Terremoto, gli esperti confermano: nel sud Italia rischio di scosse sopra i 7 gradi Richter

E in Sicilia altissimo rischio di esalazioni tossiche

22 Maggio 2012   21:53  

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L'Italia del sud è a rischio, un rischio altissimo.

La storia del sud Italia parla chiaro, il terremoto di Messina e Reggio del 1908 o terremoto calabro-siculo del 1908, è considerato uno degli eventi più catastrofici del secondo passato, e con la sua magnitudo 7.2 danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio, con un numero di vittime che va da tra 90.000 a 120.000.

Una strage.

L'Italia è il paese  a più altro rischio sismico in Europa e in particolare nel sud c' è un rischio di mortalità per evento sismico che è 100 volte più alto di quello medio giapponese.

Il sud del nostro paese è fortemente attenzionato dagli scienziati, che parlano di un rischio molto alto di scosse di magnitudo superiore a 6.

Ci sono mappe del rischio sismico che variano nel tempo, e nel sud Italia c'è un chiaro segnale di rischio dalla Sicilia alla Campania.

Cosa ci si può attendere?
Terremoti di 7.5 Calabria e Sicilia e di 7 nell'Appenino meridionale
con un'energia migliaia di volta superiore a quella prodotto nel terremoto dell'Aquila. 
Un vero e proprio cataclisma, un Big One.

Non si tratta di previsione dettagliate, ma di studi che stabiliscono in modo piuttosto definito il rischio nelle diverse aree.

Alcuni esprimenti condotti da Giuliano Francesco Panza sismologo dell'Università di Trieste, Antonella Peresanricercatrice dell’Università di Triete e Alessandro Martelli, direttore dell’Enea di Bologna, studi che riescono a dare dei dati molto interessanti in termini previsionali.

Lo studio analizza il comportamento della sismicità di piccola magnitudo, e sulla base delle variazioni temporali, definisce se è possibile che nell'area esaminata avvenga un terremoto più forte: si analizzano caratteristiche specifiche della sismicità. "Non è quindi uno studio su base statistica" spiga Antonella Peresan

 Studi su base statistica sono invece quelli ufficiali che si basano su metodi probabilistici, e sono molto indietro per quanto riguardo l’approccio deterministico che poggia sullo studio della  fisica dei fenomeni in gioco, come è originato il terremoto e come si trasmette.

"Gli esperimenti condotti,  fino ad oggi hanno dato buoni risultati nel 70% dei casi." spiega Alessandro Martelli.

I dati studiati sono frutto della multidisciplinarietà: arrivano dalla geodesia sismologica, dalla geologia, dalla geochimica dei fluidi, parametri che messi insieme verificano le aree dove più ci si aspetta sismicità. 

Gli scienziati sono però chiari: "E' impossibile una previsione precisa".

Quello che è possibile lo spiega Martelli: "E' invece possibile prevedere con una certa probabilità di azzeccarci che , un terremoto possa avvenire in un certo periodo  in una zona normalmente abbastanza estesa. Si tratta di qualcosa che potrebbe anche non verificarsi."

Ma siamo preparati a terremoti devastanti? No.
"Il problema - spiega ancora Martelli - è la mentalità italiana che non lascia spazio economico alla prevenzione. Quando poi la catastrofe avviene il costo è tre volte tanto, senza contare le vittime. "

Inoltre nelle aree più a rischio, esistono strutture molto a rischio, come gli stabilimenti petrolchimici: i più a rischio quelli di Priolo Gargallo e Milazzo.

Strutture precarie e situazioni morfologiche molto a rischio. In particolare Priolo, alla periferia di Augusta, nella Val di Noto, dove nel 1963 si verificò una catastrofe: il sisma più forte mai registrato in Sicilia: magnitudo 7.4

"Altri sismici di una certa intensità ce li aspettiamo" dice chiaramente il professor Giacinto Franco, ex primario di Pediatria dell'ospedale di Augusta.

 La Sicilia è una bomba: da oltre 50 anni insistono sul suo territorio industrie con strutture molto a rischio.

 "Nel '90 - spiega Luigi Solarino docente di chimica industriale all'Università di Catania -si è verificato uno spanciamento del serbatoio di acido nitrico, ma ci sono impianti di  acido fluoridrico, gas"

Se ci fosse un terremoto - spiega ancora l'ex primario Franco: ci sarebbero più morti per le esalazioni che per le macerie."

Ma mettere in sicurezza le strutture degli impianti è di fatto molto costoso.

La Commissione ambiente della Camera ha presentato un' interrogazione. Angelo Alessandro Presidente Commssione Ambiente della Camera spiega: "E' necessario un decreto e una risoluzione legislativa per le nuove strutture e per le vecchie sono necessari adeguamenti che dovranno essere previsti con strumento normativo.”

Il problema è che se arrivasse un terremoto tra Sicilia e Calabria tutto sarebbe a rischio.

Quanto costa infatti rimettere a norma l'intero antichissimo patrimonio dei beni culturali delle regioni che sono state culla della Magna Grecia?

Palermo, Napoli, Catania, gioelli spesso abbandonati alla loro resistenza, senza che nessuno riesca a metterle in condizioni oggi di permettere vite decenti dentro i palazzi del centro, domani di assicurare ai suoi abitanti che quei muri non caschino.

Sarebbe, dicamolo subito, una tragedia annunciata: per numero di morti, per esalazioni di sostanze nocive, e sarebbe l'addio al più straordinario patrimonio culturale d'Italia e del mondo.

Forse il terremoto lì non farà mai, ed è l'auspicio di tutti, ma non possiamo e non vigliamo più chiudere gli occhi: se il rischio c'è attrezziamoci.

Ed è una scelta politica decidere di farlo: mettere in sicurezza gli edifici sensibili, le scuole, gli ospedali, i magazzini, i luoghi di lavoro ha un costo molto alto. E' un dovere civile farlo, per evitare conseguenze catastrofiche.

Insomma il terremoto avverrà, gli studi fisici forse ci aiutaranno a capire quando sarà più probabile, ma la natura fa la sua strada, e noi o ci adeguiamo a lei, o lei ci distruggerà.

"Le previsioni non sono a breve termine, - spiegano gli studiosi - non portano ad evacuazione. Quello che si deve fare sono le elementari operazioni di verifica di sicurezza."

Qui vi proponiamo un video di un'inchiesta di Rai news 24 che ci ha permesso anche di scrivere, insieme ad altri documenti, quanto avete letto fin qui.

 


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