Accorpamenti Drastici: Tagliate 37 Scuole nel Lazio, Proteste di Presidi e Sindacati

07 Dicembre 2023   13:04  

Una decisione controversa ha scosso il panorama educativo del Lazio, con l'annuncio di accorpamenti che coinvolgeranno ben 37 istituti a partire dal prossimo anno scolastico. La ristrutturazione coinvolgerà istituti comprensivi e scuole superiori con un numero di iscritti al di sotto dei parametri stabiliti, generando preoccupazioni tra presidi e sindacati.

L'operazione comporterà la fusione di scuole più piccole con istituti di dimensioni maggiori, privandole della gestione amministrativa e dirigenziale. Questo significa la perdita di presidi dedicati e uffici di segreteria autonomi, con le scuole accorpate che dovranno fare affidamento su strutture esterne, talvolta distanti chilometri: una decisione definita "gravissima" dai sindacati.

La Regione Lazio ha emanato una delibera il 29 novembre scorso, modificando le linee guida per il dimensionamento stabilite il 6 novembre. Inizialmente, si prevedeva la riduzione di 14 istituti, ma la recente decisione ha portato al taglio di 37 scuole. Questo primo intervento, previsto per l'anno scolastico 2023-2024, sarà solo l'inizio, poiché nel triennio successivo (2024-2027) si prevede l'accorpamento di altre 53 autonomie scolastiche.

La sorprendente mossa ha generato perplessità tra gli educatori, con Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi del Lazio, sottolineando le sfide temporali estremamente strette e l'impossibilità di ricevere indicazioni dettagliate dalle province in tempi così rapidi. Gli open day di presentazione delle scuole per il prossimo anno scolastico sono già in corso, complicando ulteriormente la situazione.

Le scuole delle piccole comunità risultano particolarmente a rischio, e i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief si sono mobilitati, definendo la decisione "gravissima". Le organizzazioni sindacali denunciano una drastica riduzione senza coinvolgere le comunità educanti e i territori, sollevando dubbi sul coinvolgimento delle famiglie e sottolineando il calo annuale di 150mila iscritti. La protesta è parte di un contesto più ampio, con la Regione Campania che ha già avviato un ricorso al Tar contro il dimensionamento, segnando il primo atto di una battaglia legale che coinvolge più regioni.


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