Zona franca e "de minimis": facciamo un po' di chiarezza

08 Dicembre 2011   10:00  

Vicenda zona franca: cerchiamo di fare chiarezza con Agostino Del Re, direttore della Cna dell'Aquila. Prima di tutto: cos'è la zona franca e cosa è il de minimis al centro di aspre polemiche politiche in questi giorni.

La zona franca urbana prevista per L'Aquila dovrebbe essere simile a quella concessa ad altre città e quartieri caratterizzati da ''disagio occupazionale, sociale ed economico''. La zona franca agevola le piccole e medie imprese di nuova costituzione che si insediano sul territorio. Una piccola e media impresa è nella definizione della Comunità europea quella con massimo max 50 occupati, 10 milioni di euro di giro d'affari all'anno, e 10 milioni di euro di bilancio annuale.

Le agevolazioni sono della durata di cinque anni e consistono in: esenzione delle imposte sui redditi, esenzione dall'Irap, esenzione dall'Ici, esonero del versamento dei contributi previdenziali. la zona franca urbana aquilana dovrebbe essere finanziata con 90 milioni di euro, divisi in due trance di 45 milioni ciascuna.

Veniamo al de minimis: le agevolazioni sono le stesse, ma sono rivolte alle piccole imprese già operanti nel territorio con max 50 dipendenti a tempo pieno, almeno un terzo degli occupati residenti. Si applica al pari della zona franca in un territorio caratterizzato da disagio occupazionale, sociale ed economico.

Le agevolazioni durano un massimo di tre anni con un tetto massimo di 200mila euro. Limiti condizioni e modalità relative al de minimis possono essere determinate con un decreto del ministero dell'economia e delle finanze.

Il pacchetto di aiuti per L'Aquila consiste nella zona franca più il de minimis.

Impostazione corretta, perché con la sola zona franca non si coprone le piccole medie aziende già operanti sul territorio, e duramente colpite dal sisma, ed anzi si rischia di penalizzarle con gli aiuti alla concorenza che arriverà da fuori.

Termini della polemica di questi giorni sono: la pratica della zona franca è in ritardo ed è stata istruita male. Si sta facendo il gioco delle tre carte, perché alla fine sarà concesso solo il de minimis, spacciandolo per zona franca, per salvare la faccia.

Il de minimis però a questo punto poteva essere chiesto e ottenuto prima, perchè è di competenza del governo italiano,  invece di infilarlo   nella pratica zona franca e spedirlo a Bruxelles.  

Dall'altra parte invece si afferma che tutto è stato fatto nei tempi e nei  modi previsti. E inoltre si sottolinea che è corretto aver inserito la richiesta del de minimis all'interno della richiesta al'Europa della zona franca urbana. Perché nella finanziaria del 2008 il legislatore ha inserito un criterio aggiuntivo in cui si dice che all'interno di una zona franca urbana si può adottare il "de minimis" per le aziende già esistenti. Cioè sempre per l'Europa bisogna passare.

Agostino Del Re nell'intervista propende per questa interpretazione: ''la concessione del de minimis è subordinata all'approvazione della Commissione europea, approvazione che potrà essere ottenuta solo a seguito della concreta individuazione del perimetro e entro cui applicare le agevolazioni della zona franca urbana''.

Ma la di là di questo Del Re afferma che altro poteva essere fatto per l'economia del cratere, in attesa dei tempi lunghi necessari al'iter di approvazione della Zona franca e del de minimis. 

E cioè: crediti d'imposta per l'acquisto di beni strumentali, e per assunzione di lavoratori a tempo indeterminato, facilitazioni nell'accesso al credito, istituzione per misure ad hoc per i giovani precari, sostegno alle infrastrutture delle aree industriali. Questo, commenta amareggiato Del Re, non è stato fatto e lo si poteva fare. 

Ai microfoni di Abruzzo24ore.tv il direttore della Cna dell'Aquila Agostino Del Re.

intervista Filippo Tronca
montaggio Marialaura Carducci

 


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