Villa Pini: 1.400 dipendenti a rischio licenziamento, Mascitelli contro Chiodi

07 Febbraio 2012   14:51  

"Sul destino, che pare non abbia  mai fine, dei 1.400 dipendenti e operatori sanitari dell'ex gruppo Villa Pini, sulla loro sicurezza e continuità lavorativa, il commissario alla sanità Chiodi non si può limitare ad aspettare le decisioni del Consiglio di Stato, perché già da ora ha tutti gli strumenti per poter agire presto e in tempi opportuni, e quindi faccia sapere pubblicamente come intende muoversi. Siamo di fronte al rischio che si apra una delle più grandi vertenze della nostra regione e non può quindi essere considerato un fatto per pochi addetti".

E' quanto ha dichiarato il sen. Alfonso Mascitelli, segretario regionale dell'Idv Abruzzo, vicepresidente della Commissione Speciale di Inchiesta del SSN, in riferimento alla grave situazione di incertezza in cui versano i dipendenti dell'ex gruppo Villa Pini in attesa del giudizio di merito del Consiglio di Stato, in seguito all'annullamento da parte del TAR dell'accreditamento delle strutture sanitarie del gruppo, in passato sottoposte a curatela fallimentare.

"Se continua il disinteresse o il menefreghismo su questa vicenda, come se la questione fosse soltanto un problema della curatela fallimentare, nel caso di una conferma anche nel secondo grado di giudizio della sentenza del TAR di annullamento delle procedure di accreditamento e quindi dei conseguenti contratti, cosa si pensa che accadrebbe? Mandiamo a casa senza lavoro, in piena recessione economica, oltre 1.000 persone, incolpevoli degli errori e delle ruberie della classe politica di ieri? O li lasciamo per mesi senza stipendio in attesa, come al solito, di una soluzione postuma e tardiva, prodotta dall'insipienza di una classe politica di oggi? Gli strumenti ci sono. Il decreto legge 98/2011, all'articolo 17, conferisce al commissario ad acta i poteri di rimuovere i provvedimenti legislativi di ostacolo all'attuazione del Piano di rientro e dei programmi operativi, e il Consiglio Regionale, in questo caso, ha l'obbligo di pronunciarsi entro 60 giorni. Se a questo poi si aggiunge che il programma operativo 2010, approvato con legge dello Stato, fa espressa menzione della firma sui tetti di spesa che la curatela fallimentare ha sottoscritto, in rappresentanza di Villa Pini, per un importo di oltre 19 milioni per l'ospedalità privata e di quasi 13 milioni per le prestazioni di riabilitazione, si capisce che nei confronti del destino di questi lavoratori non si potranno avanzare alibi o scusanti.

Se poi ci si vuole nascondere, solo in questo caso, dietro l'alibi delle prescrizioni della legge regionale 32, diventerebbe nuova materia di indagine per la commissione parlamentare di inchiesta capire perché questa legge viene applicata per alcuni e interpretata per altri".


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