Abruzzo saudita: 221 comuni nel mirino di trivelle petrolifere

Dossier Legambiente e Wwf

16 Febbraio 2009   19:12  

Quasi la metà del territorio abruzzese è interessato da attività legate alla ricerca, all'estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi. 221 comuni abruzzesi inoltre su 305 ne sono coinvolti.

A farlo presente sono le associazioni Legambiente e Wwf che hanno presentato oggi, in occasione del quarto anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto, un dossier sullo stato dell'arte della ricerca e della coltivazione degli idrocarburi in Abruzzo.

Il dossier si fonda su dati reperiti presso il Ministero per lo Sviluppo economico e dati Istat territoriali. Le due associazioni ambientaliste hanno fatto presente che per la prima volta viene presentato in maniera organica un quadro della situazione, aggiornato al 31 gennaio scorso.

Per Legambiente e Wwf il quadro che emerge dal dossier è "di una regione che sta profondamente mutando la sua immagine e che da regione dei parchi potrebbe avviarsi ad essere la regione degli idrocarburi".

Stando al dossier tutte le province sono interessate dalla ricerca ed estrazione di idrocarburi: si va dal 77,7% del territorio della provincia di Chieti, al 71% di quello della provincia di Pescara, 67,5% di quello della provincia di Teramo fino al 21,9% di quello dell'Aquila. Nelle tre province costiere, poi, la percentuale di abitanti che vivono nel territorio interessato da attività legate agli idrocarburi supera il 90%.

Per le associazioni ambientaliste se infatti sulla terra ferma la situazione desta allarme, a mare non migliora. 5.639,60 chilometri quadrati di mare antistante la costa abruzzese sono interessati da permessi di ricerca, concessioni ed estrazione di idrocarburi. Il dossier presenta anche lo studio storico dei pozzi scavati in Abruzzo.

Al 31 dicembre 2007 risulta che sono state eseguite in Abruzzo 722 perforazioni, concentrate prevalentemente nella fascia pedemontana e collinare costiera. Nel giro di pochi anni, hanno fatto presente gli ambientalisti, a partire soprattutto dal 2005-2006, il numero di istanze e concessioni è aumentato, portando l'Abruzzo i primi posti tra le regioni italiane per le attività legate allo sfruttamento di idrocarburi.

Legambiente e Wwf chiedono l'intervento per primi di quelle amministrazioni comunali che vedono i lori territori oggetto di istanze e concessioni. Per loro le associazioni hanno elaborato una bozza di lettera da inviare alla competente direzione generale del Ministero dello Sviluppo economico affinché vengano messi a conoscenza di quanto si sta decidendo a livello nazionale per il loro territorio. Al presidente della Giunta regionale, inoltre, si chiede un incontro in cui illustrare i contenuti del dossier e per chiedere alla regione di farsi promotrice di una cabina di regia che affronti l'intera situazione creatasi in Abruzzo.

 

 

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