Abruzzesi contro la guerra: raccolta fondi per le vittime di Gaza

A L'Aquila e Pescara

14 Gennaio 2009   13:36  

I bombardamenti israeliani sulla Città e la Striscia di Gaza, proseguiti ininterrottamente dal 27 dicembre scorso, hanno già provocato quasi mille vittime e cinquemila feriti. Riteniamo che tutte le cittadine ed i cittadini debbano prendere la parola per chiedere l'immediata fine dei bombardamenti e di tutte le violenze in corso. Per una pace giusta e duratura lo Stato di Israele deve rispettare quelle risoluzioni internazionali che, al contrario, viola sistematicamente. Il ritiro israeliano dai territori occupati e l'abbattimento del Muro dell'Apartheid sono due delle condizioni primarie per favorire quella pace che tutti invocano. Anche nella nostra città, in vista della grande manifestazione nazionale di sabato a Roma, è stata organizzata un'importante iniziativa, promossa da un ampio arco di associazioni, collettivi e movimenti. Questa sera presso il Teatro S. Agostino, a partire dalle ore 20:30, musicisti, attori e tanti altri artisti della nostra città animeranno una serata il cui ricavato sarà devoluto alla Mezza Luna Rossa Palestinese.

A PESCARA  IL 16 GENNAIO

 Per dire basta al massacro di civili e bambini palestinesi, la Cgil di Pescara ha organizzato per venerdì 16, alle 18, in piazza Sacro Cuore, una manifestazione pubblica, a cui interverrà anche Mustafa Qaddumi, segretario della delegazione generale palestinese in Italia. Attraverso l'iniziativa, il sindacato intende rivolgere un appello a chi ha responsabilità politiche e a chi sente il dovere civile "a rompere il silenzio" di fronte a ciò che accade a Gaza e ad agire. La Cgil chiede, inoltre, che le Nazioni Unite e l'Unione Europea "escano dall'immobilismo e si attivino per imporre il rispetto del diritto internazionale". Per il sindacato anche "l'Italia democratica deve fare la sua parte". "Scendiamo in piazza per sconfiggere l'indifferenza", ha spiegato il segretario della Cgil di Pescara, Paolo Castellucci, presentando la manifestazione. Castellucci ha sottolineato che bisogna mettere fine all'assedio di Gaza per evitare che l'attuale massacro di civili si trasformi in una "tragedia più grossa". Ha ricordato, in proposito, che, sino ad oggi, si contano 970 morti, senza considerare che molti cadaveri si trovano ancora sotto le macerie di abitazioni e scuole; oltre cinquemila feriti; 30 mila palestinesi sfollati; oltre un milione di persone senza corrente elettrica e 500 mila senza acqua potabile. Castellucci ha riferito che, nei prossimi giorni, sarà proposta la costituzione di un fondo di solidarietà per favorire, a Gaza, il ripristino delle infrastrutture sociali e dei servizi primari. Ha, inoltre, aggiunto che, tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo, sarà presentato un film documentario, girato da due pescaresi, sulle condizioni di vita del popolo palestinese

LA SITUAZIONE  OGGI A GAZA

Anche le prime ore del 19° giorno di guerra sono state segnate, come era giù accaduto una volta la settimana scorsa, dal lancio di razzi dal Libano verso Israele. A cadere nell'Alta Galilea sarebbero stati tre razzi che avrebbero provocato allarme soprattutto nell'area di Kyriat Shmona. Il nuovo enigmatico lancio libanese - gli autori di quello precedente erano rimasti ufficialmente ignoti - è giunto dopo un'altra notte di bombardamenti dal cielo e dal mare, concentrati a quanto pare soprattutto verso Gaza City nel nord e Rafah, al confine con l'Egitto, nel sud. Mentre il numero delle vittime palestinesi, in gran parte civili, si aggira ormai intorno a 1000, intensi sono stati soprattutto nella zona dell'abitato di Gaza City i combattimenti tra truppe israeliane di terra e resistenti di Hamas. La situazione umanitaria, che ha conseguenze specialmente pesanti per gli oltre 4000 feriti, continua ad aggravarsi di ora in ora: manca tutto, dai medicinali alle scorte d'acqua. E' cominciato intanto al Cairo, in Egitto, il viaggio del Segretario Generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che dopo gli incontri in Egitto, si recherà anche in Giordania, Siria e Israele, continuando a chiedere un immediato cessate-il-fuoco secondo la risoluzione 1860 approvata la settimana scorsa dal Consiglio di Sicurezza. In giornata dovrebbe anche svolgersi una seduta d'emergenza dell'Assemblea Generale dell'Onu convocata ieri

Su richiesta del ‘Movimento dei paesi non allineati’ (Nam), un fronte che riunisce 114 stati soprattutto in Africa, Asia e America Latina, è stata convocata per domani una riunione dell’Assemblea generale dell’Onu dedicata alla guerra nella Striscia di Gaza. La decisione è stata annunciata questa notte da un portavoce di Miguel d’Escoto, presidente dell’organismo dell’Onu. In una dichiarazione diffusa al Palazzo di Vetro di New York, il ‘Movimento dei paesi non allineati’ sottolinea che “l’organismo più democratico e rappresentativo delle Nazioni Unite ha il dovere di dare una risposta adeguata alle preoccupazioni della comunità internazionale”. Nel documento, si esprime una decisa condanna dell’“evidente disprezzo” da parte di Israele per la risoluzione numero 1860 del Consiglio di sicurezza che chiede un immediato cessate-il-fuoco a Gaza. Secondo i ‘Non allineati’, “la brutale aggressione di Israele contro la popolazione civile palestinese costituisce una grave violazione del diritto internazionale, compreso il diritto umanitario”. Il Nam sembra avere una posizione simile a quella espressa giorni fa da D’Escoto, che aveva definito la guerra israeliana “un atto di aggressione (…) da parte di uno stato molto potente in un territorio occupato illegalmente”. Una riunione dell’Assemblea generale per discutere la crisi nella Striscia era già stata convocata per giovedì scorso, ma era stata annullata dopo l’intesa sulla risoluzione in Consiglio di sicurezza.

 


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