Abruzzo indebitato fino al collo. A seguire dibattito

Un nuovo buco da 360 milioni di euro

05 Dicembre 2010   21:46  

Dopo la notizia del debito da 360 milioni di euro che l'Abruzzo dovrebbe ripianare entro l'anno, circa 14 milioni al giorno da trovare, natale compreso, esplode la polemica politica. In attesa di capire chi dovrà pagare, e soprattutto come.

Da indiscrezioni l'intenzione sarebbe quella di non aumentare le tasse, recuperando 168 milioni con i tagli, 160 milioni utilizzando i fondi per le aree sottoutilizzate i famosi Fas, l'unico ossigeno disponibile per investimenti e sviluppo, e infine chiedendo 200 milioni in prestito dallo stato, con restituzione nei prossimi 30 anni con rate da 12 ai 15 milioni di euro all’anno.

IL COMMISSARIO GIANNI CHIODI: ''NON CI NASCONDIAMO DIETRO UN DITO: L'ABRUZZO E' IN GINOCCHIO''

E' pari a 528 milioni di euro la somma complessiva del Fondo Sanitario nazionale che, dal 2004 al 2007, è stata distratta dal sistema sanitario regionale. Il dato emerge dalla situazione dei disavanzi pregressi della sanità abruzzese, certificata dal Tavolo di monitoraggio composto dai Ministeri dell'Economia e della Salute e dal sistema delle Regioni. A Pescara, il Commissario ad acta per la Sanità , Gianni Chiodi, ha reso note le cifre ufficiali dei disavanzi pregressi nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche il sub-commissario, Giovanna Baraldi, e gli assessori Alfredo Castiglione, Mauro Febbo, Angelo Di Paolo, Mauro Di Dalmazio e Federica Carpineta.

"Invece di essere destinati alla cura delle persone malate ed al miglioramento delle strutture e delle tecnologie sanitarie - ha denunciato Chiodi - e anzichè dotare i nostri ospedali di servizi, di migliori strumenti diagnostici e di fornire maggiore assistenza ai pazienti, i fondi sono stati dirottati verso il bilancio regionale". Il Commissario alla Sanità e presidente della Regione ha spiegato anche il perché solo adesso sia emerso questo stato di cose.

"Nel passato - ha argomentato il Commissario Chiodi - la legge prevedeva solo l'esame del conto economico della sanità. Dal 2009, la normativa ha, invece, introdotto un ulteriore strumento di verifica che è l'esame dello stato patrimoniale consolidato del sistema sanitario regionale che ha richiesto molto tempo ed è stata necessaria una sinergia di lavoro estremamente impegnativa.

L'analisi, ormai ultimata ed effettuata dal servizio finanziario della sanità regionale, dal servizio bilancio e dei servizi finanziari delle Asl abruzzesi con il Tavolo di monitoraggio dei Ministeri dell'Economia e della Salute, è partita dall'anno 2000". Il commissario Chiodi ha spiegato, nel dettaglio, che "il Piano di rientro, gestito nel 2009 e 2010 dalle delibere commissariali, ha coperto 168 milioni di euro. Restano, quindi, scoperti 329 milioni di euro ai quali va aggiunta la variazione del gettito fiscale che, per delle nuove stime del Ministero delle Finanze, si è ridotto a causa dei problemi economici del Paese.

Per cui, complessivamente, entro fine anno, bisognerà trovare la copertura per 360 milioni di euro. Tuttavia, questo Governo regionale non ha intenzione di mettere le mani nelle tasche degli abruzzesi e farà l'impossibile per evitare un ulteriore ricorso alla tassazione".

Quello dei 360 milioni di euro è un dato ufficiale ed inconfutabile poiché risulta dal verbale del Tavolo di monitoraggio. Secondo questo documento "la Regione Abruzzo ha, a suo tempo distolto, risorse del Servizio sanitario regionale per finanziare la spesa corrente con riferimento agli anni 2004, 2005, 2006 per complessivi 427 milioni di euro. Pertanto, non risultano irregolarità per le gestioni relative agli anni 2001, 2002, 2003 e poi per il 2008, 2009 e 2010.

