ll ddl antifannulloni di Brunetta e l'Abruzzo

Trasparenza e controllo le parole d'ordine

20 Dicembre 2008   07:20  

APPROFONDIMENTO - VIDEO. E' stato approvato in prima lettura il ddl “antifannulloni” sulla pubblica amministrazione di Brunetta. Con 147 voti a favore, 9 contrari e 109 astenuti, il disegno di legge delega sulla produttività del lavoro pubblico ha ricevuto l'ok del Senato, con "grande soddisfazione" del senatore Pd Enzo Bianco, che ha sostenuto in dichiarazione di voto l'importanza delle norme introdotte dal provvedimento in materia di trasparenza e diritto del cittadino.
Prossimamente al vaglio della Camera, il disegno di legge proposto dal Ministro della Funzione Pubblica ha riscontrato il favore di Pdl e Lega Nord, il rifiuto di Udc e Svp-Autonomie che lo hanno definito "poco coraggioso" e l'astensione di Idv e del Pd, il quale si è detto disposto ad esprimere una valutazione solo in presenza dei decreti attuativi, provvedimenti che il Governo è chiamato a trasmettere al Parlamento entro i prossimi 9 mesi. Una forma di cautela che tuttavia non sembra aver impedito ai Senatori dell'opposizione di contribuire, insieme alla maggioranza, alla modifica del testo legislativo del ddl, e di votarne alcuni articoli.

DDL BRUNETTA: I PRIMI DUE ARTICOLI

Concorsi e forze sindacali nella Pubblica Amministrazione. L'articolo 1 del disegno di legge delega sulla produttività del lavoro pubblico mira al perseguimento di numerosi obiettivi, quali: la convergenza degli assetti regolativi del lavoro pubblico con quelli del lavoro privato (con particolare riferimento al sistema delle relazioni sindacali), il miglioramento dell'efficienza e dell' efficacia delle procedure relative alla contrattazione collettiva, l' introduzione di sistemi interni ed esterni di valutazione del personale e delle stesse strutture amministrative (affinchè venga assicurata l'offerta di servizi conformi agli standard internazionali di qualità), la valorizzazione del criterio meritocratico e il conseguente riconoscimento di meccanismi premiali, la definizione di un "sistema più rigoroso di responsabilità dei dipendenti pubblici", e l'introduzione di misure che assicurino una maggiore efficacia nell’organizzazione delle procedure concorsuali su base territoriale. In merito all'ultimo punto citato, sembra sia stato approvato un emendamento volto a "valorizzare il requisito della residenza" dei partecipanti ai concorsi pubblici, qualora ciò sia ritenuto funzionale al migliore svolgimento del servizio.

Sulla riforma Aran. Relativamente all' Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, il secondo articolo del provvedimento appare, a giudizio di molti, "significativamente migliorato", anche grazie al contributo offerto dall'opposizione nell' introduzione di decreti "legislativi attuativi in materia di contrattazione collettiva e integrativa autonoma", poco sviluppati nella prima stesura del disegno legge.

In sintesi l'articolo 2 prevede: la precisazione degli ambiti disciplinari del rapporto di lavoro pubblico, riservati rispettivamente alla contrattazione collettiva e alla legge (ferma restando la riserva in favore della contrattazione collettiva sulla definizione dei diritti e delle obbligazioni direttamente connessi al rapporto di lavoro), il riordino delle procedure di contrattazione collettiva nazionale ed integrativa, "in coerenza con il settore privato e nella salvaguardia delle specificità sussistenti nel settore pubblico", la riforma dell'Aran, con particolare riguardo alle competenze, alla struttura ed agli organi dell'Agenzia, ed infine la semplificazione del procedimento di contrattazione, anche tramite l'eliminazione di quei controlli che non sono "strettamente funzionali a verificare la compatibilità dei costi relativi agli accordi collettivi".

