Abruzzo Engineering, i dipendenti chiedono un incontro a Chiodi

07 Ottobre 2009   10:03  

Una delegazione di lavoratori di Abruzzoenginering richiedera' prossimamente udienza al presidente Chiodi per delucidazioni in merito alla scelta di trasferire 80 dipendenti in Campania e nel Lazio. Infatti questa scelta, spacciata come una salvaguardia del posto di lavoro - spiega una nota degli stessi dipenenti - appare piu' come la mossa disperata di una societa' che, essendo sull' orlo del disastro economico, riesuma un progetto Selex per recuperare un po' di liquidita', sperando di poter "tirare avanti" fino all'inizio del nuovo anno e cioe' quando il presidente Chiodi diverra' Commissario per la Ricostruzione. Presentarsi con un bilancio meno passivo di quello attuale restituirebbe un po' di credibilita' redditizia all'azienda che potrebbe cosi' aspirare ad vedersi assegnate nuove commesse. A dimostrazione dello stato deficitario in cui essa versa emergono elementi che attestano incontrovertibilmente questa tesi:in primis la mancata corresponsione degli stipendi degli ultimi tre mesi e delle liberalita' alla cassa integrazione per chi ne ha usufruito; l'imminente chiusura delle sedi di Pescara e Teramo (Sulmona e' gia' chiusa da mesi) con gli arretrati da corrispondere relativi ai canoni d'affitto; le auto aziendali spesso a corto di carburante (con i dipendenti costretti ad anticipare a volte le spese della benzina) e non sufficienti come numero per lo spostamento verso la provvisoria sede di Avezzano (messa a disposizione della Selex), cosa che costringe molti dipendenti a raggiungerla con mezzi propri, partendo da L' Aquila e addirittura da Teramo e Pescara con un caritatevole rimborso di 60 euro al mese. E' da sottolineare - osservano i laoratori - il fatto che per il momento di attivita' per i "pendolari" non ce ne sono e quindi questo movimento di personale appare un illogico nonche' sfrontato spreco delle pur esigue risorse rimanenti giacche' risultera' molto piu' dispendioso che tenere aperte le sedi, perche' alle spese di carburante ed autostrada si aggiungono le indennita' di trasferta. Tra le tante connotazioni poco edificanti dell'intera vicenda ce n'e' una che assume una vena tragicomica, e cioe' che per fare benzina si deve andare presso un distributore dell'Aquila partendo da Avezzano. Secondo i dipendenti siamo di fronte a "proclami sbandierati al vento che non possono far altro che disperdersi nell''etere' come nel caso della banda larga, paradigmatico esempio di prematura ostentazione del nulla. Comunque a giorni sono attese le liste che riveleranno i nomi delle 80 unita' 'costrette' ad emigrare e pare che sia proprio il 12 ottobre, cioe' il giorno di insediamento del nuovo CDA, quello previsto per la partenza verso Castellammare di Stabbia e Nepi. I lavoratori vogliono che le future scelte vengano fatte dal nuovo CDA, magari da chi l'Abruzzo ce l'ha davvero nel cuore, perche' non ritengono affatto giusto che a pagare le conseguenze delle scellerate scelte societarie siano loro e sempre loro, e non i veri responsabili di un disastro economico che rappresenta una vergogna per la nostra Regione e per l'Italia".


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