Inoltre, ha distolto risorse a copertura del disavanzo sanitario 2006, che ovviamente doveva essere fatto nel 2007, per 101 milioni di euro". In particolare, questi 101 milioni di euro di disavanzo emergono dal fatto che nel 2007 bisognava coprire il deficit sanitario con i fondi della fiscalità aggiuntiva, cioè quei soldi che gli abruzzesi hanno pagato in più per i servizi sanitari. "Invece, - ha rimarcato Chiodi - tali fondi furono utilizzati per finanziare altre voci del bilancio regionale".

Il totale della somma distolta al Servizio sanitario regionale, secondo la valutazione del Tavolo di monitoraggio e del Comitato, quindi dello Stato, ammonta perciò, a circa 528 milioni di euro. "Si tratta di una tegola pesantissima che cade sulla Regione Abruzzo e sulla testa degli abruzzesi - ha detto Chiodi - proprio nel momento in cui questo Governo regionale è impegnato in un percorso di risanamento che non ha eguali in Italia. Infatti, - ha sottolineato - siamo e saremo la prima classe dirigente politica in grado di lasciare un debito inferiore a quello che ha ereditato. Ma lavoreremo in modo da ridurre anche il numero di primari e dirigenti". In sintesi, la situazione dei disavanzi pregressi è la seguente: per il 2004 la quota distratta dal FSR ammonta 95 milioni di euro; per il 2005 a 135 milioni di euro e per il 2006 a 197 milioni di euro.

Nelle valutazioni del Tavolo di monitoraggio "viene confermato il giudizio positivo sull'operato attuale della Giunta regionale abruzzese, con una raccomandazione sul contenimento del numero dei primari. Nonostante i tanti tagli recentemente effettuati l'Abruzzo è, infatti, ancora tra le Regioni italiane che contano il maggior numero di Unità Operative Complesse (UOC)".

Il Commissario Chiodi ha chiarito che "per l'anno 2010 si profila un disavanzo di cinque milioni di euro che, considerando, gli ammortamenti, si presume possa arrivare a circa venti milioni di euro. Il rischio, nell'eventualità non si riuscisse a ridurre la situazione debitoria, a questo punto, è lo scatto dell'aumento tasse per i cittadini abruzzesi.

Ma il nostro obiettivo - ha proseguito il Presidente - è di riuscire a evitare che questo accada. Però, per fare ciò, sarà indispensabile reperire 360 milioni di euro entro il 31 dicembre 2010. A tal proposito - ha continuato - ho delle idee ma voglio prima sottoporle al vaglio del sistema Abruzzo ed è per questo che è in programma un tavolo tecnico con le parti sociali.

Questo stato di cose, comunque, nasce da una situazione non coordinata e non professionale delle precedenti amministrazioni. Ma la Regione Abruzzo farà di tutto per risanare il bilancio senza far ricadere conseguenze negative sui cittadini e alla fine sono certo che ce la farà. Lasceremo l'Abruzzo con i conti in ordine. A costo di scelte impopolari.

Chiederemo a tutti di assumere una posizione di responsabilità, anche all'opposizione con cui è indispensabile un dialogo. Perché l'opposizione non deve solo criticare e contrastare, ma credo che abbia il dovere di assumere, in questo momento così difficile, quasi impossibile per l'Abruzzo, una posizione di responsabilità.

Non ci dobbiamo nascondere dietro un dito: l'Abruzzo è in ginocchio ma potrebbero anche arrivare notizie positive in merito ad alcune situazioni debitorie quasi ventennali, relative alle Asl, e presumibilmente cadute in prescrizione".

A proposito di tagli da effettuare, Chiodi ha chiarito che "interesseranno tutti i settori su cui sarà possibile intervenire. Senza escludere un eventuale ricorso ai fondi Fas. Una dotazione, questa, alla quale hanno attinto anche altre Regioni italiane come la Campania".

