Acciano - cenni storici e turistici

29 Giugno 2012   16:18  

 

 Acciano - a 600 m.s.l.m. è ubicata nel retroterra a sud est dell' Aquila, in una zona collinare della valle Subequana, Il nome, forse, deriva da Accius, gentilizio romano da cui deriva Accianus, e sta ad indicare la formazione di agglomerati urbani intorno a masse latifondiste o poderi appartenenti alla famiglia da cui deriva il toponimo.
Storicamente era infeudata fin dai tempi dei Longobardi e fino al 1092 nel castello vi erano pochi edifici, in seguito s’ingrandì, restò indipendente come feudo di varie famiglie fino al 1419, anno in cui la terra di Acciano fu dalla regina Giovanna II d’Angiò incorporata nel contado dell’'Aquila.
Il feudo, come baronia, ebbe diversi passaggi di proprietà.
Nel 1254 partecipò alla fondazione dell’'Aquila.
Oggi il comune di Acciano è formato dal capoluogo e dalle frazioni di Succiano, Beffi, San Lorenzo e Rocca Preturo.
Il centro storico, racchiuso entro le mura perimetrali, denota la sua originaria condizione di borgo fortificato, al quale si accedeva attraverso tre porte: porta Torrone, porta Martino e porta dell’'Aia.
Nella parrocchiale dei S.S. Pietro e Lorenzo ammiriamo il battistero rinascimentale e una croce processionale d'’argento di scuola aquilana del ‘600.
Sul fronte posteriore s'’innalza un bel campanile a vela a due fornici paralleli. Di notevole interesse artistico è il portale cinquecentesco datato 1534 e sormontato da una lunetta con affresco. Da visitare è la fontana rinascimentale costruita nella prima metà del quattrocento e costituita da una vasca a forma di elle rovesciata, con una nicchia alla fine del lato ed un fornice ad arco, all'interno due mascheroni in pietra.
A qualche centinaio di metri dall’' abitato, in posizione elevata, si trova la chiesa di Santa Petroniana, del XVI sec., con all’'interno un affresco cinquecentesco di scuola aquilana raffigurante la Madonna col Bambino.
Poco distante sorge la chiesa di Santa Maria con all'’interno un’'edicola di stile gotico addossata alla parete di sinistra, mentre in sagrestia è conservato un affresco di notevoli dimensioni di scuola aquilana, attribuito a Sebastiano di Cola da Casentino o alla sua scuola, del sec. XVI.
Nella frazione di Beffi, sono da visitare: la chiesa di San Lorenzo, con all' ’interno una Madonna lignea con Bambino, scultura abruzzese, risalente al XVI secolo; I Paesi la chiesa di San Michele Arcangelo, di rilevanti dimensioni, risalente al XV sec. con all’interno stucchi settecenteschi che ne alterano il primitivo impianto.
Di particolare interesse è la Madonna in terracotta policroma di scuola abruzzese del XVI sec. seduta in trono, e una statua lignea del ‘500 raffigurante San Rocco; la chiesa della Madonna del Rifugio, ad unica navata, arricchita da stucchi in gesso e da altari in legno dorato; la chiesa della Madonna degli Angeli, conserva due altari in pietra con affreschi al centro e la torre medioevale di tipo castellano, a pianta poligonale irregolare, realizzata a vani sovrapposti.
Nella frazione di Rocca Preturo è possibile visitare la chiesa campestre di Santa Cecilia con una lastra presbiterale di notevole importanza del periodo alto medioevale; la chiesa di Santa Maria della Lauretana con all’interno una statua in terracotta del XVI sec. raffigurante la Madonna col Bambino, la Torre Medioevale, costruita tra la fine del XIII e l’'inizio del XIV sec..
A Succiano troviamo una piccola chiesa rurale dedicata alla Madonna di Loreto con all’'interno un affresco di mediocre fattura rappresentante la Madonna col Bambino e Santi.
Caratteristica di Succiano è la festa di S. Erasmo, che si celebra il 2 giugno di ogni anno e non riguarda solo Succiano ma anche Beffi e i paesi limitrofi.
Nel giorno della festa le processioni che partono dai vari paesi percorrono un faticoso cammino fino al monte Offerto (1303).
La festa comincia al mattino presto, quando i fedeli si radunano in chiesa e si avviano in processione verso la chiesa di Sant’ Erasmo, distante circa dieci chilometri, dopo la funzione religiosa, si fa colazione in comitiva e si distribuisce il pane di Sant’ Erasmo il pane dei poveri, a significare la possibilità di fare festa anche per chi pane non ne ha.


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