A Pescara incontro tra vertici e dipendenti del Cementificio

22 Dicembre 2012   21:08  

“Sul cementificio di Pescara la mia amministrazione comunale si è già espressa, dando parere non favorevole al rinnovo e all’ampliamento dell’Autorizzazione Integrata ambientale, e non devo assolutamente rivedere la mia posizione, coerente con l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale nel 2006, su proposta dei due consiglieri di centro-destra, oggi vicesindaco e assessore regionale, Berardino Fiorilli e Carlo Masci, in cui si chiedeva la delocalizzazione dello stabilimento. Ora è la Conferenza dei servizi, ovvero la Regione Abruzzo, a doversi esprimere sull’Aia, visto che il Comune ha esaurito la procedura. Ovviamente resteremo vigili perché, come ho già annunciato, nel caso di un parere favorevole al rinnovo, impugneremo tale decisione dinanzi al Tar.

Ma la nostra, come ho sempre ribadito, non è una battaglia contro un’azienda che comunque oggi garantisce 70 posti di lavoro, piuttosto è la battaglia per la tutela del diritto alla salute di 130mila abitanti della nostra città che almeno da vent’anni chiedono la delocalizzazione dell’impianto. E il nostro obiettivo finale resta quello, ossia non la chiusura, ma lo spostamento in altro sito più idoneo, dell’azienda, anche attraverso il ripristino del Tavolo di concertazione aperto dal nostro governo cittadino nel 2009 e poi fermatosi in seguito alla prima Cassa integrazione ordinaria scattata un anno fa per lo stabilimento”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ufficializzando l’esito del vertice svoltosi con i vertici romani della Sacci Spa, proprietaria del cementificio di Pescara, ossia Massimo Quintavalle, Responsabile Risorse Umane, e Massimo Norcini, Direttore Tecnico. Presenti anche due dipendenti dello stabilimento, quale delegazione trattante, e l’assessore all’Ambiente Isabella Del Trecco.

“Il vertice odierno – ha ricordato il sindaco Albore Mascia – ha fatto seguito al primo incontro avvenuto circa dieci giorni fa con una delegazione dei dipendenti del cementificio di Pescara, posti, dallo scorso novembre, nello stato della Cassa integrazione straordinaria per i successivi 12 mesi, una condizione che ovviamente ha suscitato le preoccupazioni dei dipendenti, che temono che la Cig sia solo il preludio per la chiusura dell’azienda, conseguenza, nelle loro conclusioni, della decisione del Comune che lo scorso 4 settembre ha espresso parere non favorevole al rinnovo dell’Aia. In realtà, come ho già chiarito nel colloquio con i dipendenti, e come ho ribadito dinanzi ai rappresentanti della Sacci, non è così. Il diniego dell’Aia da parte del Comune di Pescara non ha nulla a che vedere con il collocamento in cassa integrazione dei 70 dipendenti dell’azienda.

Il nostro è un diniego politico nell’ambito di una Conferenza dei Servizi indetta dalla Regione Abruzzo in cui il Comune era chiamato a esprimere un parere obbligatorio, ma ora l’espressione ultima nel merito spetta alla Regione Abruzzo sentita anche la Asl e l’Arta. Come sindaco avevo e ho il compito di tutelare la qualità della vita di 130mila persone che vedono quell’insediamento industriale oggi incompatibile con la città, trovandosi in una situazione ambientale delicata, proprio perché siamo chiamati a considerare l’impatto contestuale di tanti elementi e fattori sulla qualità dell’aria. E oggi ribadisco che quello stabilimento va delocalizzato all’esterno della città”. I rappresentanti della Sacci, non nascondendo la crisi nazionale del settore, hanno sostenuto che “il parere del Comune rappresenta una pregiudiziale: per la Sacci si trattava di fare una scelta di messa in sicurezza dell’azienda sul mercato e, avendo 5 stabilimenti a livello nazionale e dovendo scegliere quale mettere in Cig, abbiamo scelto due stabilimenti, tra cui Pescara sulla quale riteniamo penda una spada di Damocle, ossia il mancato rinnovo dell’Aia”.