SILVIO PAOLUCCI, PD: '' CHIODI DISPERATO MENTE SAPENDO DI MENTIRE''

"Chiodi e' disperato perche' sente crollare il consenso attorno a se', e mente sapendo di mentire. Tira fuori solo oggi le carte e spera di addossare le colpe sul centrosinistra, ma la verita' e' un'altra: sui 260 milioni di buco chieda spiegazioni ai suoi colleghi di giunta e di partito, visto che i responsabili sono il suo attuale vicepresidente Alfredo Castiglione, al tempo assessore al bilancio di Giovanni Pace, Fabrizio Di Stefano nelle vesti di presidente della commissione Sanita', Paolo Tancredi in quelle di presidente della commissione Bilancio". Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci, rispondendo alla conferenza stampa di questa mattina di Gianni Chiodi.

"Sulla mancata copertura dei restanti 101 milioni - aggiunge Paolucci - spieghi egli stesso cosa e' successo, visto che i tecnici romani accusano questa giunta regionale, e lo scrivono nero su bianco nei verbali. E' finito per Chiodi il tempo di dire bugie agli abruzzesi". "Chiodi governa da due anni e da commissario ha pieni poteri sulla sanita': ma dopo due anni scopre un ulteriore buco lasciato dai suoi amici, avendo nascosto i numeri veri ai cittadini ed alle parti sociali. Ora - sottolinea Paolucci - gli stessi tecnici del ministero che elogiano la riduzione del 20 per cento del tasso di ospedalizzazione (grazie alla legge 20 varata dal centrosinistra), lanciano pesanti accuse proprio sull'operato, anzi sul mancato operato, di Gianni Chiodi".

In tre sedute tra maggio e luglio di quest'anno infatti i due massimi organismi che vigilano sulla sanita' abruzzese, e cioe' il Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, hanno analizzato lo stato patrimoniale e i risultati di gestione della sanita' abruzzese. Relativamente alla vicenda dei 101 milioni di euro, nel verbale si legge l'accusa pesantissima, scritta in grassetto: "Tavolo e Comitato non possono non evidenziare come la Regione Abruzzo abbia violato quanto disposto da una propria legge regionale e tutto cio' in piena vigenza di un piano di rientro". "Dunque - sottolinea Paolucci - Chiodi non puo' cavarsela accusando altri. Chieda spiegazione ai suoi colleghi di giunta e di partito sulla gestione folle che ha portato l'Abruzzo nel baratro, e spieghi agli abruzzesi perche' sui 101 milioni di euro ha violato le leggi regionali. E gia' che c'e', dica anche perche' in questa situazione continua a graziare le cliniche private e perche' vuole scaricare i debiti lasciati dai suoi amici sui fondi Fas che invece devono servire per lo sviluppo e per rilanciare l'economia".

FILIPPO PICCONE, PDL: ''IL DIRITTO ALLA SALUTE SVENDUTO A SCELTE CLIENTELARI''

''E' ricominciato il balletto delle responsabilità! Il centrodestra accusa il centrosinistra e viceversa. La realtà è più semplice; si sono spesi soldi che lo Stato aveva trasferito alle Regioni per la cura dei malati, in modo improprio. La politica si è resa responsabile del peggiore degli errori.

 Il diritto alla salute è stato svenduto a scelte clientelari. Omnibus, qualche marchetta sul collegio, contributi a pioggia (ma spesso è piovuto sul bagnato) che la Regione non poteva erogare con fondi propri sono stati”distratti” dai trasferimenti che lo Stato”girava” per la sanità regionale.

 La frammentazione del tempo (quell’anno governavi tu!.......si ma in quell’altro eravate voi al governo) è l’ultimo oltraggio ad una verità evidente. In Abruzzo è sempre esistito in modo trasversale un partito della spesa in servizio permanente effettivo che ha gestito, a scavalco del governo del tempo, e che ha avuto responsabilità diffuse in entrambi gli schieramenti.

 A Chiodi va dato atto di non aver fatto sconti ad alcuno. La sanità in Abruzzo è stata “commissariata” perché la sua spesa ha esondato il bilancio regionale travolgendo ogni argine. Man mano che l’acqua si ritrae emergono in superficie detriti e fango che offrono (neanche ce ne fosse bisogno) suggestioni e spunti all’antipolitica.

 Nei prossimi mesi l’Abruzzo si troverà dinanzi ad altri problemi: rifiuti, trasporti, sistema idrico, etc., che facendo emergere ancora una volta un passato da “cicala”, completeranno il puzzle della degenerazione. Evitiamo le pezze a colore che rinvierebbero, aggravandoli, gli errori del passato che sono, li li, per implodere.

