richiesta, secondo reddito.

Sarà la nostra prima delibera che proporremo dopo le elezioni, essendo già scritta. Siamo certi che per coloro che sono con lavori precari, mal pagati, la sola opportunità di uscire dalle famiglie di origine sia questa, economica e seria.
Siamo anche consapevoli che, più di 1000 parole e di 1000 recriminazioni, questo mettersi in concorrenza sul piano degli affitti, sia l'unico strumento che il comune ha, per costringere i proprietari di case, ad abbassare gli affitti oggi vigenti, molto spesso vergognosamente alti.

Utilizziamo il termine bamboccione in senso provocatorio, ritenendo che i veri bamboccioni, siano quelli che hanno condannato una generazione intera alla precarietà.

8. Cultura

(non possiamo parlare solo di macerie, calcestruzzo, ruspe)

Ci investiremo, tanto.
Noi pensiamo che nei prossimi decenni, partendo la ricostruzione, circolerà molto denaro; il PIL aquilano si alzerà; ma il PIL misura tante cose, fuorché il grado di felicità di una popolazione.
Nel PIL ci sarà l'imprenditore che si arricchirà e non ci sarà il fatto che noi, costretti in una vita periferica e fangosa, senza misure serie ci troveremo a subire una mutazione genetica che ci priverà degli argomenti di cui L'Aquila si è nutrita per decenni, e che ci troverà a discutere solo di calcestruzzo, di mattoni, magari anche con qualche banconota in tasca.
Saremo felici? No, non così.
Sulla cultura noi vogliamo dare in gestione i diversi teatri ed auditorium previsti dopo il terremoto, quelli esistenti e quelli da completare, (vedi centro polivalente di Paganica), a istituzioni culturali che però, attraverso tali infrastrutture, producano davvero cultura ed economia, sostenendo la loro attività coi loro proventi.

Il comune, in sostanza, ha il dovere di fornire mezzi, di sostenere la nascita di ogni progetto culturale, ma non può e non deve essere una delle fonti di finanziamento di istituzioni vecchie e improduttive, non antiche, da anni diventate solo luogo di stipendi enormi di direttori vari (collaterali alla solita politica), e di stipendi da fame a lavoratori precari maltrattati.
Il cinema. Il cinema era una nostra tradizione; abbiamo nel nostro territorio un'Accademia dell'immagine, e ce ne sono 2 al mondo.
Noi pensiamo di rinvigorire tale tradizione, finanziando e patrocinando un festival del cinema, in città, che per una settimana porti sul nostro territorio argomenti e tradizioni da vivere, per tutti.
Sappiamo che un festival costa, e quindi pensiamo che sia attuabile la riproposizione, 6 mesi dopo, di uno dei festival internazionali del cinema, a costi assolutamente contenuti, insomma non avremo le anteprime, ma avremo momenti successivi di riflessione di quel mondo che potrebbe interrogarsi sull'effetto di quanto decretato in precedenza. Arriverebbero attori, registi, operatori vari.. arriverebbe turismo, attenzione dei media, film per gli aquilani, con abbonamenti speciali per le scuole.
Questa è una idea ma saremo pronti a sostenere ogni idea, in ogni direzione, che la città saprà convogliarci.

9. Burocrazia

(teoria del semaforo)

Pensare e agire giovane, vuol dire immaginare meno burocrazia, meno impedimenti, più futuro e più libertà per tutti.
A tal fine noi vogliamo un sistema semplificato, tanto nella ricostruzione, tanto nell'attività ordinaria dell'ente. Il nostro modello, che applicheremo vincendo, è quello del semaforo:
oggi, di fronte ad un semaforo rosso, ti fermi; quando scatta il verde, al comune dell'Aquila, non puoi ripartire, ma devi chiedere ancora il permesso per farlo; ed ecco le file e le lungaggini burocratiche!

Il nostro modello invece prevederà che, quando hai fatto le cose seguendo le regole, tu possa partire, tanto nella ricostruzione, tanto nelle altre attività ordinarie.
Certo, il nostro sistema implica che ad ogni semaforo ci sia un vigile che controlli che nessuno passi col rosso! In parole povere, sarà permesso tutto ciò che non è vietato, e non il contrario!
Ma controlleremo a campione, che non si commettano abusi e prepotenze, nei confronti delle quali saremo durissimi e inflessibili, con la certezza della pena e della sanzione.
Questo è un principio che conferisce alla cittadinanza maggiore libertà, ma anche maggiore consapevolezza; sarà una cittadinanza attiva e non passiva!
Noi ci fidiamo degli aquilani!

10. Il sabato del cittadino

Istituiremo il "sabato del cittadino".
Ogni sabato mattina, previa prenotazione presso la segreteria, un assessore sarà a disposizione in una seduta pubblica, di ogni cittadino che vorrà portare consigli o segnalare inadempienze nel suo settore.
Le sedute saranno pubbliche; noi crediamo che la città debba relazionarsi apertamente con gli amministratori e non nelle stanze chiuse; vogliamo un rapporto trasparente e positivo, e non quello clientelare che oggi vige.

11. Manufatti provvisori secondo la delibera 58 (CASETTE IN LEGNO)

Ecco il nostro pensiero:
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Terremoto-Verini-prorogare-di-20-anni-casette-fai-da-te-regolari/76869.htm


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