Nonostante la stagnazione in alcuni settori, l’Abruzzo registra segnali positivi in edilizia, turismo e commercio, con una crescita dell'occupazione nel terziario.
L'economia dell'Abruzzo ha mostrato segnali di rallentamento durante i primi sei mesi del 2024, con un tasso di crescita dell'attività produttiva pari allo 0,3%, inferiore alla media nazionale dello 0,4%. È quanto emerge da un’indagine condotta dalla Banca d'Italia, che evidenzia come la crisi energetica abbia avuto ripercussioni anche sul settore industriale. Nonostante ciò, alcune aree hanno mantenuto performance positive, compensando parzialmente le difficoltà. Il settore tessile, l'abbigliamento e la farmaceutica hanno contribuito a sostenere le esportazioni, che hanno visto un rallentamento, ma hanno continuato a crescere grazie a questi comparti, specialmente nei primi mesi dell’anno.
Il settore più rilevante per l'Abruzzo, quello automobilistico, ha sofferto particolarmente, con una riduzione dei ritmi produttivi già a partire dal secondo trimestre. Questo calo ha impattato anche le esportazioni, le quali hanno visto una contrazione nel secondo trimestre del 2024, pari al 2,1%. Tuttavia, la performance complessiva è stata sostenuta dalla domanda di prodotti tessili, abbigliamento e farmaceutici, che hanno compensato parzialmente le perdite.
Secondo il sondaggio della Banca d'Italia, il fatturato e le ore lavorate nelle imprese manifatturiere sono rimasti sostanzialmente stabili nei primi tre trimestri rispetto all’anno precedente. Le aziende più orientate sui mercati esteri sono risultate le più vulnerabili alla congiuntura debole, sebbene la maggior parte delle imprese abbia rispettato i propri piani di investimento per l’anno, nonostante una prevista riduzione degli investimenti per il 2025.
Nel settore delle costruzioni, l'effetto positivo derivante dagli incentivi per la riqualificazione edilizia si è attenuato, anche se la realizzazione di interventi pubblici legati al Pnrr ha contribuito a mantenere l’attività a livelli accettabili. Anche il mercato immobiliare ha mostrato segnali di recupero, con un incremento delle compravidite pari al 2,7%, favorito da condizioni di finanziamento favorevoli.
Nel settore terziario, il commercio e i consumi familiari sono rimasti stabili, mentre il settore turismo ha visto una crescita moderata del 4,2% nei flussi turistici, sebbene a un ritmo inferiore rispetto al 2023. Le presenze dall'estero sono aumentate, ma l'incremento è stato più contenuto rispetto al passato. Per quanto riguarda il comparto dei beni durevoli, la vendita di autovetture è stata particolarmente sostenuta dagli incentivi all'acquisto di modelli meno inquinanti, che hanno visto un incremento significativo.
Anche nel settore dei trasporti si sono registrati segnali positivi, con più di due terzi delle imprese industriali e dei servizi che hanno previsto un risultato positivo per la gestione nel 2024. Le condizioni di liquidità delle imprese sono risultate generalmente buone, con la maggior parte delle aziende che ha dichiarato di avere risorse sufficienti per le proprie esigenze operative.
Sul fronte del mercato del lavoro, la crescita occupazionale ha rallentato rispetto al 2023, sebbene si siano registrati aumenti nell'occupazione dei servizi, in particolare nei settori legati al turismo e alla ristorazione, con un incremento del 12,7%. La partecipazione al mercato del lavoro, tuttavia, è rimasta invariata.
Le imprese hanno continuato a ridurre i prestiti (-4,1%), riflettendo la debolezza della domanda di finanziamenti, ancora limitata dal costo del credito e dalle minori esigenze di liquidità. Al contrario, i prestiti alle famiglie sono aumentati, in particolare nel credito al consumo, con una ripresa nelle erogazioni di mutui nel secondo trimestre, dovuta alla diminuzione dei tassi di interesse.
Nel complesso, la qualità degli affidamenti è peggiorata lievemente, specialmente nelle costruzioni e nel settore manifatturiero, ma non ci sono indicazioni di un peggioramento ulteriore nelle prossime settimane. I depositi bancari delle imprese sono aumentati del 3,8%, mentre le famiglie hanno visto crescere la componente di titoli di Stato nel loro portafoglio, riducendo la quota di depositi bancari.
In conclusione, l'Abruzzo sta attraversando una fase di stagnazione economica moderata, con il rallentamento di settori chiave, ma anche con segnali positivi in altri comparti, come il settore edilizio, il turismo e il commercio. Nonostante le difficoltà, la regione continua a mantenere una stabilità relativa, sostenuta dalle politiche di incentivazione e da un settore terziario in crescita.