 Affrontiamo i problemi nel loro complesso, fotografando la realtà con cruda obiettività, ma cone lo  la consapevolezza di chi ha avuto in sorte l’ingrato, ma stimolante, compito di salvare il salvabile.'' ( tratto da un alettera al quotidiano Il Centro)

CARLO COSTANTINI, IDV: ''A CASA CHI HA SBAGLIATO I CONTI''

'' Se una azienda privata scopre all’improvviso, dopo anni, di essere gravata da una montagna di debiti, fallisce perché non ha avuto il tempo per riorganizzarsi e per ripianarli per tempo, forse più che per il debito stesso.

La Regione non è una azienda privata, ma il ritardo costante con il quale si scoprono i buchi produce danni forse superiori agli stessi buchi.

Non averli scoperti per tempo vuol dire che per anni si è fatta una programmazione economico-finanziaria completamente sballata; che si è impostata una azione di risanamento completamente inadeguata; che si è tagliato dove, con il senno di poi, forse non era opportuno tagliare; che si sono trascurati interventi diversi e/o ulteriori che avrebbero potuto diluire meglio l’impatto con il debito.

Ora che, invece, è necessario correre ai ripari in fretta e furia, qualcuno ne pagherà le conseguenze.

Le paghi, però, anche chi ha sbagliato per anni a fare le addizioni e le sottrazioni.
Vadano a casa tutti i superesperti della task force ministeriale e regionale, a partire dalla Dott.ssa Baraldi, venuta in Abruzzo per ripianare un debito del quale si è dimostrato non conosceva neppure la sua entità.

Se Chiodi li manda a casa tutti, nessuno escluso, l’Italia dei Valori farà la sua parte.
In caso contrario vorrà dire, invece, che in Abruzzo chi sbaglia non paga mai, perché tanto alla fine a pagare il conto c’è sempre qualcuno che ci pensa.''
 
FABIO FRULLO, UIL: ''CHIODI NON E' STATO IN GRADO DI RIPIANARE DEBITO''

 E così dopo anni di assoluto silenzio fatto di riunioni segrete e di mancate concertazioni il commissario Chiodi e la sub commissario Baraldi hanno comunicato agli abruzzesi che esiste un altro debito in sanità di 360 milioni di euro e che, per giunta, loro non ne hanno la colpa poiché la responsabilità sarebbe da imputare alle gestioni pregresse.

Il dato politico è un altro al di la delle tante parole: il Chiodi Presidente, nominato commissario, non è stato in grado di ripianare il debito e anzi, dopo anni di doppio commissariamento, ci dicono che esiste un’altra voragine di 360 milioni di euro come se, somme di questa entità, potessero passare inosservata a una
corretta gestione commissariale.

In questi anni, allora, abbiamo fatto pagare agli abruzzesi un debito indeterminato facendo, di conseguenza, delle scelte sbagliate in termini di riorganizzazione della sanità abruzzese, tamponando solamente l’emergenza ed utilizzando la discrezionalità e il silenzio più totale come risoluzione dei problemi visto che il Presidente si è ben guardato di attuare la concertazione con le parti sociali.

Ma è mai possibile che si scoprano debiti di questa entità dopo anni e che non si trova altra giustificazione se non quella di attribuire la responsabilità ad altre gestioni?

Un risultato così disastroso chiama in causa rilevanti responsabilità politiche da parte di tutti i soggetti che hanno, di fatto, gestito la sanità regionale.

Chiodi non vuole ammettere di aver sbagliato e fallito perché è vittima del suo stesso orgoglio che non gli permette di confessare questo disastro frutto di una gestione arbitraria e inefficace in materia sanitaria giacché i scopre, addirittura, che stava cercando di ripianare un debito di cui
neanche lui ne conosceva l’ammontare.

Come potranno ancora fidarsi gli abruzzesi delle parole del nostro Presidente?

Ora c’è da capire chi e come pagherà questo nuovo deficit di 360 milioni di euro.

