Vittorio Giorgi un omaggio a due anni dalla morte, Sanofi-aventis e il nuovo dono

Puntata numero 223

29 Aprile 2011   17:21  

IN QUESTO NUMERO DEL MAGAZINE99:

- Vittorio Giorgi, un esempio di integrità morale per le nuove generazioni

   Un omaggio allo storico esponente del Pci a due anni dalla morte

"Persone come Vittorio Giorgi erano sì punto di riferimento all'interno del Partito comunista ma erano punto di riferimento per la intera comunità nel senso che si trattava di persone che esercitavano un'autorevolezza morale nell'insieme di tutti i momenti della vita.
I tempi di Vittorio Giorgi sono tempi che per chi vive l'attualità non hanno possibilità di essere compresi in alcun modo".

Le parole di Errico Centofanti sono forse quelle che meglio riescono a sintetizzare la grandezza di Vittorio Giorgi e ad esaltare le differenze tra la politica del secolo scorso e quella di giorni nostri.

Sono due gli aspetti più importanti che emergono dalla lunga testimonianza che Gianfranco Di Giacomantonio raccolse in questa intervista nel 2006: il primo è relativo all'etica nella politica, ed è un pò il filo conduttore di tutto il racconto, il secondo all'avvento di Silvio Berlusconi, considerato una vera anomalia, davanti alla quale - argomenta Giorgi durante la sua lunga narrazione - un democristiano della prima Repubblica inorridirebbe.

Alcuni passaggi sono particolarmente toccanti e per questo abbiamo deciso di raccoglierli in questa sintesi che a due anni dalla sua morte, è stata proiettata nell'incontro "Etica e politica" che si è tenuta alla sede del Comune dell'Aquila di Villa Gioia.

Fra questi c'è senz'altro quello in cui Vittorio Giorgi racconta della sua elezione alla guida della Camera del Lavoro, nell'immediato dopoguerra.
Fu un momento accompagnato da un grosso imbarazzo interiore, l'umiltà era tale che Giorgi - allora carpentiere della "Terni", società dell'Iri impegnata con 7.500 operai nella realizzazione della centrale idroelettrica di Provvidenza, a Campotosto - fu sopraffatto da rimorsi.
Qualcosa di inimmaginabile ai tempi di oggi.

E non è positivo, dal suo racconto, neanche l'approccio che ebbero gli allora dirigenti del Pci, rei di aver tentato di far leva sull'aspetto retributivo per convincerlo ad accettare.

Nonostante sia già una sorta di leader, apprezzato per le grandi capacità organizzative dimostrate nel ruolo di presidente della commissione interna all'azienda e durante le lotte operaie, la richiesta di dirigere la Camera del Lavoro sembra trasformarsi in una sorta di cruccio.

Quasi fosse una colpa quella di lasciare il proprio lavoro per assumere una carica da funzionario sindacale, che pur portandolo a rappresentare ad un livello più alto gli interessi degli operai, lo avrebbe allontanato troppo, almeno spiritualmente, dalla sua gente.

Nel 1958, dopo essersi contraddistinto per le doti carismatiche che lo avevano fatto conoscere ben oltre la sua Alta Valle dell'Aterno, arriva la richiesta di candidatura alle elezioni politiche. Erano ancora i tempi in cui l'indicazione del partito era molto più di un diktat, una chiamata alla quale non si poteva non rispondere, una imposizione dalla quale difficilmente ci si poteva tirare indietro. Prima di un onore era un onere.

Altra cosa che appare lontana secoli dalla politica dei nostri giorni: non è l'ambizione del singolo a rincorrere la poltrona ma è il partito a individuare chi meglio rappresenta la collettività.

Anche la candidatura alla Camera viene vissuta da Giorgi come una offerta di cui non sembra sentirsi degno. Racconta, infatti, di aver tentato di persuadere alcuni compagni di partito ad accettare al posto suo.

Ma il candidato naturale era lui. Nel 1958 arriva l'elezione, che poi era certa visto che, allora, l'indicazione del partito assicurava il risultato elettorale. Si era nel vivo del "centralismo democratico". Vittorio Giorgi resterà a Montecitorio tra le fila del Partito comunista fino al 1968.

Nell'intervista inedita c'è molto altro, dall'amicizia con Leone Ginzburg alla caduta del mito di Stalin, che pubblicheremo nei prossimi giorni integralmente.

Finita l'esperienza parlamentare Giorgi prosegue instancabile l'impegno politico al Comune di Pizzoli, come sindaco, e alla Provincia come consigliere. Non ha mai smesso di partecipare, più o meno attivamente, alla vita politica del partito e del territorio fino alla sua morte.

Lascia un vuoto significativo.

Tra le colpe, se così possono essere definite, sicuramente quella di non essere riuscito a tramandare quasi a nessuno la propria integrità morale.

 

- Sanofi-aventis: a Scoppito nasce il centro di aggregazione, un dono alla comunità locale

Un centro di aggregazione per i propri dipendenti che sia vissuto da tutta la comunità di Scoppito, è il nuovo impegno messo in atto da sanofi aventis, multinazionale del farmaco, a favore dell'integrazione dei propri lavoratori, e della propria realtà industriale, con il territorio circostante.

La struttura 520 mq di area coperta e 14000 mq di area verde con una sala biblioteca, 2 sale polifunzionali e un'area verde attrezzata con campetto sportivo, è stata inaugurata questa mattina e diventa patrimonio della comunità locale.

Il complesso sorge nel villaggio aventis, 90 casette costruite dal gruppo all'indomani del sisma, e che oggi ospita oltre 500 dipendenti con le loro famiglie. A due settimane dal 6 aprile 2009 la sanofi ha ripreso regolare produzione, e da subito si è fatta  carico delle sorti dei suoi dipendenti.

Lo stabilimento sanofi-aventis di Scoppito, uno dei 5 presenti sul territorio italiano, occupa quasi 400 persone e da 6 anni ottiene il certificato "Best workplace Italia", quale uno dei 35 migliori luoghi di lavoro in Italia per clima interno e organizzazione del lavoro.

servizio di Barbara Bologna

montaggio di Marialaura Carducci


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