A cento passi dalla mafia, trent'anni dopo il delitto Impastato

Dibattito alla festa del Partito Democratico

03 Luglio 2008   11:55  

“La mafia a trent'anni dall'uccisione di Peppino Impastato”. È stato questo il tema del dibattito che si è svolto ieri pomeriggio al parco del Castello cinquecentesco dell'Aquila, nell'ambito della Democratica Festa, che si è concluso con la proposta dell'intitolazione di una via a Impastato.

A ricordare la figura del giovane giornalista ed attivista siciliano ucciso dalla mafia appena trentenne, nel 1978 a Cinisi, il suo amico e compagno di battaglie Salvo Vitale, che ha ripercorso la storia di quegli anni e le vicende che hanno portato all'uccisione di Impastato, per arrivare ai giorni nostri con un'amara constatazione, la lotta alla mafia oggi sta di nuovo soccombendo a favore della malavita, ed a questo potrebbero contribuire anche le scelte del nuovo Governo in materia di giustuzia.

A portare la sua testimonianza di convivenza con la n'drangheta, dal punto di vista di un'altra generazione, quella di oggi, Annamaria Pancallo, portavoce dei ragazzi di Locri, il movimento salito alla ribalta all'indomani dell'uccisione di Francesco Fortugno.

Non sono mancati, nel corso del dibattito, riferimenti alla nostra regione, ed alle presunte infiltrazioni malavitose che sembra stiano reinvestendo qui capitali di provenienza illecita. In delle inchieste giornalistiche, si parla addirittura del "tesoro di Cianciminio", che sarebbe impegnato dal figlio nella Marsica, nella gestione di servizi, anche pubblici locali, dietro il nome di società che avrebbero ben poco di irreprensibile.

E stasera alle 19, sempre sotto gli stand della Democratica Festa, il ministro ombra Lanfranco Tenaglia ed il neo senatore Achille Serra, si ritroveranno a parlare di “legalità e giustizia”.

Nel servizio interviste a Salvo Vitale ed Annamaria Pancallo. 
(MS)


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