Forse non ci saranno nuove tasse ma gli abruzzesi e i lavoratori lo pagheranno ugualmente in termini di qualità dei servizi anche se, prima di chiudere un altro ospedale, sarebbe meglio chiudere questa giunta se i risultati e i comportamenti rimarranno questi.

PIERO PERETTI, UGL: '' NON SI TOCCHINO I FAS''

'' Davanti a questo drammatico scenario riteniamo che non giovi a nessuno il balletto sul rimpallo delle responsabilità al quale stiamo assistendo in queste ore. Tutti gli abruzzesi sanno che le colpe della situazione attuale, dopo anni di scellerata gestione della spesa sanitaria, sono da attribuirsi all’intera classe politica senza distinzione di schieramento”.

“La gravità della situazione impone a tutti di avere un grande senso di responsabilità ed è doveroso da parte di tutte le forze politiche e sociali fare quadrato per cercare di far uscire la nostra Regione dal baratro nel quale è precipitata. Aspettiamo, quindi, l’imminente convocazione annunciata dal presidente Gianni Chiodi alla quale parteciperemo con spirito responsabile e costruttivo”.

“Ci auguriamo - conclude - che i fondi necessari a sanare l’enorme buco non vengano sottratti esclusivamente dai già esigui fondi Fas, che servono al rilancio economico e occupazionale. Condividiamo la volontà annunciata dal presidente Chiodi di ridurre dirigenti e primari”.


GIANNI MELILLA, SEL: ''CI SI ASSOLVE PROPONENDO FAVOLETTE''

“L'enorme debito ulteriore della sanità ‘scoperto’ dal presidente Chiodi dopo due anni di malgoverno testimonia il dilettantismo e l'approssimazione con cui si gestisce la sanità a tutti i livelli: dirigenti regionali e del ministero, commissario regionale, Giunta regionale, ministero della Sanità”.
 
“Ovviamente  secondo il solito copione ognuno scarica su chi c'è stato nel passato: Giunta Pace, con ben cinque assessori alla Sanità che si sono succeduti sino al 2005, e Giunta Del Turco, con l’assessore alla Sanità sino al luglio 2008.

“Ci si assolve  proponendo favolette che non incantano una realtà drammatica fatta di ospedali chiusi o abbandonati a se stessi con un taglio anche ai servizi di prevenzione e territoriali, mentre la riabilitazione resta saldamente in mano a una certa parte della sanità privata che ha provocato guasti e disservizi non solo nella sanità, ma anche nel costume e nella morale di questa nostra Regione. Vale comunque il principio costituzionale della presunzione di innocenza per gli indagati, ma altra cosa è la valutazione politica di quei fatti.

Il centrodestra ha le responsabilità principali nell'aver determinato l'attuale situazione nei cinque anni della Giunta Pace e nei due anni della Giunta Chiodi. Il centrosinistra, nei tre anni in cui ha governato non è stato coerente nel tagliare con il passato e, pur avendo fatto leggi positive che hanno consentito di invertire la situazione debitoria, e i numeri parlano rispetto al bilancio sanitario abruzzese, non ha prodotto i cambiamenti che altre regioni virtuose hanno realizzato: dall'Emilia, alla Toscana, al Veneto, al Piemonte”.

“Ora è necessario fare scelte chiare e nette altrimenti saranno solo i cittadini e le imprese a pagare il prezzo della crisi finanziaria della sanità con la beffa di vedersi anche ridurre i servizi nonostante le tasse che si pagano. E allora Chiodi, che prima di diventare presidente della Regione si è anche occupato di sanità come consulente della Asl di Pescara, e quindi conosce bene la materia, avendola frequentata come professionista, dica ai cittadini cosa intende fare”.

“Chiodi è il presidente della Giunta, l'assessore alla Sanità, il commissario per il rientro dal debito e non può limitarsi a prendersela con altri, di ieri o di oggi. Ha un potere enorme, che altri presidenti di Regione neanche si sognavano: da Mattucci a Falconio per arrivare agli ultimi”.

“Ha il dovere e la responsabilità - conclude Sinistra ecologia e libertà - di dire quello che vuole fare. Ha avuto due anni per farlo e non ha concluso molto. Oggi ci dica chiaramente il suo programma per la sanità o altrimenti si metta da parte perché si può fallire anche solo politicamente”.


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