Virus Marburg, due sospetti casi in Germania: isolate persone rientrate dal Ruanda

03 Ottobre 2024   15:48  

Allerta in Germania per due individui sotto osservazione: si teme il virus Marburg, provenivano da una zona colpita dall'epidemia.

Il virus Marburg torna a far parlare di sé in Europa. In Germania, due persone di ritorno dal Ruanda sono state isolate dopo aver manifestato sintomi compatibili con questa pericolosa infezione. Il caso ha avuto inizio quando uno studente di medicina di 27 anni e la sua accompagnatrice, mentre viaggiavano in treno, hanno contattato le autorità sanitarie tedesche poiché il giovane temeva di aver contratto una malattia tropicale. La preoccupazione maggiore si è concentrata sul virus Marburg, attualmente responsabile di un’epidemia in Ruanda, dove lo studente aveva lavorato a stretto contatto con pazienti infetti.

La coppia ha viaggiato in aereo dal Ruanda con scalo ad Addis Abeba, in Etiopia, fino all’aeroporto di Francoforte. Da lì, hanno proseguito in treno verso Amburgo, dove durante il viaggio il giovane ha iniziato a sentirsi male, manifestando sintomi influenzali e nausea. Le autorità sanitarie sono intervenute immediatamente, isolando i due individui e trasferendoli presso l’ospedale universitario di Amburgo-Eppendorf per sottoporli a test.

Le indagini si sono subito concentrate sui circa 275 passeggeri che viaggiavano sullo stesso treno, anche se le autorità considerano basso il rischio di contagio, in quanto la trasmissione del virus Marburg avviene solo attraverso il contatto con fluidi corporei e non per via aerea. Nonostante questo, i contatti di tutti i passeggeri sono stati registrati per monitoraggi successivi.

L'infettivologo Matteo Bassetti ha espresso forte preoccupazione riguardo al possibile arrivo del virus Marburg in Europa. "Non è il Covid a preoccuparci ora," ha dichiarato, sottolineando che la pericolosità del virus Marburg, soprattutto per la sua alta mortalità e la sua somiglianza con l’Ebola, lo rende un pericolo ben più grande rispetto al Covid. "Mi auguro che i casi in Germania risultino essere solo un falso allarme e che non ci sia stato alcun contagio tra i passeggeri del treno", ha aggiunto. L’epidemia attualmente in corso in Ruanda ha già causato 11 morti, e questo solleva seri interrogativi su quanto il virus possa diffondersi al di fuori del continente africano.

Bassetti ha fatto riferimento al celebre film "Cassandra Crossing", in cui un virus misterioso colpiva tutti i passeggeri di un treno, esprimendo la speranza che questa non sia una situazione simile e che il focolaio possa essere contenuto. "Il Marburg è una malattia spaventosa, con febbre emorragica e un tasso di mortalità elevatissimo", ha concluso.

I sintomi tipici dell'infezione includono febbre alta, forti mal di testa, dolori muscolari e vomito di sangue. La trasmissione del virus avviene attraverso il contatto diretto con sangue o altri fluidi corporei di persone o animali infetti. Non esistono attualmente vaccini o cure approvate per contrastare il virus, e gli sforzi sanitari si concentrano principalmente sull’isolamento dei casi e la prevenzione della diffusione.

Il virus Marburg è stato identificato per la prima volta nel 1967 in Germania, quando un gruppo di ricercatori entrò in contatto con delle scimmie infette provenienti dall'Uganda. Il primo focolaio avvenne nelle città di Marburg e Francoforte, con altri casi registrati a Belgrado, in Jugoslavia. Da allora, si sono verificati diversi focolai in Africa, con episodi registrati in paesi come Angola, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Sudafrica e Uganda. Più recentemente, nell’agosto del 2022, la Guinea ha riportato un nuovo focolaio nella regione di Gueckedou, confermando che il virus resta una minaccia globale.

Attualmente, l’epidemia in Ruanda ha allarmato la comunità internazionale, che teme una possibile diffusione del virus al di fuori del continente africano. Le autorità sanitarie europee monitorano la situazione con grande attenzione, anche se finora non è stato confermato alcun nuovo caso di infezione. Il virus, con un tasso di mortalità che può superare l’80%, continua a rappresentare una delle più gravi minacce sanitarie emergenti, soprattutto per la mancanza di vaccini e terapie efficaci.


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