“In realtà – ha però replicato il sindaco Albore Mascia – rispetto all’Aia, la Sacci Spa non ha avuto una diminutio perché sino a quando non si sarà pronunciata la Conferenza dei servizi, comunque l’azienda poteva e può continuare a operare in regime di prorogatio, dunque non c’è un motivo per cui si è deciso oggi di sospendere l’attività, e in tal senso non posso non vedere una strategia aziendale. Anche perché allo stato attuale il Comune di Pescara ha di fatto esaurito l’iter procedurale esprimendo un parere negativo, parere obbligatorio, ma comunque a decidere è sempre la Conferenza dei servizi regionale alla quale l’azienda oggi dovrebbe rivolgersi per chiedere un pronunciamento ufficiale, a favore o contro il rinnovo dell’Aia. Io difendo la bontà e la validità della posizione espressa e ribadisco la volontà di impugnare con un ricorso al Tar l’eventuale parere favorevole della Conferenza dei Servizi.

D’altro canto quando la Sacci ha acquisito dalla francese La Farge la proprietà dello stabilimento di Pescara, avrebbe dovuto sapere che già nel 2006 il Consiglio comunale di Pescara si era espresso a favore della sua delocalizzazione dal centro urbano, ma evidentemente tale informazione non è stata trasmessa, mentre la Sacci, come hanno sottolineato i due responsabili, ha acconsentito a effettuare un investimento importante, acquisendo l’azienda, per una spesa di circa 100milioni di euro, perché era stata messa a conoscenza dell’accordo, che io giudico scellerato, stipulato nel 2007, con effetti a partire dal 2008, con il Comune che, a fronte del pagamento di 120mila euro l’anno, aveva acconsentito alla permanenza del cementificio a Pescara per altri 15 anni. Un accordo che ha determinato la realizzazione dello Huge Wineglass, ma la cosa certa è che dal 2009 a oggi, ossia da quando si è insediata la nostra amministrazione, il Comune di Pescara non ha chiesto né ha incamerato un solo euro di quelle somme stabilite, né abbiamo intenzione di chiedere quei conti.

Non solo: ricordo anche che dal 2009 al 2011 l’assessore Del Trecco ha promosso quattro incontri con la Sacci istituendo un Tavolo tecnico per la delocalizzazione dell’impianto, Tavolo sospeso per la prima Cassa integrazione varata dall’azienda. Ora l’amministrazione comunale ha avanzato due proposte fondamentali all’Azienda per la salvaguardia dei posti di lavoro: innanzitutto riaprire il Tavolo tecnico per affrontare in maniera concreta e condivisa il piano di delocalizzazione, un Tavolo che veda anche la presenza dei dipendenti, per verificare insieme l’esistenza o meno di aree idonee a ospitare una simile azienda, e i costi dell’operazione, anche per capire di quali cifre parliamo e a quali Istituzioni, anche europee, possiamo rivolgerci anche per supportare l’azienda nel reperimento di risorse al fine di garantire il mantenimento delle unità lavorative oggi in servizio. In secondo luogo ho sollecitato azienda e dipendenti comunque a chiedere un incontro urgente con la Regione Abruzzo che deve pronunciarsi nel merito dell’Aia, in senso favorevole o contrario, ma deve pronunciarsi, con un’assunzione di responsabilità, esattamente come ha fatto il Comune.

Purtroppo la Sacci ha per ora rigettato la proposta di sederci attorno a un Tavolo tecnico, ritenendo, il parere non favorevole del Comune all’Aia, una pregiudiziale insuperabile e chiedendo piuttosto un nostro passo indietro rispetto a quel parere espresso. Come sindaco della città e come prima autorità sanitaria del territorio, ho ribadito chiaramente che il Comune si è espresso sulla vicenda e non deve ravvedersi, specie a fronte degli ultimi esposti presentati dal Wwf sulla qualità dell’aria. A questo punto per la riapertura del Tavolo, evidentemente, ci aggiorneremo a una fase successiva al pronunciamento della Conferenza dei Servizi e a un eventuale ricorso dell’amministrazione comunale. Nel frattempo però ho chiesto all’Azienda e agli stessi dipendenti di tenermi aggiornato di ulteriori decisioni venissero assunte sulla nostra città, con l’obiettivo di salvaguardare posti di lavoro preziosi”.


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