A L'Aquila scossa forte ogni 100 anni. Ora lo dice anche l'Ingv

08 Luglio 2009   15:23  

Un terremoto forte come quello del 6 aprile scorso avviene nella zona dell'Aquila una volta ogni 100 anni. Lo ha calcolato uno studio dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) coordinato da Marco Anzidei e in via di pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale Geophysical Research Letters. La stima si basa sulle misure rilevate tramite Gps, che permettono di calcolare il movimento del suolo. Inoltre, utilizzando per la prima volta questo tipo di misure, lo stesso gruppo di ricerca ha calcolato le dimensioni della faglia relativa al terremoto del 6 aprile: un rettangolo i cui lati misurano circa 13 chilometri per 16, fortemente inclinata (55 gradi) verso Sud-Ovest e che si è spostata in profondità di 50 centimetri. Combinando le misure della deformazione della faglia durante il terremoto del 6 aprile con la deformazione di 3 millimetri l'anno evidenziata nell'Appennino centrale dalle misure Gps, i ricercatori quindi hanno calcolato in 100 anni l'intervallo tra i forti terremoti nella zona. Un risultato "in accordo con gli studi di paleosismologia e con le conoscenze storiche sulla sismicità della zona", osserva Anzidei. Andando indietro nel tempo, il più violento terremoto documentato da testimonianze storiche è quello che nel 1703 colpì la zona a Nord dell'Aquila, fra i Monti Reatini e Campotosto. Era stato molto probabilmente un terremoto più forte rispetto a quello del 6 aprile scorso. "Non sappiamo però che cosa è avvenuto dopo quella data, se non il terremoto di magnitudo 4 del 1984", osserva ancora Anzidei. La cosa importante è, comunque, che "oggi possono esserci nuovi metodi per cercare di individuare gli intervalli di ricorrenza dei terremoti". Nessuno finora aveva infatti pensato di utilizzare le misure di tipo geodetico. In Italia queste si basano sulla rete di sensori Gps del Central Apennine Geodetic Network, coordinata dallo stesso Anzidei e installata pochi giorni prima del terremoto del 6 aprile, e dalla rete nazionale Ring (Rete Integrata Nazionale Gps), sempre dell' Ingv. Entrambe, però, andrebbero potenziate, soprattutto alla luce di quest'ultimo studio: "sarebbero necessarie un migliaio di stazioni, mentre ne abbiamo 140", rileva Anzidei. Il costo complessivo sarebbe di circa 10 milioni, considerando che una sola stazione geodetica completa costa circa 10.000 euro.

Parola agli esperti: difficile aspettarsi nuove scosse forti...


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