Anticipo Tfr, dietrofront del consiglio regionale tra le polemiche

D'Alfonso firma per non promulga, scattano le critiche

26 Novembre 2014   10:16  

Alla fine non se ne è fatto nulla, ma le discussioni non sono mancate lo stesso: prima, per la votazione della norma in assenza del governatore Luciano D'Alfonso, poi per la sua abrogazione.

Sta di fatto che, dopo ore di discussione e non poche polemiche, il consiglio regionale ha effettuato un retrofront sulla norma che avrebbe dovuto consentire agli eletti di poter richiedere il Trattamento di fine rapporto (Tfr) già dopo un anno anziché alla fine del mandato, abrogandola all'unanimità e "condannando" tali soldi a rimanere nelle casse dell'ente fino alla conclusione della legislatura.

In precedenza, solo l'assessore Donato Di Matteo ed i consiglieri M5S avevano votato contro tale provvedimento, mentre su tale fronte gli ultimi giorni all'Emiciclo sono stati densi di polemiche, proposte abrogative, tentativi di minimizzazioni e critiche bipartisan soprattutto verso la decisione di D'Alfonso di annunziare la firma del decreto di non promulga della norma, previsto per oggi.

Sul web sono tuttora in circolazione numerosi hashtag decisamente ironici (#legislazionecreativa, #pezzaAcolori, #Lacorsapiùpazzadelmondo, #backtothefuture, #napolitanotispiccialacasa), mentre dal fronte dell'opposizione non sono mancati commenti sarcastici.

La capogruppo M5S Sara Marcozzi ha scritto "D'Alfonso come Napolitano",  mentre Lorenzo Sospiri (FI) ha affermato che "tale emendamento era stato redatto per permettere ad alcuni dipendenti regionali non più in servizio di poter accedere al Tfr senza per questo dover aspettare un anno. D'Alfonso non è il presidente della Repubblica e dunque non ha il potere di non promulgare leggi e riviarle al consiglio, così ho cheisto ed ottenuto dal centrosinistra di cancellare la norma".

Pronta la replica del consigliere PD Camillo D'Alessandro: "Con la sua azione, il governatore intendeva rendere certa la non applicazione della norma discussa, per cui la maggiornaza ha presentato una norma abrogativa unanimemente accettata prima che la legge fosse promulgata e risolvendo il problema in via definitiva".


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