GLI ASPETTI CENTRALI DELLA RIFORMA: TRASPARENZA E CONTROLLO

Riforma "epocale" per Brunetta, provvedimento "sbagliato" che mortifica la contrattualizzazione per la Cgil, il progetto di riforma accolto qualche ora fa da Senato e parte dell' opposizione promette di trasformare radicalmente la fisionomia del pubblico impiego. Uno scenario incentrato sulla chiarezza e nel contempo sulla verifica quasi quotidiana dell'operato del funzionario pubblico, dove tutti i cittadini sono in grado, tramite il semplice accesso alla rete, di conoscere nel dettaglio mansioni, turni, doveri, carriera e mancanze dei dipendenti, mentre un'Authority per la trasparenza e la valutazione monitora costantemente i "nuclei di controllo", chiamati ad esaminare il compito svolto dai circa 3,7 milioni di lavoratori della P.A. italiana.

Meriti e premi. Nel quadro legislativo in via di definizione tale istituto consentirebbe di premiare e rendere "visibili" le amministrazioni virtuose, obbligando quelle meno efficienti a conformarsi alla media. L'Authority sarebbe indipendente e composta da non più di 5 responsabili, scelti tra individui di elevata professionalità e che soprattutto non siano coinvolti in attività che potrebbero entrare in conflitto con la funzione dell'Ente. Per quanto concerne la valorizzazione del merito, i premi attribuiti a quanti riceveranno le valutazioni migliori saranno direttamente ricavati da una porzione del monte salari. Nonostante si tratti di un meccanismo ancora in fase di studio, la percentuale relativa alle mansioni dirigenziali è già stata stabilita: i dirigenti premiati otterranno circa il 30% in più della retribuzione di base.

Le sanzioni. Oltre a quelle già in vigore, verranno intensificate e rese inderogabili le funzioni dirigenziali volte all'applicazione delle sanzioni, e al rispetto degli standard di efficienza previsti dalla legge. Disattesi tali obblighi il dirigente può incorrere nel licenziamento: in tal caso la misura verrebbe attivata da subito senza attendere la sentenza della Magistratura. Una correzione al testo del ddl effettuata dal Pd e approvata in aula prevede inoltre, la perdita del trattamento economico accessorio per chi non avvia i procedimenti disciplinari verso i dipendenti che non adempiono al proprio dovere. Misure più rigide vengono introdotte anche in relazione ai controlli medici: in caso di falsa certificazione lavoratore e medico(se dipendente pubblico) rischiano addirittura il licenziamento.

L'AMARO CALICE DEI PESCARESI

Bella e giusta la trasparenza, un po’ eccessivo forse il meccanismo di controllo, ancora scarso lo spazio offerto alla meritocrazia. Uno scenario per certi versi inquietante, dove sembra venga privilegiata la vecchia strategia della paura piuttosto che il tramite sempre vincente della valorizzazione meritocratica . Chissà come sarebbe il nostro Paese se anche il Parlamento venisse trasformato in una gigantesca struttura di vetro, esposta alla valutazione attenta, costante e profonda della cittadinanza italiana. Una sorta di grande casa della cosa pubblica, dove chiarezza, bravura ed efficienza venissero poste al di sopra del potere, delle poltrone e dell’immunità parlamentare, dove commissari e “valutatori” avessero la possibilità di licenziare -naturalmente senza attendere le tediose "lungaggini" della magistratura- il deputato assenteista, il politico che non rispetta il programma deciso assieme alla collettività, il parlamentare che ignora deliberatamente le leggi che emana. Un giorno. Forse.

Intanto qui in Abruzzo, al centro di Pescara, il parallelepipedo plastico di Toyo Ito viene guardato con un misto di sospetto e meraviglia. Non tanto per il valore artistico di un'opera forse troppo moderna per raccogliere il plauso dei più, quanto per il senso profetico del calice in essa stilizzato: a qualche giorno di distanza dagli arresti spettacolari ed eccellenti che la Regione ha inflitto a se stessa, la trasparenza del misterioso oggetto incute timore e speranza, rabbia e consapevole amarezza, rifiuto di vedere e voglia di ricominciare tutto da capo.

UN CULT DI PAOLO VILLAGGIO IN TEMA DI FANNULLONI E ASSENTEISMO





Giovanna Di Carlo

 

 


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