A Collemaggio il concerto di commemorazione per le vittime del sisma

Nel terzo anniversario del terremoto che ha colpito la Città dell’Aquila e l’ Abruzzo, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, il Conservatorio “A. Casella” e l’Accademia di Arti e Mestieri del “Teatro alla Scala” hanno realizzato insieme un progetto ambizioso: l’esecuzione, in concerto, della Grande Messa in do minore di W. A. Mozart.

Un lavoro di grande impegno che ha coinvolto e unito i professori d’orchestra della Sinfonica e gli allievi di Conservatorio e Accademia scaligera, tutti animati dal desiderio di offrire il proprio contributo alla commemorazione delle vittime del sisma, il cui anniversario quest’anno coincide con gli appuntamenti cruciali della Settimana Santa: una coincidenza particolarmente evocativa, che invita tutti - ancor di più - al raccoglimento e alla riflessione.

La Grande Messa, considerata una delle più complesse dal punto di vista esecutivo, insieme alla Messa da Requiem, scritta da Mozart come “voto” per la guarigione di Costanze, sua futura moglie, allora gravemente malata, è pervasa da un sentimento di dolente supplica e meravigliosa estasi al contempo.

Il genio del compositore salisburghese ci guida in quella che è la sua preghiera, passando per inaudite armonie dissonanti (Kyrie, Qui Tollis) fino ai più chiari accordi maggiori del Gloria e del Credo, il quale - per quanto considerato solo un “abbozzo” incompiuto - ben ci mostra il sentimento di salda fede che guidò Mozart nell’ organizzazione della Messa.

Le licenze compositive e la libertà nella scelta della durata (molto più ampia del consueto) e dell’ organico orchestrale (quasi sinfonico) furono possibili a Mozart perché la Messa, a differenza delle sue precedenti, non fu il risultato di una committenza, ma della propria, arbitraria, esigenza di esprimersi e pregare.

Il Concerto vuole, dunque, essere un invito a meditare attraverso la musica di Mozart, a rendere omaggio alle vittime aquilane del terremoto e a sublimare spirito e ricordi attraverso una musica che, se ascoltata con devozione, può davvero rivelarsi catartica.