Vivere insieme: le politiche per l'immigrazione a L'Aquila

Mercoledi 24 convegno al De Minimis

22 Settembre 2008   13:40  

La strage  Castel Volturno, il barbaro omicidio dell'italiano di colore a Milano, l'allarme sociale  provocato dai campi rom  riportano in questi giorni alla ribalta la questione irrisolta dell'integrazione degli immigrati, oltre quattro milioni,  e della difficile transizione della società italiana in società multietnica. Gli immigrati a L'Aquila sono 3500, provenienti da 18 paesi; la comunità più numerosa è quella dell'Europa dell'Est.

Per loro è è stato realizzato il progetto Vivere insieme, una serie di iniziative del Comune dell'Aquila volto a far dialogare  le varie comunità, evitare l'isolamento e la ghettizzazione,  favorire, ad esempio con l'istituzione della Consulta degli immigrati,  la partecipazione attiva nella vita politica, sociale e culturale della città.
Mercoledi 24 settembre, nel corso di un convegno all'oratorio di San Giuseppe de Minimis si tireranno le fila del progetto e si valuteranno i risultati ottenuti. Domai sempre al De Minimis sarà poi inaugurata una mostra con annessa raccolta fondi per realizzare nell'India del sud una casa di accoglienza per gli orfani delle vittime dello Tsunami del 2004
E annuncia l'assessore Antonio Lattanzi: abbiamo intenzione di aprire un asilo multiculturale, che in estate potrà essere frequentato da bambini stranieri e italiani.
Il progetto, di cui è responsabile lo psicologo Renzo Barbato, è costato 44mila euro: 8mila stanziati dal Comune, il resto dalla Regione Abruzzo. L'invio dell'esercito a Castel Volturno in seguito alla rivolta della comunità africana, ha un costo molto ma molto superiore.

FT

Dal Magazine 99 dedicato al  Rapporto 2007 sull'immigrazione

UNA PROVINCIA MULTIETNICA
Di Filippo Tronca 
Sono 9547 gli immigrati regolarmente residenti in Provincia dell'Aquila, in diminuzione del 5% rispetto al 2006. Un buon segno penserebbe lo xenofobo di turno, ma forse si sbaglia, perchè la flessione del flusso migratorio è una conseguenza della crisi economica ed occupazionale che colpisce il territorio. Il primo paese di provenienza, dei ben 80 censiti, è la Macedonia con 1663 presenze. A seguire la Romania, e il Marocco, molto più indietro Albania Ucraina e Polonia e Kossovo.
Sono questi alcuni dei dati riportati nel Rapporto 2007 sull'immigrazione realizzato dalla Provincia e dalla Prefettura dell'Aquila, nella consapevolezza che una politica di accoglienza e controllo del fenomeno immigrazione non può prescindere da una puntuale conoscenza dello stesso.
Dal rapporto emerge inoltre che i flussi dall’Europa del’est stanno diminuendo e che le presenze di immigrati si concentrano nella Marsica. La manodopera straniera è infatti determinante e insostituibile per l'agricoltura nel Fucino, ma anche, nel resto del territorio provinciale, per altri settori come l'edilizia, la pastorizia e l'assistenza domiciliare.
A testimoniare una progressiva integrazione dei migranti è l'aumento delle imprese e dei lavoratori autonomi stranieri del 13% rispetto al 2004, iscritti alla camera di Commercio dell'Aquila. Analizzando il dato si scopre  che il numero delle imprese cinesi, altrove molto significativo, è nell'aquilano tutto sommato marginale. Niente pericolo giallo, insomma. Chi dimostra invece più dinamismo imprenditoriale sono i venezuelani, con 316 imprese, a seguire i marocchini e gli australiani, rispettivamente con 182 e 158 imprese. Molti immigrati però non se la passano bene, il 60% di coloro che bussano alla porta della Caritas diocesana sono infatti stranieri. Tra di loro tanti clandestini che lavorano in nero nei cantieri e nelle campagne.Altro dato che dimostra che l’Abruzzo si avvia a diventare lentamente una regione multietnica è il costante aumento delle iscrizioni scolastiche. Nel 2007 sono ben 2019 gli studenti stranieri nelle scuole della Provincia.
Questione legalità: 390 sono state le espulsioni, in aumento rispetto al 2005 34 le persone accompagnate, o recluse che dir si voglia dentro i Cpt. In Provincia dell'Aquila, sottolinea però il prefetto Aurelio Cozzani non esiste un'emergenza criminalità legata al fenomeno immigrazione, e l‘allarme sociale è destato anche dall‘enfasi che i media attribuiscono  ai reati che vedono gli immigrati come protagonisti.
Nel corso dell’incontro è stata inoltre presentata la «Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione», che illustra e declina i punti dei principali documenti sui diritti umani. Sono state presentate anche le linee guida della direttiva del ministro dell’Interno, per la gestione della riserva fondo Lire Unrra, che quest’anno si rivolge anche all’integrazione degli immigrati, con due progetti per i comuni di Carsoli e Pratola Peligna.


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